La dismissione della produzione di motori a combustione decisa dall’UE per il 2035 sta provocando licenziamenti a catena nell’automotive: è il caso della Bosch e della Marelli, a Bari. Sul tema abbiamo raccolto dichiarazioni in esclusiva di Pierluigi Bersani.
Gli ex Gkn per Mondo Convenienza: a San Lorenzo la stella cadente è il lavoro
Gli operai della fabbrica di Campi Bisenzio manifestano per i colleghi di Mondo Convenienza, in agitazione dal 30 maggio: “Chiediamo il minimo, con il massimo chiuderebbero domani”. Dario Salvetti, Gkn: “Coincidenza spaventosa tra le nostre condizioni. I media mentono per far credere sia tutto risolto”
L’11 agosto del 1944 alle 7 del mattino la Martinella suonò. La Martinella, per Firenze, è la campana di guerra, lo è sempre stata per avvisare la città che la guerra era scoppiata o stava per farlo, la Martinella avvisava che era tempo di stare in allerta. In quell’alba suonò invece per far sapere a ogni fiorentino che la città era stata sgomberata dal conflitto, via i tedeschi. Dal ’44 suona ogni anno per la libertà.
C’è ancora tanto da fare in questo 11 agosto 2023 per liberare il lavoro in Italia. Per accorgersene c’è solo un modo: mettersi nei panni degli altri. Io l’ho capito seguendo mani, piedi e cuore la vertenza della ex Whirlpool di Napoli negli ultimi mesi, provando a respirare con loro, non sprecando nemmeno un minuto di quelli che Massimiliano Quintavalle mi dedicava per dirmi come stavano le cose, come sarebbero potute andare, quanto penavano a tenere duro.
Ti accorgi che il lavoro sta male solo se gli vai a guardare da vicino le ferite aperte e provi a disinfettarle, informandoti.
Il ponte tra operai ex Gkn e Mondo Convenienza, in sciopero da maggio
Ho passato la sera di San Lorenzo in mezzo agli operai ex Gkn a Campi Bisenzio, in presidio permanente da oltre due anni, la fabbrica a due passi e del tutto cristallizzata dalla mattina del 9 luglio 2021, quando senza preavviso la proprietà disse che era un venerdì di ferie collettivo mentre si stava consumando il loro ultimo giorno di lavoro, i macchinari immobilizzati per sempre, di colpo e senza un senso, milioni di euro di investimenti surgelati nell’indifferenza dei ministeri e degli investitori che ormai ragionano solo per capitale immobiliare e se ne fregano del capitale umano.
Lì dentro si è fermato tutto, il silenzio è tombale appena provi ad aprire la porta dello stabilimento, superati i tornelli, accompagnata da Dario Salvetti. Mi racconta che, quando l’azienda filava dritta come un treno, i capi dicevano che ogni minuto di pausa erano ventimila euro persi. La ex Gkn, vista dalla porta di vetro prima dello scotch bianco e rosso, pare Pompei il giorno dopo. Gli fa male farmi vedere quel silenzio: Salvetti, come tutti quelli che vanno in battaglia in prima fila, deve tenere dura la linea ma le pene le sente come tutti. Intanto loro stanno provando a fare la storia come la ex Whirlpool di Napoli, anche se con un’altra strategia e un altro contesto sociale, politico, industriale: il comune denominatore resta identico, indebolire l’industria italiana che funziona, costi quel che costi.
Ieri sera Gkn non era a presidiare per sé, ma per i colleghi maltrattati di Mondo Convenienza, lo stabilimento a duecento metri da loro. Dal 30 maggio facchini, montatori e autisti sono in stato di agitazione, lo sciopero nazionale è partito proprio da Firenze per poi arrivare a Bologna, Roma, Torino e avanti fino a tutte le sedi possibili. Chiedono di boicottare gli acquisti e lo chiedono a ognuno di noi che per risparmiare sugli arredi di casa ci appoggiamo con tutto il peso alle loro schiene e alle loro giornate. Guadagnano 6,80 euro lordi l’ora.
Chiedono tre cose semplici: che venga applicato il contratto della Logistica e non quello del settore Multiservizi e pulizie; che venga montato in fabbrica un marcatempo (non gli fanno segnare le ore, Mondo Convenienza spiega che come concessione danno loro un foglio firme, quasi fosse un vanto rispetto al “controllo”); che decada il regolamento unilaterale, quindi non contrattuale, secondo cui le trasferte non vengono pagate giornaliere, come dovrebbe, ma mensili e forfettarie. Tradotto, l’ultimo ricatto: “Se su ventidue giorni di lavoro tu me ne salti quattro, perdi il diritto a tutta la trasferta mensile, quindi malattia e persino festività sono considerate sottrazione a questi ventidue giorni. Se non fai tot giorni al mese, non gli scatta il diritto al pagamento della trasferta”.
