“Lo Skilled Worker Visa è una truffa” mi dice Xinni, originaria della Repubblica Ceca, che da poco ha dovuto lasciare il Regno Unito per tornare a Praga, dopo aver studiato e lavorato nel Paese per tre anni. “Sembra che tu debba essere un raccomandato o avere un talento eccezionale e indispensabile per ottenerlo”.
Xinni lavora nel settore tech e, dopo aver frequentato un master nel Regno Unito, ha iniziato a lavorare per una compagnia in questo campo. La pandemia ha però portato la sua azienda a licenziare grosse fette di personale, lei compresa. I seguenti anni li ha passati a cercare un lavoro che la sponsorizzasse, permettendole quindi di rimanere nel Paese. Senza successo.
“Il sistema è profondamente ingiusto: se il criterio per ottenere il visto è il salario, si parte già svantaggiati. Servono anni di esperienza, contatti, e una nicchia. Per un neolaureato è impossibile.”
Sponsorizzare un lavoratore straniero infatti costa caro anche ai datori: tra licenze, certificati e imposte, la spesa varia da £2.000 a £5.000 per tre anni, secondo quanto previsto dall’Immigration Act 2014 e 2016 e dalle Immigration Rules. E Xinni non è la sola a pensarla così.
Nik ora vive in Olanda, ma ha frequentato un master in Inghilterra, dove si è trasferito dal suo Paese natale, la Slovenia. Lì ha studiato finanza, uno dei settori considerati più proficui e sicuri dal punto di vista dell’assumibilità.
“Oltre al fatto che il numero di posti nel settore (nella City) si è ridotto negli ultimi due anni – soprattutto per i neolaureati – le selezioni sono durissime” mi dice, raccontando il periodo successivo alla laurea, prima che decidesse di lasciare il Paese e cercare lavoro altrove. “Anche se provengo da un’università prestigiosa, con una laurea di primo livello e un visto per neolaureati, è stato impossibile ottenere qualcosa. Le società di investimento a cui ho fatto domanda mi hanno detto con chiarezza che non potevano assumermi per via della situazione che si sarebbe creata due anni dopo, una volta scaduto il mio visto, quando non avrebbero potuto tenermi”.
Il motivo? “Sostengono di voler evitare problemi futuri, in cui non riuscirebbero a dimostrare alla propria direzione o al consiglio di amministrazione che io, come candidato giovane, meriti più di un candidato britannico o con pre-Settled Status, giustificando così il pagamento di una tassa aggiuntiva per sponsorizzare il mio visto — che di fatto aumenterebbe il mio costo salariale di oltre il 20%”.