Interno giorno, farmacia di via Melchiorre Gioia, a Milano.
“Buongiorno, vorrei questo farmaco per il mio cane che soffre di Leishmaniosi. Ecco la prescrizione del mio veterinario. Il farmaco si chiama Milteforan, è uno sciroppo che dovrei dare al mio cane per 28 giorni.”
Il farmacista legge la ricetta, controlla nei cassetti se il farmaco c’è, lo trova e apre il computer per verificare il prezzo. Leggo sul volto del farmacista un certo scetticismo, riguarda il computer e poi si rivolge a me: “Scusi, lei sa quanto costa questo farmaco?”.
“Non saprei”, rispondo, “50 euro? 80 euro?”
“No, molto di più. Il farmaco che le hanno prescritto per il suo cane costa 240 euro. Lo vuole lo stesso?”
Al momento avrei risposto negativamente di fronte a un prezzo tanto assurdo, poi mi sono venute in mente le parole della mia veterinaria sull’importanza di quel farmaco per annientare i parassiti presenti nel corpo di Tom e l’ho acquistato.
Al tempo stesso mi sono chiesto che cosa avrebbero fatto quelle persone, magari indigenti, che hanno un cane nelle stesse condizioni di Tom. È così che ho pensato che valesse la pena indagare un po’ a fondo su questa enorme disparità di prezzi tra i farmaci per cani e quelli a uso umano.
Un’indagine tanto più necessaria dopo aver scoperto, sempre a proposito del farmaco Milteforan, della stragrande differenza tra il prezzo che pagano i veterinari e quello che pagano coloro che lo acquistano in farmacia: la seconda volta che la mia veterinaria mi ha prescritto quel farmaco per abbassare i valori della malattia di Tom mi ha proposto di acquistarlo al prezzo che lo avrebbe pagato il suo studio veterinario, ovvero 117 euro al posto di 240.
C’è soltanto un motivo che giustifica un simile rincaro: speculazione delle case farmaceutiche che producono farmaci veterinari. Ma prima di evocare una spiegazione come questa abbiamo sentito Barbara Gallicchio, una delle più note veterinarie in Italia.