Liguria: il turismo letterario viaggia su podcast

Sono i luoghi ad appartenere a chi li racconta o ne trae ispirazione, o viceversa? Probabilmente la risposta è corretta in entrambi i casi. Un fil rouge lega da sempre penne, dita e pensieri di scrittori e poeti alla geografia del mondo. Un esempio eccellente proviene dalla Liguria. Attraverso Il sentiero delle parole tra fiume […]

Sono i luoghi ad appartenere a chi li racconta o ne trae ispirazione, o viceversa? Probabilmente la risposta è corretta in entrambi i casi. Un fil rouge lega da sempre penne, dita e pensieri di scrittori e poeti alla geografia del mondo. Un esempio eccellente proviene dalla Liguria.

Attraverso Il sentiero delle parole tra fiume e mare un gruppo di professionisti e appassionati, alleati con un parco regionale pubblico e con agricoltori, aziende e piccoli esercenti locali, diventano mecenati di un territorio protetto che va dalla costa spezzina alle valli del Magra e del Vara. Un percorso che copre oltre 16 km, da Falconara a Bocca di Magra nel Parco Regionale di Montemarcello-Magra-Vara, tutto da scoprire, smartphone alla mano.

Centri e storici e paesaggi sono in via di geolocalizzazione, divisi in circa 180 moduli. La particolarità? Non vengono narrate le caratteristiche delle scogliere e l’architettura degli edifici, ma i ricordi e le storie di scrittori e poeti che di qui sono passati. Testi e recitazione sono affidati all’autore e attore Roberto Alinghieri, che dirige anche un team di colleghi italiani e madrelingua inglesi per permettere una fruizione internazionale dei podcast.

I podcast si possono ascoltare attraverso l’app Loquis, messa a disposizione dalla startup romana GeoRadio che consente, per l’appunto, di geolocalizzare un suono, legandolo a un preciso luogo. Oltre all’infrastruttura immateriale ne è prevista una materiale, per iniziare attraverso l’ausilio di 5 totem, localizzati rispettivamente a San Terenzo, Lerici, Tellaro, Montemarcello e Bocca di Magra, porte di accesso al sentiero. Si tratta di strumenti informativi a tutto tondo: è possibile leggervi una sintesi del progetto, le indicazioni per scaricare Loquis e i nomi di autori, enti pubblici e sponsor privati.

 

Tra fiume e mare: il territorio al centro del racconto

Piccoli e grandi capolavori sono nati evocando squarci di territori vicini e lontani. Come è per la Liguria descritta da Eugenio Montale in Verso Tellaro, mentre nel 1977 è in viaggio per raggiungere il borgo.

Questo paesino non lontano da Lerici, che si affaccia sul Golfo della Spezia non a caso chiamato anche “Golfo dei Poeti”, più di cento anni fa aveva colpito un grande della letteratura inglese. Il suo nome era David Herbert Lawrence, e per alcuni mesi tra il 1913 e il 1914 visse a metà strada tra i due borghi. Un grande amore per questi luoghi lo ha avuto anche Mario Soldati indimenticato scrittore e regista, che definiva Tellaro: «Un posto che non si può attraversare. È un posto a cui si arriva. Un po’ alla fine, una delle fini del mondo. Si arriva e basta: si è arrivati ».

A pochi chilometri, a San Terenzo, soggiornarono nomi del calibro di Mary Shelley e suo marito Percy Bysshe, Lord Byron e Virginia Woolf. Ancora, Lerici fu luogo di lavoro e villeggiatura di diversi editori come Mario Spagnol, il conte Valentino Bompiani, che nel 1946 qui restaurò un villino dove ebbe come ospiti Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini. Intorno a loro, c’era il “Gruppo ‘63” tra le cui fila spiccavano Umberto Eco, Nanni Balestrini, Pierpaolo Pasolini, Ottiero Ottieri e molti altri.

