Matera: dai sassi alle stelle

È possibile parlare di innovazione e futuro in uno dei luoghi più antichi al mondo, insieme ad Aleppo e Gerico? Matera è ormai nota per la bellezza e il fascino dei rioni Sassi, ma pochi conoscono le ragioni per le quali, nel 1993, viene inserita tra i siti del Patrimonio Unesco dell’Umanità. Le motivazioni riconoscono […]

È possibile parlare di innovazione e futuro in uno dei luoghi più antichi al mondo, insieme ad Aleppo e Gerico? Matera è ormai nota per la bellezza e il fascino dei rioni Sassi, ma pochi conoscono le ragioni per le quali, nel 1993, viene inserita tra i siti del Patrimonio Unesco dell’Umanità. Le motivazioni riconoscono nei Sassi un ingegnoso sistema urbano antico di millenni, capace di utilizzare in modo armonioso e sapiente le risorse naturali – acqua, pietra, luce – e quindi una risposta possibile alla problematica della città sostenibile. Matera si rivela un luogo sorprendente: tutte le grotte, ad esempio, sono organizzate con l’acqua corrente, grazie a un complesso sistema di canalizzazioni, frutto di lavoro straordinario e genialità infinita. Possiamo dire che storicamente la distribuzione dell’acqua in tutte le abitazioni-grotta c’è stata prima a Matera che non a Firenze o Parigi.

 

Matera e innovazione: le attività spaziali

La città racconta sì una storia millenaria, ma non perde l’originaria capacità di rinnovarsi e guardare avanti. Qui nel 1983, grazie a uno sforzo congiunto del Piano Spaziale Nazionale del CNR (Centro Nazionale delle Ricerche), della Regione Basilicata e della NASA (National Aeronautics and Space Administration), nasce il Centro di Geodesia Spaziale (CGS), che oggi rappresenta una delle principali strutture di ricerca e trasferimento tecnologico nel Mezzogiorno. Dedicato principalmente alla geodesia spaziale e al telerilevamento, il Centro nel corso degli anni ha esteso la sua attività anche ad altri settori, quali la robotica spaziale e le missioni interplanetarie. Ultimamente si è inserito nei principali progetti nazionali e internazionali nel campo della Comunicazione Quantistica e della Sorveglianza e Monitoraggio dei Detriti Spaziali (SST/SSA). Unico in Italia e tra i pochi in Europa, ha tutt’oggi enormi potenzialità in termini occupazionali per la Basilicata e il territorio circostante.

“Le attività spaziali per un Paese sono strategiche: rappresentano, insieme a quello militare, un volano potente attraverso il quale promuovere sviluppo e crescita”, mi spiega il professore Francesco Vespe, responsabile della gestione operativa del CGS e membro della Commissione Scientifica di Esperti del Galileo dell’Agenzia Spaziale Europea. “Le ricadute delle attività spaziali nel settore imprenditoriale sono notevoli. Qui a Matera, se solo ci fosse la giusta attenzione politica, si potrebbe creare un indotto, che insiste sulle attività del Centro, anche di 4.000-5.000 posti di lavoro. Parliamo di figure di alto profilo con un elevatissimo tasso di specializzazione. Finora l’indotto occupazionale nato nel settore aerospaziale tra Basilicata e Puglia coinvolge complessivamente circa 500 persone, ma abbiamo ancora grandissime opportunità.”

Centri come questo, infatti, funzionano da fertilizzanti per il territorio che li ospita. Attorno a essi generalmente si creano poli industriali nel settore Hi-Tech, come è accaduto in altre parti del mondo. Basti pensare al distretto aerospaziale di Tolosa, in Francia, circa quindicimila occupati, o alla città di Bangalore in India, dove la presenza dell’Agenzia Spaziale ha attirato investimenti industriali per settecentomila occupati. “Con attente politiche di sviluppo e strategie lungimiranti potremmo fare di Matera un distretto industriale Hi-Tech di livello internazionale, naturalmente proiettato al futuro. Svolgiamo anche attività dal sapore romantico: inseguiamo la luna, monitorandone la distanza con la Terra, e abbiamo scoperto così che ogni anno ci allontaniamo di quattro centimetri da essa. Personalmente accarezzo un sogno: portare qui l’Agenzia Spaziale!”

Tornare alla terra, con le tecnologie di domani

Tornando con i piedi per terra, a Metaponto, a pochi chilometri da Matera, nel cuore di una delle più importanti aree agroindustriali della regione, è attiva l’Agenzia Lucana di Sviluppo e di Innovazione in Agricoltura (ALSIA), che conduce studi e attività di ricerca. Tra gli ultimi progetti figura Go Agrotech, nato per diffondere l’agricoltura di precisione e rendere il sistema produttivo agricolo più sostenibile per l’ambiente ed economicamente più competitivo.

Ma cos’è l’agricoltura di precisione? Oggi in un campo agricolo non c’è più da sorprendersi se vediamo l’impiego di raggi infrarossi o di droni. “Dobbiamo partire dall’analisi della domanda dell’azienda, portarla sui tavoli della ricerca e imparare ad applicare, anche in questo settore, i principi base dell’economia e del marketing. Dobbiamo imparare a produrre ciò che si vende e chiederci: cosa vuole il consumatore? Vuole spendere il giusto, certo, ma mangiare bene, prodotti di qualità”. Ne parlo con Nicola Vallinoto, agronomo e innovation broker, socio di AgriFoodDesign, realtà specializzata nella progettazione, consulenza e pianificazione per l’ambiente, l’agricoltura e il paesaggio.

