I libri scolastici “costano troppo” e “nelle nuove edizioni cambia poco”: la risposta di Marco Griffa, della casa editrice Loescher.
Formazione gratuita anche a chi andrà via: così le aziende affiancano gli ITS
Il caso di Vianova, che ha fondato un’academy per gli studenti di scuole superiori e università per colmare il gap tra scuola e lavoro
C’è un grande dibattito su come formare i giovani, sia con nozioni teoriche sia con quelle tecniche, che dovrebbero – per gli studenti che scelgono istituti professionali e tecnici – rendere più armonico l’ingresso degli studenti nel mondo del lavoro. La scuola dovrebbe fornire competenze tecniche, ma anche sostenere gli studenti nello sviluppo del proprio potenziale per la costruzione della propria personalità.
Il dibattito se la scuola debba preparare alla vita o al lavoro è ancora molto attuale: le PMI (ossatura del nostro Paese) e le industrie cercano di continuo profili specifici che a volte si fatica a reperire, perché il gap tra la formazione scolastica e le richieste dalle aziende rischia di essere alquanto ampio.
E allora, come fare per risolvere l’annosa questione?
Il mercato chiama ma i giovani non sanno rispondere. E le aziende fanno da sé
Già tre anni fa ne avevamo parlato sul nostro giornale, riguardo un gruppo di aziende della Brianza lombarda che si sono associate costituendo una academy per formare i ragazzi da inserire nelle varie realtà d’impresa presenti sul territorio; ma questa necessità da parte delle imprese provenienti dai vari territori italiani esiste tuttora.
Gli ITS (Istituti Tecnici Superiori, di cui si discute molto) stanno provando a cercare di ridurre il gap tra la formazione che forniscono rispetto a quella richiesta dalle imprese. Stanno riuscendo nel loro intento?
Uno studio del 2021 condotto da Indire su richiesta del Miur (ministero Università e Ricerca, (ora ministero dell’Istruzione e del Merito) riporta che l’80% degli studenti diplomati presso gli ITS fra il 1 gennaio e il 31 dicembre 2019 ha trovato occupazione nell’arco di dodici mesi.
E se invece le imprese si accorgono – nonostante questi risultati così lusinghieri – che manca ancora una base solida su cui poggiare le speranze da parte dell’organizzazione di trovare i profili professionali richiesti?
Ci si mette, ancora una volta, in proprio.
La formazione per i giovani è aziendale e gratuita: il caso di Vianova
È il caso di Vianova, operatore di rete Fissa e Mobile dedicato alle imprese: il nome prende spunto delle tante strade antiche della Toscana che hanno “ispirato uomini di grande ingegno nella creazione di tanti capolavori del nostro tempo”; così scrivono sul loro sito istituzionale.
Abbiamo incontrato Cristina Luporini, laureata in Psicologia del lavoro: dopo sette anni in Praxi, nel 2012 entra in Vianova (che all’epoca si chiamava ancora Welcome Italia), dove si occupa di ricerca e selezione del personale, per poi arrivare a seguire a 360° l’attività del reparto di attività, formazione e di employer branding dell’impresa.
Con lei c’è Massimiliano Santini, che invece è un veterano all’interno dell’organizzazione aziendale: laureato in Economia e commercio, è entrato nel 2001 in Welcome Italia, dove si è occupato di diverse attività all’interno del gruppo in ambito organizzativo; poi è stato project manager in ambito sviluppo, e da qualche anno si occupa di risorse umane, qui chiamate “People”.
Abbiamo cercato di capire insieme a loro quale tipologia di competenze – tecniche e professionali – necessiti la loro organizzazione ad alto contenuto tecnologico.
“Pensare ai ragazzi come futuri colleghi, fornitori o clienti”: così l’azienda affianca le scuole
Se è vero che i processi tecnologici stanno rivoluzionando tutti gli aspetti delle nostre vite è, altrettanto vero che per inserirsi nel mondo del lavoro o crescere professionalmente occorre sviluppare conoscenze specifiche, in una sorta di formazione continua.
Massimiliano Santini ci racconta la storia di Vianova.