Il Gruppo ’63. Photocredits: gazzettadellaspezia.it

Toni Muzi Falconi: «Quella volta che l’editoria italiana si riunì a casa mia»

«Il concetto di sentiero delle parole vide la luce con Vittorio Sereni, quando coordinava con Franco Fortini, Giulio Einaudi, Fernando Bandini intorno alla villa dei Biso il gruppo degli amici di Bocca Magra». A parlare è Toni Muzi Falconi, uomo di relazioni pubbliche e organizzazioni, già presidente di Ferpi, ma soprattutto attivo promotore con altri del progetto. Il suo è un legame con il territorio tra i più stretti, in mezzo a un centinaio di appassionati e intellettuali.

Nella seconda metà del secolo scorso in quest’area gravitavano letterati nazionali e internazionali. Da un lato il già citato Gruppo ’63, che da Palermo si spostò qui, per mettersi sotto l’ala protettiva di Valentino Bompiani e dell’omonima casa editrice, che a Villa Marigola di Lerici aveva la sua sede estiva. Dall’altra parte, un altro gruppo soggiornava a Bocca di Magra da Giulio Einaudi «che si era portato dietro il suo entourage, da Attilio Bertolucci a Vittorio Sereni a Franco Fortini, più vicini alla sinistra storica».

«Tra di loro si ignoravano e sia Bompiani che Sereni ne erano dispiaciuti», racconta Muzi Falconi con dovizia di particolari. «Fu allora, era il ‘66, che chiesero a mia madre di invitare tutti da lei. Abitavamo a metà strada nella torre di Montemarcello e la mia mamma britannica era grande amica di Allen Lane, fondatore di Penguin Books. I due gruppi di riunirono insieme per la prima volta e stettero insieme un pomeriggio e una sera». Mentre Umberto Eco era abbastanza di casa con Achille Mauri e Silvana Ottieri, fu in quell’occasione che conobbe per la prima volta Pier Paolo Pasolini. «Ma allora ero molto più giovane», dice ironizzando per scalzare il tempo, che però non ha avuto alcun effetto su una mente lucida e acuta.

A muoversi per il sentiero è anche il mondo dell’editoria attuale: «Oltre a Einaudi e Bompiani e quindi, oggi, Mondadori, da queste parti sono anche le Messaggerie Italiane con anche Longanesi e il suo presidente Achille Mauri, che tra l’altro ha aggiunto altra carne al fuoco» afferma, stimolando di nuovo la curiosità attorno a questi luoghi. «Mi ha detto, cosa che non sapevo, che negli anni Trenta, il Golfo dei Poeti fu “adottato” da Filippo Tommaso Marinetti nel secondo periodo futurista. Scelse Lerici come capitale del Futurismo mondiale, e qui indisse un concorso dove chiese ad attori, scrittori, scultori, architetti e poeti di proporre come andare sott’acqua dal Castello di Lerici a quello di Porto Venere. Vorremmo ora realizzare una mostra con questi materiali».

Questo, il Sentiero delle Parole e altri futuri progetti finiranno sotto il cappello di un’associazione culturale chiamata “Tra fiume e mare”. È alle nuove generazioni, in particolare, che i promotori si rivolgono con questa prima iniziativa legata al sentiero: «È importante che soprattutto sappiano che c’è questa eredità contemporanea, di cui quasi nessuno era al corrente finora».

Si parla parecchio in questo periodo di “tessitura sociale”, una metodologia di costruzione di capitale sociale sul territorio, ispirata anche dallo studioso Aldo Bonomi, sviluppata da un gruppo di esperti di relazioni pubbliche della Ferpi e presentata con successo al simposio di Bled del 2029. In pratica prevede che organizzazioni sociali, pubbliche e private lavorino insieme sul territorio su progetti circoscritti per aumentare il valore del capitale sociale: il loro e quello del territorio (il riferimento è soprattutto lo studioso di Harvard, Putnam, che soggiornò in Italia e ne studiò a lungo il governo dei sistemi di relazione).

