Pratiche di consumo come il binge watching sono il frutto dei cambiamenti avvenuti negli ultimi quindici anni nel mondo della serialità, come ci aiuta a ricostruire Giorgio Grignaffini, direttore editoriale di Taodue, ma anche docente e ricercatore presso l’Università Cattolica e lo IULM di Milano, nonché autore di numerosi saggi.
La rivoluzione risale al 1 febbraio 2013, quando Netflix rilascia tutti i 13 episodi in contemporanea di House of Cards, la sua prima serie originale, con Kevin Spacey. “Perché il binge watching esplodesse, serviva la distribuzione digitale”, spiega Grignaffini. Netflix ha fatto del binge watching uno degli elementi distintivi della propria offerta di contenuti, facendo accedere lo spettatore (abbonato) a un archivio di titoli in crescita costante.
“Rendere disponibile l’intero cofanetto di episodi ha infranto un tabù e modificato un meccanismo produttivo consolidato nelle reti generaliste americane: difficilmente i grandi network ordinavano una serie sulla base della sceneggiatura; si realizzava una puntata pilota che veniva poi testata. Solo in caso di ricezione positiva dell’audience si procedeva con la produzione dell’intera stagione”. Il cambiamento di paradigma ha “modificato radicalmente il concetto stesso di serialità, fondato in precedenza solo sul palinsesto, sulla periodicità e sull’attesa di un appuntamento che avveniva a cadenza regolare (di solito settimanale), favorendo la visione compulsiva delle puntate in qualsiasi momento”.
Ormai la pratica del binge watching appartiene in maniera trasversale a molte fasce di spettatori e si può dire sia quella privilegiata dalle nuove generazioni, che riscoprono sulle piattaforme titoli di enorme successo a loro precedenti – Friends, Breaking Bad o anche Un medico in famiglia – e contribuiscono alla scoperta di prodotti rimasti in sordina sulla tv generalista come Mare fuori, serie Rai divenuta un caso solo dopo l’inserimento nel catalogo Netflix. I primi sei episodi dell’ultima stagione, rilasciati su RaiPlay, hanno infatti battuto ogni record di visualizzazione già nella prima notte di diffusione.
“È un fenomeno interessante come gli adolescenti oggi vivano la fruizione dei media generalisti in maniera discontinua e frammentaria, in linea con il loro uso dei social, trovando invece ancora una capacità immersiva nelle serie, di cui sono disposti a vedere molti episodi uno dietro l’altro”, commenta Giorgio Grignaffini.