“Siamo un’azienda di telecomunicazioni che nasce nel 1999: quando sono entrato nel 2001 eravamo una ventina, mentre oggi siamo 238 persone e siamo cresciuti in maniera costante con una particolare attenzione a quello che stiamo facendo. Vianova è un’azienda fortemente orientata al cliente, ma siamo anche molto attenti all’esigenza del personale: pensiamo che per avere clienti felici, dobbiamo avere colleghi felici. Proprio in quest’ottica, in tutti questi anni, ci siamo chiesti che cosa potessimo fare sia per i nostri colleghi che per la comunità che ci circonda. Così abbiamo deciso, nel 2015, di contattare direttamente le scuole del territorio: ‘Se volete venire a toccare con mano che cos’è un’azienda, vi mostriamo un’eccellenza del nostro territorio’.”
Prosegue Cristina Luporini: “Nel progetto iniziale eravamo noi ad andare nelle scuole, poi abbiamo invitato loro a venire da noi a Pisa, nostra sede ipertecnologica con un data center di ultima generazione. Gli scopi dell’incontro scuola-azienda erano diversi: brand awareness, cioè far conoscere sempre di più il brand, molto noto a livello locale e in forte espansione sia in Toscana – con l’apertura della sede di Pisa – sia a livello nazionale; e recruiting, elemento che si incrocia con il primo, infatti più intraprendi iniziative volte a far conoscere il brand dell’azienda e più potenziali candidati ti vengono a cercare”.
“Così abbiamo iniziato ad allontanarci dall’autoreferenzialità: siamo passati da un territorio dove ci conoscevano tanto – e dove spesso erano le scuole stesse della zona a cercarci – a città dove ci conoscevano decisamente meno. Nel nostro DNA aziendale c’è sempre stata la mission di aiutare i ragazzi nel trovare la modalità di approccio al lavoro più corretta: far scattare quella scintilla nei giovani per essere proattivi al fine di presentarsi in un certo modo per uscire dalla scuola, per redigere correttamente il proprio cv, e anche per comportarsi nel modo giusto durante un meeting di selezione.”
Secondo Massimiliano Santini il ponte tra impresa e scuola sta proprio nel “pensare ai ragazzi come futuri colleghi, ma anche come fornitori o clienti di domani: immaginarli come se fossero le persone che guideranno le aziende, quelli che poi saranno gli specialisti che interagiranno con la nostra organizzazione. La volontà di contribuire in qualche modo a questo futuro immaginato è la spinta propulsiva che contraddistingue Vianova”.
“Già nel 2019, prima della pandemia, avevamo iniziato a pensare di fare qualcosa in più: poi, nel 2020, abbiamo iniziato a parlarne nel concreto e ci siamo chiesti che cosa potessimo fare di più come impresa socialmente responsabile. Ci sono scuole cui fornire supporto: noi ne abbiamo una decina ogni anno che ci vengono a trovare, con duecento-trecento studenti l’anno. Alcuni di loro sono poi diventati nostri colleghi.”
La formazione della Vianova Academy, privata e gratuita: colpa della scuola o merito dell’impresa?
Quando Vianova ha avviato questa idea di creare una academy al proprio interno sul territorio toscano, e più nello specifico in quello lucchese e pisano, gli ITS in Toscana erano pochi, e alcuni avevano concluso l’iter di finanziamento. Nel 2022, infatti, 37 nuovi corsi sono stati attivati proprio in Toscana.
L’idea di Vianova è stata realizzare dei corsi al proprio interno lanciando nel 2021 Vianova Academy, un programma che fornisce opportunità formative gratuite per i giovani del territorio e permette loro di acquisire nuove capacità tecniche, professionali e personali, sviluppando relazioni valoriali per il loro futuro.
“In qualche modo altrove questi corsi li fanno già, ma sono a pagamento e per neodiplomati. Ci siamo chiesti se non fosse il caso di organizzare meglio questi corsi con un programma che andasse bene per questi ragazzi. Abbiamo puntato su materie che conoscevamo e che avrebbero consentito ai ragazzi di trovare, una volta concluso il corso, un impiego in futuro, e di estendere allo stesso tempo le loro competenze nel mondo del lavoro sin da subito”, afferma Santini.
Ma la nascita della Vianova Academy risponde a una mancanza della scuola, o l’azienda si è accorta che i percorsi didattici proposti agli studenti erano in qualche modo carenti? Risponde Massimiliano Santini.
