C’è poi il nodo degli stagionali.
“Buona parte dei disoccupati avviati alla formazione breve, da noi, sono appunto stagionali, che lavorano nei servizi turistici o come operai forestali. Tra settembre e ottobre di ogni anno finiscono di lavorare, si fanno sei mesi di NASPI e poi ad aprile ricominciano. Per il programma GOL è necessario avviarli ai corsi di formazione, ma molte persone che abbiamo avviato ai corsi brevi ancora non sono state chiamate, e se mai saranno contattate staranno già lavorando, perché entrate nel ciclo della stagionalità. Quindi gli iscritti ci sono, le aule sono state completate, ma la presenza effettiva è tutta da verificare. Il rischio è di avere aule semivuote, con l’ente che ha depennato dal catalogo i corsi già completi”.
Un vero cortocircuito, al quale bisogna aggiungere che da queste attività formative, in generale, le persone non si aspettano granché come valore aggiunto. Come si può pensare di acquisire competenze con un percorso generico di cento ore?
Lasciando per un attimo da parte questo amletico dubbio, bisogna ammettere che scartabellando qua e là, gli esempi di Regioni virtuose si trovano. Il portale Veneto Lavoro, in aprile, ha dichiarato circa 400 lavoratori di aziende in crisi in ricollocazione grazie al programma GOL, sostenendo inoltre il Veneto come pioniere di buone pratiche in materia, attraverso un modello specifico di politiche attive per il personale del territorio a rischio esubero. Tanti i casi concreti citati, da Forall Confezioni – che ha dismesso lo stabilimento di Quinto Vicentino – ai 101 lavoratori sottoposti a licenziamento collettivo di Tessitura Monti; fino al caso ACC, azienda storica di Borgo Valbelluna, con 63 lavoratori gestiti dai CPI dopo la procedura di amministrazione straordinaria.
Anche l’Umbria ha di recente rivendicato il buon operato, attraverso l’Osservatorio sul Mercato del lavoro dello scorso 11 aprile. Nel corso del 2023, si legge dal resoconto, sono stati attivati tutti e cinque i percorsi previsti dal piano attuativo regionale, compreso quello relativo alla ricollocazione collettiva, adottato a dicembre 2023. Rispetto al numero dei “presi in carico” su un target per l’anno 2023 fissato a 14.500 utenti, si sono registrati 20.339 beneficiari (+140%). E tra questi va sottolineato il numero di utenti con una proposta di percorso formativo: 5.666 (+160%) su un target fissato a 3.537. Gli utenti GOL che hanno ricevuto una proposta formativa per accrescere le proprie competenze digitali sono stati 2.702, cioè un +206% rispetto al target fissato di 1.310. Nel 2024, infine, si conferma il trend positivo. I beneficiari presi in carico a marzo sono stati 34.851, di cui il 65% (che presentava minor distanza dal mercato del lavoro) è stato indirizzato verso un percorso di reinserimento occupazionale. Quanto al percorso per la ricollocazione collettiva, a sostegno delle crisi aziendali, sono già stati coinvolti 125 lavoratori in CIGS.
Insomma, qualche segnale di vita a Nord e nel Centro si registra. Il problema è che il programma GOL non dovrebbe funzionare bene solo nelle regioni con indici occupazionali positivi (leggere alla voce Veneto). Sarebbe auspicabile un cambio di marcia nei territori che di politiche attive, da sempre, ne hanno un gran bisogno. Come la Sicilia.
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