“Facciamo un caso pratico: la maggior parte dei carciofi commercializzati dal gruppo Orogel proviene dalla nostra regione, dalla Cooperativa Arpor di Policoro (MT), e deve rispondere a precisi standard qualitativi. I capolini, ad esempio, non devono avere un diametro superiore a 90 mm. Non è facile, quando si è sul campo, tra le piante altissime, verificare questo requisito. Con il supporto dell’agricoltura di precisione stiamo sperimentando la possibilità di definirne preventivamente il diametro così da consentire una notevole riduzione di tempo e di soldi. Nel frattempo siamo già in grado di rilevare la quantità di acqua presente nelle foglie e nel terreno e verificare lo stato vegetativo e nutrizionale della pianta.”

 

La sperimentazione del 5G

Ultimo, soltanto in ordine temporale, è il progetto “Bari Matera 5G” con cui TIM, Fastweb e Huawei si sono aggiudicate il bando di gara del Ministero dello Sviluppo Economico per la sperimentazione della tecnologia 5G nelle due città. Con un investimento di oltre 60 milioni di euro in quattro anni e il coinvolgimento di 52 partner di eccellenza, Bari e Matera saranno fra le prime città 5G d’Europa (cinque in Italia) nelle quali testare servizi innovativi in dieci settori: sanità, industria 4.0, turismo e cultura, mobilità e sicurezza stradale, ambiente, media e realtà virtuale, smart port, smart city, agricoltura, sicurezza.

“Il Comune di Matera sta investendo moltissimo sull’economia digitale e della conoscenza, che comprende il settore dell’industria culturale e creativa, e quindi anche della tecnologia e dell’innovazione, sia in termini economici che amministrativi e infrastrutturali. Se l’economia tradizionale e manifatturiera viaggia sulle infrastrutture materiali, quella digitale viaggia su quelle della conoscenza. Siamo partiti da qui: prima con Open Fiber, che sta fornendo la banda ultralarga con internet a 1G e copertura dell’intera città, e poi con il progetto 5G”, mi racconta l’ingegnere Antonio Nicoletti, dirigente di staff per la pianificazione strategica del Comune di Matera. “Cerchiamo di dare sostanza e linfa per rendere Matera attrattiva per le imprese. Come? Stiamo orientando verso l’industria culturale e creativa tutta la dotazione finanziaria derivante dal PO-FESR (Programma Operativo Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) Basilicata nella programmazione 2014-2020. Parliamo di circa 6 milioni di euro di aiuti alle imprese. Inoltre abbiamo individuato un luogo deputato a ospitare aziende e start-up che si occupano di innovazione e tecnologia. È uno spazio particolarmente simbolico, che fa da cerniera tra la parte nuova e i Sassi, e fungerà da catalizzatore di iniziative e servizi per l’innovazione: un vero e proprio Hub digitale per il trasferimento tecnologico, e ospiterà un’unità del CNR attiva nel settore delle Digital Humanities. Due anni fa abbiamo promosso l’apertura di una sede dell’Istituto Superiore per la Conservazione e per il Restauro, direttamente gestita dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali”.

 

La storia dell’uomo in una città

Sono tutti tasselli che si aggiungono al settore dell’osservazione e dello studio dello spazio. “Con il supporto di Invitalia, nel Centro di Geodesia Spaziale stiamo realizzando la Città dello Spazio (un planetario, un osservatorio e un museo dedicato a Rocco Petrone, l’emigrante lucano responsabile della missione Apollo della NASA) che sarà gestita dall’Agenzia Spaziale Italiana, e operativa tra poco più di un anno”.

La Città dello Spazio, insieme al Parco della Preistoria (nel villaggio neolitico di Murgia Timone), al Parco della Civiltà Rupestre (con il recupero e la fruizione delle chiese rupestri della Murgia) e al Parco della Civiltà Contadina (su una superficie caratterizzata dalla presenza di insediamenti in grotte e ipogei), comporranno il Parco della Storia dell’Uomo, che mostrerà come Matera racconti l’intera storia dell’uomo: dai buchi neri della preistoria ai buchi neri dello spazio. “L’eredità di Matera19 non sarà solo pizzerie e B&B, ma un sistema urbano ed economico evoluto che, posizionato al centro di un’area di riferimento euro-mediterranea, dovrà poter competere con le città globali, in cui la cultura rappresenta un fattore produttivo”, conclude Nicoletti.

La sfida allora è fare di Matera un laboratorio permanente di innovazione per guardare al futuro e sperimentare cose mai fatte prima, facendo della città più antica d’Europa la culla delle più moderne innovazioni. Matera non è solo passato: è in grado di guardare avanti, e deve assolutamente farlo. Deve muoversi. Sennò sarà anche lei come coloro che il grande futuro ce l’hanno ma, come si dice per paradosso, solo alle spalle.

 

 

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