Allora chi ha ragione, e chi ha torto? In questa storia di accuse incrociate, chi interpreta il ruolo di Robin Hood? Per vederci più chiaro è necessario puntare i riflettori sul ruolo degli hedge fund come Morpheus Research.
La vicenda di Cucinelli non riguarda un singolo short seller: nei mesi scorsi aveva già subito la spallata di un altro hedge fund “short”, Pertento Partners, e dopo la caduta provocata da Morpheus ha subito le “posizioni corte” (un altro riferimento alla vendita allo scoperto) del fondo Helikon, che influenza il comportamento di diversi investitori di Piazza Affari. Ufficialmente questi operatori si presentano come “guardiani” del mercato, in grado di scoprire zone d’ombra e smascherare contraddizioni che sfuggono alle autorità, e in diversi casi – basti pensare a scandali come quello di Wirecard in Germania – hanno avuto ragione, contribuendo a svelare frodi colossali.
Sostengono che senza di loro i mercati sarebbero terreno fertile per l’autocompiacimento delle aziende, tra bilanci troppo rosei e retoriche ingannevoli, ma la loro etica si ferma un passo prima del disinteresse: più il titolo crolla, più guadagnano, perché il modello di business che perseguono si regge sulle vendite allo scoperto (“short sell”) – prendono azioni in prestito, le rivendono a un certo prezzo, le ricomprano quando il valore scende, e traggono profitto dalla differenza tra vendita e riacquisto.
È un confine sottile tra denuncia legittima e speculazione interessata, che rischia di trasformare la verità in un campo di battaglia dove l’obiettivo non è la trasparenza, ma il profitto. È il cortocircuito di un sistema che si autoalimenta: il sospetto vale quanto la prova, e spesso più della prova, perché brucia miliardi in tempo reale. Niente di tutto questo è illegale, e niente è del tutto etico: nella finanza, anche gli sciacalli indossano giacca e cravatta.
Dall’altro lato c’è un’azienda che non si è mai sottratta a nessuna forma di retorica plastificata: il neo-olivettismo di Cucinelli che piace tanto ai giornali, il capitalismo “buono” dei premi produzione e del paternalismo verso i sindacati, ben rappresentato dal borgo “privato” di Solomeo, dove il patron ha deciso financo la disposizione – o la rimozione – delle panchine. Il risultato è un ambiente da cartolina che comunica un’idea di finzione e distacco che non è difficile sovrapporre ad altri ambiti della comunicazione del brand.
Ma Cucinelli è l’unico marchio ad aver annunciato il ritiro dalla Russia degli aggressori per poi restare a farci affari, in maniera lecita o illecita che sia? La risposta è: certo che no. Ed è davanti agli occhi di tutti da anni, come mostrava il reporter Stefano Tiozzo nel marzo 2024.