Domenico Vitto, ANCI Puglia: “PNRR a rischio senza assunzioni nei Comuni, ma il Governo non manda i fondi promessi”

La Puglia Cenerentola d’Italia nell’efficienza delle amministrazioni locali: maglia nera a Trani e Lecce. Il perché e le soluzioni con il presidente ANCI Puglia Domenico Vitto e il segretario regionale CISL – Funzione Pubblica pugliese Aldo Gemma.

La transizione burocratica è una delle condizioni attuative del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, e si tratta di un’evoluzione fondata sul lavoro, non (solo) sulla tecnologia digitale o l’infrastrutturazione materiale. C’è bisogno di donne e uomini, di competenze tecniche e umanistiche per far compiere all’Italia il salto evolutivo auspicato, e ancor più per far avvicinare il Sud agli standard sociali ed economici del Nord. C’è bisogno di lavoratrici e lavoratori nella Pubblica Amministrazione, a partire dai Comuni, chiamati a trasformare in opere e servizi investimenti pari a oltre 70 miliardi di euro nei termini temporali imposti dall’Unione europea.

Il dubbio che sia un obiettivo raggiungibile è avallato dalla conclamata carenza di quantità e qualità negli uffici comunali. Stando alla ricerca sul lavoro pubblico presentata al Forum PA 2021, la Pubblica Amministrazione contava 3,2 milioni di dipendenti al 1° gennaio 2021 (31.000 in meno del 2020), la quantità più bassa degli ultimi vent’anni. L’età media è 50 anni – con gli over 60 che sono il 16,3% e gli under 30 che raggiungono il 4,2% – e oltre 500.000 lavoratori sono potenzialmente pensionabili nel triennio 2021-2024, nel pieno della fase attuativa del PNRR.

Stringendo l’osservazione ai Comuni, la fondazione IFEL dell’Associazione Nazionale Comuni d’Italia ha rilevato la progressiva riduzione del personale in servizio dai 479.233 del 2007 ai 361.475 del 2019, pari a -24,5%. Ciò vuol dire che si è passati da 8,04 a 6,00 dipendenti comunali per 1.000 abitanti: rapporto tra i più bassi nell’area dell’Unione europea.

In Puglia si registra il dato peggiore: 14.795 unità in servizio nei Comuni, pari a 3,70 per 1.000 abitanti.

Domenico Vitto, ANCI Puglia: “Ai Comuni pugliesi servono assunzioni. Mancano i fondi promessi dal Governo”

“Abbiamo bisogno di reclutare velocemente il personale necessario a cogliere l’opportunità offerta dai tantissimi e utilissimi fondi del PNRR”, afferma il presidente di ANCI Puglia e sindaco di Polignano a Mare Domenico Vitto. E le Amministrazioni comunali pugliesi ne hanno bisogno più di altre in altre zone d’Italia, anche considerando la rilevante quantità di piccoli Comuni esistenti (con popolazione inferiore a 5.000 abitanti) e che già faticano molto a gestire l’ordinaria amministrazione; figuriamoci la progettazione e l’attuazione di nuovi investimenti.

Anche dalla carenza di personale, infatti, deriva la scarsa capacità d’investire dei Comuni. Missione in cui la Puglia non appare brillante. La Fondazione Etica ha elaborato una sorta di mappatura della capacità e dell’efficienza amministrativa assegnando al Comune di Trani il rating più basso d’Italia tra i capoluoghi di provincia e al Comune di Lecce la più bassa percentuale di spesa per investimenti.

Risultati a cui concorrono tanto la carenza di personale tecnico che le ridotte disponibilità finanziarie per la progettazione, per cui la partecipazione ai bandi risulta altamente inefficace com’è dimostrato, solo per citare l’ultimo caso, dall’esito del bando Sport e Periferie: 2.200 istanze non ammesse a valutazione sulle 3.380 presentate per ottenere parte dei 300 milioni messi a disposizione dei Comuni per il rifacimento e il riammodernamento degli impianti sportivi; dei 1.180 progetti esaminati ne sono stati finanziati 495, pari al 14,60% del totale delle istanze.

“La cabina di regia istituita presso la Città Metropolitana di Bari sta aiutando i Comuni” che ne fanno parte a superare quest’ulteriore ostacolo, riprende Domenico Vitto, e un altro sostegno è offerto dai “fondi di rotazione finanziati dalla Regione Puglia, che ne ha garantito il rifinanziamento”. All’appello “mancano i fondi promessi dal Governo”, indispensabili a rendere esecutivi e finanziabili i parchi-progetto esistenti come a realizzarne di nuovi, disegnati sulla base degli obiettivi indicati nel PNRR e aderenti alle indicazioni dei singoli bandi.