Dario Salvetti, Gkn: “Coincidenza spaventosa tra le nostre condizioni. I media mentono per far credere sia tutto risolto”
Salvetti mi spiega la condizione degli operai di Mondo Convenienza come parlasse dei suoi colleghi, il sentimento è lo stesso.
“Da Prato li abbiamo visti arrivare qui a Campi, e oggi c’è una coincidenza spaventosa tra le loro condizioni e le nostre. Noi in Gkn siamo solo formalmente non licenziati, ma di fatto lo siamo. Quando leggiamo il loro striscione per cui non possono vivere con 1.180 euro lordi al mese, sapete bene ormai che noi in Gkn purtroppo siamo persino al di sotto, e in appena due anni siamo passati dall’essere la fabbrica più sindacalizzata e forte – con stipendi tra i migliori della zona – a essere niente.”
“Con Mondo Convenienza condividiamo persino gli stessi problemi di tattica, che è passare questo agosto e sconfiggere la duplice morsa che si è abbattuta su noi operai in presidio da Nord a Sud: la repressione da un lato e la finta vittoria dall’altro, complici i media. La nostra finta vittoria ce l’abbiamo avuta con l’arrivo di Borgomeo, che non ha portato nulla di buono se non alimentare la stampa, e quindi l’Italia intera fino al vicino di pianerottolo, nel far credere che fosse tutto risolto. Sta succedendo la stessa cosa anche a Mondo Convenienza, perché se i media mentono sulla realtà delle cose (La Nazione ha titolato poco tempo fa che la situazione Mondo Convenienza era stata risolta, N.d.R.) allora si può far credere più facilmente al mondo intero che dietro gli scioperi a oltranza ci sia altro, strani meccanismi, gente eversiva, cattivi maestri”.
E pensare che Gkn sta mettendo da mesi sul tavolo della politica l’unico piano serio di reindustrializzazione che si sia mai visto in Italia negli ultimi anni, scritto e studiato e misurato dagli operai stessi, insieme a cervelli e studiosi esterni, gli unici che vorrebbero davvero far tornare il lavoro e la vita.
Gli operai di Mondo Convenienza: “Stiamo chiedendo il minimo. Col massimo chiuderebbero domani”
Non dobbiamo più vederci alcuna retorica nella frase toccano uno, toccano tutti: una vertenza alla volta, un pezzo d’Italia alla volta, non possiamo negarlo. Salvetti lo rimarca al microfono per la maggior parte dei settori produttivi di questo Paese.
Colpisce quando un operaio pakistano di Mondo Convenienza prende la parola per dire che l’azienda sa solo proporre loro di superare i licenziamenti e farli rientrare alle stesse condizioni, se non peggiori: “Noi abbiamo deciso che non ci rientriamo con quel sistema di sfruttamento, andiamo avanti fino alla fine di questa lotta. E dico anche che stiamo chiedendo il minimo dei diritti per lavorare, nemmeno il massimo, perché se chiedessimo il massimo dovrebbero chiudere domani”.
Un gruppo di colleghi pakistani ha allestito intanto un banchetto per vendere le magliette a sostegno della causa, mi dicono che il disegno è di Zerocalcare, la frase ridicolizza lo slogan con cui Mondo Convenienza ci ha riempito la testa per anni in radio: la nostra forza è il prezzo, loro ribattono che è lo sfruttamento.
Partono applausi.
Hanno chiamato l’iniziativa Mondo Convergenza, aspettando la Martinella.
Per chi suona la Martinella. Lodo Guenzi: “Qui perché ci credo”
Mi siedo accanto a Lodo Guenzi degli Stato Sociale, c’è un posto libero sulla panca di legno, non ci sono gerarchie o personaggi famosi quando si fanno le battaglie civili, non ci sono gli uffici stampa a mediare o blindare, tra poco canterà. Mi dice che è da sempre vicino alla storia di Campi Bisenzio.
“Nicola Borghesi, qui di fronte a te, che è il mio più caro amico ed è un regista teatrale, ci conosciamo da quando abbiamo dieci anni, ha portato in scena Il Capitale, tre metalmeccanici e un’addetta alle pulizie di Gkn, ora diventata anche lei metalmeccanica. Dario mi ha chiesto di portare stasera un messaggio di solidarietà a queste vertenze con la musica e quindi sono qui, potevo esserci e sono venuto perché ci credo”.
La notte di San Lorenzo è scesa, il cielo è buio dietro le luci dei grandi centri commerciali di fronte a Gkn. Penso che la vera stella cadente sia il lavoro. Penso che è l’11 agosto 2023 e che un operaio italiano e un operaio pakistano stanno raccontando che Italia del lavoro siamo diventati, e che ci stanno invitando a contestare l’oblio in cui ci siamo accomodati.
Mentre scrivo, stamattina, la Martinella è suonata, anche quest’anno, ancora per la libertà.
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