Nel caso del Sentiero delle parole per la prima volta nasce un progetto di tessitura sociale che si pone con partenza-zero l’obiettivo di misurare l’incremento del capitale sociale del territorio nel tempo. Per ora le variabili individuate sono due (ma potrebbero crescere): l’economia degli operatori turistici lungo il percorso (con un sistema di rilevazione periodica) e la consapevolezza culturale dei docenti e studenti di storia, filosofia e letteratura delle medie e medie superiori in merito ai temi del sentiero integrato al patrimonio culturale del loro territorio. Un unicum.

 

La riqualificazione che passa attraverso la parola

A introdurre i giovani nel futuro, e in particolare le scolaresche, pensa anche Roberto Nastri , urbanista deus ex machina de Il Sentiero delle Parole.

«Coinvolgere le scuole sarà un passo successivo» commenta, parlando dell’attuale esigenza di evitare assembramenti. Nastri elabora il progetto dopo la chiamata del sindaco di Lerici, Leonardo Paoletti, e di Pietro Tedeschi, commissario straordinario del Parco di Montemarcello-Magra-Vara. «Mi venne un’idea che andava al di là del restauro materiale dei sentieri. Parlo al plurale perché Il Sentiero delle Parole ne unisce almeno quattro. Volevo si trattasse di un’esperienza emozionante e non legata alla mera descrizione di un territorio. Ho iniziato facendo interviste a persone più o meno informate sulle presenze illustri. Da queste abbiamo poi estrapolato dei racconti, da accompagnare ai versi e testi ispirati da queste terre. Si tratta di un progetto di vera e propria riqualificazione territoriale attraverso la parola».

Come Muzi Falconi, anche Nastri ha fatto le sue scoperte: «Ho conosciuto una Mary McCarthy inedita. Figlia di un filosofo libertario e di una madre femminista, insieme al marito erano una coppia aperta, così come i Williams. Per l’epoca, era sicuramente insolito. C’è poi un dialogo in cui lei parla con l’editore Einaudi della sua amica Hannah Arendt, mentre lui parla di Montale». Nastri ritiene che quello de Il sentiero delle parole un vero e proprio format da esportare: «Penso alle periferie urbane, per esempio».

A modellare il progetto come un artigiano dell’immateriale è Francesco Rotolo di Storyfly, con cui si occupa di narrazione d’impresa e di brand identity. «Persino degli intellettuali latini avevano fatto di queste terre il luogo di elezione. Il sentiero restituisce al territorio la propria identità», racconta. «Ogni anno scegliamo di supportare una realtà o un progetto legati al territorio. In questo caso ci siamo trovati davanti a una storia straordinaria». Rotolo, siciliano di nascita e romano d’adozione, pur non avendo legami preesistenti col territorio, lo associa allo struggimento: «Quello struggimento che si prova quando si va via, e che ritroviamo nelle poesie di grandi autori che di qui sono passati» specifica. La prima presentazione ufficiale al pubblico si terrà a Lerici nelle prossime settimane.

A breve sarà possibile percorrere un primo tratto pilota, mentre la totalità del sentiero sarà disponibile per l’autunno. Coltivare nel tempo sinergie con gli attori del territorio come le strutture d’accoglienza, sviluppare un turismo lento e attività di fundraising: sono questi gli aspetti evidenziati da Rotolo e Nastri. Un turismo d’élite? «No», specifica Nastri. Anche all’interno del turismo di massa ci sono tanti soggetti interessati, si tratta di un’esperienza, intima, individuale». In preparazione anche uno spazio digitale di cui Rotolo e il suo staff si stanno occupando: «Al momento si può far riferimento ai contatti del parco», afferma.

Virginia Woolf, Montale, Mary Shelley e tanti altri sono gli autori che sono passati dal golfo. Tra questi spicca un nome che recentemente è stato in questi tempi sulla bocca di tutti: quello di Indro Montanelli . «Io credo che il revisionismo storico sia negativo per la crescita del pensiero» dice Rotolo, mentre Nastri specifica: «Abitava sovente in una casa a Montemarcello. In zona realizzò un’intervista sulla mancanza della conoscenza della storia come incapacità di programmare il futuro. Ci sembra un concetto interessante.

 

 

Photo by Siddharth Bhogra on Unsplash

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