Aldo Gemma, CISL: “Nuove assunzioni nei Comuni? C’è rischio di precariato a tempo indeterminato”

Il ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta pare aver compreso la gravità dell’emergenza esistente e la necessità d’intervenire con urgenza, tanto da appostare sulla “capacità amministrativa” della PA 1,7 miliardi tra PNRR, fondi strutturali UE e cofinanziamento statale.

Risorse necessarie, tra l’altro, ad attuare il programma straordinario di assunzioni che dovrebbe incrementare di oltre un milione le lavoratrici e i lavoratori del pubblico impiego, portandolo numericamente quasi al livello della Germania. Un obiettivo che s’intende raggiungere anche consentendo l’accesso degli enti locali ai percorsi preferenziali per le assunzioni a tempo determinato connesse all’attuazione di progetti elaborati dai Comuni, o di cui gli stessi Comuni sono soggetti attuatori. Soluzione necessaria per affrontare i problemi del presente e che nel futuro, però, potrebbe generare “un’enorme vertenzialità”, commenta Aldo Gemma, segretario regionale della CISL – Funzione Pubblica pugliese.

Già ora si deve affrontare un evidente controsenso: “Tra gli obiettivi qualificanti del PNRR c’è il favorire l’occupazione di donne e giovani, che sono praticamente tagliati fuori dalle selezioni per la sua attuazione a cui si accede solo se in possesso di titoli e di esperienza”.

Poi c’è l’anomalo “uso indiscriminato delle assunzioni a tempo determinato”, peraltro in enti a cui, per legge, “si accede esclusivamente con procedure concorsuali che generano assunzioni a tempo indeterminato”. Il rischio paventato è la costituzione di una sorta di “precariato a tempo indeterminato, com’è accaduto e continua ad accadere ovunque nelle amministrazioni pubbliche italiane”.

La stabilizzazione di chi lavorerà al PNRR è un obiettivo condiviso dal Governo, che già ora ha previsto una speciale riserva nei futuri concorsi a vantaggio di chi è assunto a tempo determinato ed è impiegato per almeno tre anni all’attuazione dei progetti del Piano. Se basterà o meno lo si vedrà tra cinque anni; nel frattempo bisogna fare i conti anche con le esigenze ordinarie della Pubblica Amministrazione, con la quotidiana “produzione di servizi a favore dei cittadini, oggi non sempre garantiti” con la necessaria efficacia ed efficienza a causa delle carenze di dipendenti e professionalità.

Il PNRR stanzia i fondi per costruire, ma non per amministrare

L’indispensabile transizione burocratica, peraltro, è un processo dinamico che non s’interromperà all’esaurirsi dell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza; anzi, proprio la realizzazione di questa complessa manovra attiverà ulteriori evoluzioni da governare.

Per stare alla sola Puglia, costruire 101 Case della Salute è uno degli obiettivi da realizzare con i fondi del PNRR che, a voler essere fiduciosi, sarà centrato. Una volta costruite e consegnate agli enti territoriali chi le gestirà? Chi ci lavorerà, e a quali condizioni?

Altro divario da colmare è la carenza di asili nido e scuole per l’infanzia, a cui è destinata quota parte dei 5,2 miliardi complessivamente stanziati anche per innovative scuole primarie, per mense e palestre, per la riqualificazione degli immobili scolastici. E però il concorso ministeriale appena avviato per il reclutamento di personale da inserire negli organici della scuola dell’infanzia non prevede assunzioni in Puglia, come in Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Sicilia e Veneto.

Proprio questo genere di servizi ad alto contenuto sociale, caratterizzati da costi elevati e ricavi ridotti, sono tra quelli sempre più di frequente appaltati all’esterno e sempre più spesso affidati a soggetti economici che traggono utili dalla precarizzazione del lavoro. “Il PNRR punta a ridurre le distanze infrastrutturali tra le regioni meridionali e quelle settentrionali, e tra queste e il resto dell’Europa”, è la riflessione di Aldo Gemma, “ma non fornisce alcuna indicazione su chi, come e con quali risorse gestirà le nuove strutture. È bene dirselo fin da ora: se i fondi saranno utilizzati solo per costruire strutture, non avremo risolto i problemi che ci sono stati posti dalle emergenze sanitarie, economiche e sociali”.

Photo credits: dipendentistatali.org

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