È la documanità, bellezza

L’era digitale impone un rivolgimento del modo di pensare, e una presa di consapevolezza riguardo al cambiamento evolutivo in atto. Parola di filosofo. Recensiamo “Documanità” di Maurizio Ferraris.

Invita alla riflessione in quarta di copertina il filosofo Maurizio Ferraris che nel suo ultimo libro, Documanità – Filosofia del mondo nuovo, già dal titolo suggerisce di non lasciarsi andare a visioni pessimistiche e assolutistiche.

Un tempo nuovo è iniziato, e farsi atterrire o ancor peggio travolgere dalla complessità non servirà a molto. Questo, tuttavia, non significa non vedere le difficoltà, far finta che la crisi non esista e non abbia delle conseguenze. Piuttosto servono lucidità e volontà di capire le cose; serve avere la voglia di porsi qualche domanda provando a ricercare le risposte.

Documanità, la filosofia che interpreta l’era digitale

Che cosa è il web, chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo? Ecco le quattro domande cardine intorno alle quali ruota questo libro. Rivoluzione, rivelazione, speculazione, trasvalutazione sono le parole che le accompagnano.

Tutto prende forma all’interno di uno schema filosofico che serve a dare sostanza ai quattro capitoli del testo, scritti in modo da poter essere letti in maniera consequenziale oppure libera, così che il lettore possa evolvere attraverso lo sviluppo di un pensiero proprio.

Un saggio che fa capire come la filosofia può diventare una forma di approccio all’analisi dei contesti capace, tra le altre cose, di offrire strumenti utili a comporre quella piccola cassetta degli attrezzi indispensabili che tutti dovrebbero avere. Soprattutto ora che – è sempre più chiaro – si vive una realtà dominata non solo dalla complessità, ma anche dall’incertezza e dalla necessità di creare nuove forme di equilibrio.

Il web e la rivoluzione concettuale della documanità

In tutto questo il web rappresenta l’apparato di registrazione più grande mai creato e sviluppato sino ad ora. Sono circa 23 miliardi i dispostivi connessi, ed è grazie a questa enorme rete di connessione che, ogni giorno, si producono enormi quantità di oggetti socialmente rilevanti. L’autore riporta il lettore a considerare il senso imponente della misura: questa mole di connessioni che genera – tra le altre cose  transazioni, atti e comunicazioni può essere codificata in 2,5 quintilioni di byte. Anche solo volendo prendere in seria considerazione questi due dati si riesce a intuire l’enorme portata del cambiamento in atto, che forse non ha precedenti e non ha termini di confronto con altre culture.

Quando si dice che è necessario comprendere il web nella sua profondità significa non solo comprenderne i meccanismi e le funzionalità, non solo restare alla superficie delle cose ma provare a comprendere una rivoluzione che porta, inevitabilmente, a una nuova umanità, un’umanità che produce ogni giorno una gigantesca quantità di documenti ed ecco, allora, la documanità a cui il libro si riferisce. Una documanità che, tra l’altro, produce conoscenza, informazione, valore, e lo fa a volte senza rendersi del tutto conto della portata di tutto questo, e del fatto che molte volte è fatto in maniera gratuita.

Ferraris invita a una “rivoluzione concettuale” da intendersi come “un rivolgimento del modo di pensare che ci ha accompagnati nel tempo”. In questo contesto in cui le macchine fanno parte dell’oggi e anche del domani, e sempre più sapranno rispondere ai bisogni e alle esigenze anche in termini di produttività, la stessa umanità dovrà provare a ripensare il proprio essere nel mondo sapendo di essere parte attiva del cambiamento evolutivo in atto.

Se è vero che un virus ha ricordato con forza la superiorità della natura, questo deve essere punto di partenza per un’accorata riflessione: della natura si vuole essere schiavi oppure no? Ne va della nostra libertà, e la risposta, a quanto pare, potrebbe non essere proprio dietro l’angolo.

Perché leggere Documanità – Filosofia del mondo nuovo

Il libro merita di essere letto non solo per il suo valore e per l’invito alla riflessione profonda, ma anche per la struttura testuale suddivisa in quattro capitoli, che offre al lettore la possibilità di fruirlo in maniera ordinaria – come fosse un saggio unico – oppure di scegliere liberamente l’ordine di lettura dei singoli capitoli, che possono considerarsi come altrettanti saggi tematici.

Inoltre, all’inizio il testo, presenta delle interessanti Istruzioni per l’uso che non ci si aspetta di trovare in un libro di questo genere. L’autore infatti vuole riproporre in filosofia la forma del sistema per cui a questo scritto ci si può approcciare in modi differenti, seguendo ad esempio l’interesse personale, il criterio tematico o quello strutturale. In alternativa, l’autore si premura di suggerire altre possibilità, come la lettura di un solo tema o micro-tema e la successione tra paragrafi di capitoli diversi.

Già questo indizio dovrebbe incuriosire. Il modello di lettura imparato sin da bambini dice di partire dall’inizio proseguendo con ordine. E se questo ordine, che l’autore indica per primo, non fosse quello voluto o inteso dal lettore? Perché non provare a cambiarlo? Perché non sperimentare, anche attraverso la lettura del libro stesso, quel suggerito rivolgimento del pensiero che ci ha accompagnati per lungo tempo?

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