Il Temporary Export Manager debutta anche in Italia

Piccole e medie imprese più competitive sui mercati esteri, grazie alla figura del temporary export manager (Tem), prevista nel nuovo voucher per l’internazionalizzazione destinato alle pmi, inserito nel decreto Sblocca Italia, del Ministero dello Sviluppo Economico (Mise), le cui domande scadono il 22 settembre. Una misura innovativa, modellata sull’esperienza di una grande società privata, la […]

Piccole e medie imprese più competitive sui mercati esteri, grazie alla figura del temporary export manager (Tem), prevista nel nuovo voucher per l’internazionalizzazione destinato alle pmi, inserito nel decreto Sblocca Italia, del Ministero dello Sviluppo Economico (Mise), le cui domande scadono il 22 settembre. Una misura innovativa, modellata sull’esperienza di una grande società privata, la Co.Mark, il cui fondatore Massimo Lentsch ha inventato la figura del Tem, che andrà a beneficio delle imprese, ma anche del mercato del lavoro dei professionisti dell’export, con la creazione di nuovi posti di lavoro.

Due le fasi di attuazione, con un totale di 19 milioni di euro a disposizione, di cui beneficeranno un totale compreso tra le 1200 e le duemila pmi. Escludendo i tre milioni e mezzo di micro-imprese italiane sotto i dieci addetti, sono circa duecentomila le pmi nazionali. Attualmente in Italia a guidare l’export sono le piccole e medie imprese, “con un effetto traino molto superiore degli altri paesi europei”, si afferma nella relazione “Le Pmi e la sfida della qualità – Un’economia a misura d’Italia”, il dossier di Cna e Fondazione Symbola. I numeri forniti segnalano 88 mila imprese manifatturiere esportatrici, di cui 79 mila hanno meno di 50 addetti, quasi il 90 per cento delle aziende che esportano. “In Europa, sul totale delle Pmi europee che vendono all’estero i loro prodotti, una su quattro è italiana”, pari al 25 per cento, contro il 13,5 per cento della Germania, si legge nella relazione. Nella prima fase, le imprese avranno un voucher per l’internazionalizzazione a fondo perduto di 10 mila euro, dovranno partecipare con 3 mila euro, per avere a disposizione un tem per sei mesi, scelto tra le aziende fornitrici, già individuate dal ministero, che “blinda” la platea dei fornitori qualificati individuati nelle società di capitali con specifici requisiti, per una spesa totale di dieci milioni di euro. Nella seconda fase, le aziende già ammesse alla prima, potranno avere un ulteriore voucher di 8 mila euro, con 5 mila euro di compartecipazione finanziaria della pmi.

La misura rappresenta una novità per l’Italia con l’impiego di manager temporanei, è stata voluta dal viceministro Carlo Calenda, portata in giro per l’Italia attraverso un partecipatissimo Roadshow per l’Internazionalizzazione. La sfida che si pone il governo, attraverso il bando è quella di attivare attraverso i Tem nuovi ricavi all’estero per circa 50 miliardi di euro, ampliando di circa 20 mila il numero delle imprese che esportano, entro i prossimi tre anni.

Oggi il livello complessivo delle esportazioni nazionali è di circa 389 miliardi di euro, con le misure del Piano Straordinario per la Promozione del Made In Italy, da 260 milioni di euro, si punta ad attrarre anche 20 miliardi di euro di investimenti dall’estero. La figura del temporary export manager è un’invenzione tutta italiana, del manager Massimo Lentsch, fondatore della Co.Mark, il quale ha partecipato anche a diversi appuntamenti del Roadshow. L’azienda ha a disposizione 130 Tem, che seguono circa 770 piccole e medie imprese, le quali hanno ottenuto lo scorso anno 820 milioni di euro di guadagno dall’export. Completano il profilo del Tem le caratteristiche indicate da Lentsch, quali una laurea in economia ad indirizzo linguistico oppure in lingue con indirizzo economico, padronanza del web marketing, di almeno due lingue straniere, flessibilità nei rapporti con le imprese, capacità di vendita, pronti a girare tra le imprese, compenso di circa duemila euro mensili per i più giovani tra i 25 ed i 28 anni.

Su questa figura è modellato il bando del Mise, che ha selezionato già le società che forniranno i Tem, il cui elenco di oltre 160 studi professionali è già stato pubblicato sul sito del ministero. Tra queste figurano oltre alla stessa Co.Mark, diverse associazioni di categoria. La scadenza per inoltrare le domande al ministero era lo scorso 20 luglio, ma il bando ha subito piccole modifiche. La selezione per Tem in area Ancona, Bologna e Bari è scaduta lo scorso 8 settembre, pur essendo già pronto e pubblicato l’elenco delle società fornitrici. Con l’arrivo dei voucher per l’internazionalizzazione il mercato del lavoro per gli esperti dell’export è destinato ad ampliarsi, per questo l’Ice ha attivato corsi di formazione per formare 400 nuovi Tem che affiancheranno le imprese per i prossimi due anni.

Sul mercato esistono già dei professionisti di consolidata esperienza, ma non sono in numero sufficiente a soddisfare la potenziale domanda delle pmi. Per questo, su incarico del Mise, l’Ice-Agenzia metterà a disposizione la sua esperienza pluridecennale nella formazione di queste figure professionali con degli appositi Master”, spiega nell’annuncio dei corsi di formazione l’agenzia. Anche Co.Mark attiverà un master di formazione, legato all’assunzione in azienda ed esporterà all’estero il modello di business dei Tem, è in fase di realizzazione la società spagnola del gruppo, in collaborazione con l’Ice iberico.

Nelle Faq del ministero sul voucher, si specifica che possono presentare “domanda di inserimento nell’elenco fornitori di servizi tutte le società di capitali anche in forma di cooperativa appartenenti a qualsiasi settore”, escludendo le imprese individuali e le società di persone, sono invece ammessi gli studi o le società professionali purché abbiano assunto la forma giuridica di società di capitali. Tra gli ammessi anche le società estere “purché dispongano di una sede nel territorio italiano che risulti iscritta al Registro delle imprese della Camera di commercio territorialmente competente e in stato di attività, al momento della presentazione della domanda”. Per essere inclusi nell’elenco fornitori le società richiedenti hanno dovuto auto-certificare la propria competenza o quella dei propri collaboratori, sia nell’aver dato vita ad almeno dieci progetti di export management negli ultimi tre anni, sia tramite l’asseverazione cioè la certificazione sulle esperienze quinquennali maturate nel commercio estero “rilasciata da parte di un’associazione di rappresentanza manageriale o un’associazione imprenditoriale rappresentativa”.

Questo sembrerebbe essere contraddetto dalla mancata richiesta di vincoli temporali sulla costituzione di società di capitali o dall’inesistenza di limiti di fatturato minimo, per la presentazione della domanda. Il voucher rappresenta una nuova possibilità per le imprese che altrimenti avrebbero difficoltà a vendere all’estero i propri prodotti, ma a fornire i servizi saranno esclusivamente società di capitali che hanno auto-certificato le proprie competenze. Resta fuori una vasta platea di potenziali professionisti, risulta evidente nel bando, la mancata specificazione di criteri di merito con cui costruire l’oggettiva rispondenza delle competenze, favorendo il consolidamento di uno specifico settore di mercato, tra i potenziali fornitori.

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