“La risposta è articolata, perché gli insegnanti con cui abbiamo a che fare sono bravissimi e alcuni ragazzi sono stati assunti da noi anche da diplomati, ma come azienda del settore tecnologico in continua evoluzione risulta ideale una preparazione universitaria rispetto a quella di una scuola superiore. È vero altresì che esistono ITS e IFTS che hanno dei programmi un po’ ingessati, troppo scolastici. Quindi abbiamo pensato che con la nostra esperienza potevamo organizzare dei corsi che fossero davvero utili per i ragazzi, non perché la scuola non li abbia preparati, ma perché la loro preparazione era più generalista.”
“Così abbiamo scelto di focalizzarci su alcune materie, partendo nel settembre del 2021 con il primo corso di Vianova Academy che prendeva il nome di ‘Network Technician’. Di regola un percorso formativo di questo tipo costa tra i duemila e i tremila euro, ma noi lo abbiamo reso gratuito per chi lo ha frequentato. L’abbiamo realizzato con una società di Viareggio che ci ha dato una mano dal punto di vista organizzativo: abbiamo selezionato gli studenti che si erano iscritti, i professori, abbiamo scritto il programma, e molte risorse di Vianova sono state coinvolte.”
ITS e formazione privata: colpa delle scuole o merito delle imprese?
Sul tema della formazione professionale fornita dagli istituti pubblici agli studenti dice la sua anche Cristina Luperini.
“Noi pensiamo che sia l’università che le scuole superiori fanno il loro lavoro fornendo competenze di base necessarie agli studenti, per poi affrontare una formazione specialistica in modo più o meno egregio. Quello che facciamo noi con questi corsi, invece, è colmare il gap tra ciò che richiede il mercato del lavoro e quello che può fornire una struttura scolastica/universitaria, soprattutto riguardo competenze ICT e soft skill. Oggi la richiesta del mercato del lavoro di competenze tecniche è altissima e queste professionalità non ci sono, soprattutto considerando come le competenze si evolvono.”
Ma la presenza degli ITS nel territorio è tuttora carente, alla luce della nascita di 37 nuovi corsi all’interno della Regione Toscana a partire dall’inizio del 2022?
“Il primo ITS fu fatto anni fa in Toscana, ma poi si fermò, e credo che sia stato costituito il primo all’inizio del 2022; quindi non abbiamo ancora potuto misurare la validità degli ITS del nostro territorio a livello regionale”, risponde Massimiliano Santini. “L’ITS è complicato da fare: è un network di imprese finanziato dalla Regione, e per le imprese è a costo zero. Quando abbiamo provato a entrare nel network il finanziamento era concluso e poi non era stato rifinanziato; così ci siamo mossi in modo autonomo, anche se poi alla fine c’è da dire che abbiamo pensato: facciamolo da noi, costruiamo il programma che vogliamo e che serve a noi”.
Gli obiettivi e i corsi della Vianova Academy
Analizziamo gli obiettivi che si era posta Vianova creando la propria academy interna.
Secondo Cristina Luporini “è fondata su tre pilastri”: vediamo insieme i primi due.
“Il primo pilastro punta a favorire l’occupazione dei ragazzi che frequentano i nostri corsi, rendendo il ragazzo più pronto e più ricercato / ricercabile dalle aziende.”
“Il secondo è contribuire in modo responsabile allo sviluppo della comunità in cui viviamo. Lo facciamo attraverso la divulgazione di competenze che sono in parte anche aziendali: i docenti sono sia interni che esterni alla nostra organizzazione. Soprattutto, per corso Network Technician, i nostri colleghi più esperti si sono messi a disposizione degli studenti e hanno divulgato competenze interne in maniera gratuita, promuovendo lo studio e la lettura, perché pensiamo che siano indispensabili per i ragazzi che affronteranno il mondo del lavoro.”
Scendiamo più nel dettaglio. “Ci sono due corsi tecnici: Network Technician e Android App Developer. Il terzo corso è dedicato a diplomati e laureati con un’età compresa tra i 18 e i 26 anni. Il corso è più breve rispetto agli altri, 40 ore totali, prende il nome di Build your future, ed è organizzato su quattro aree di apprendimento: abilità e comportamenti vincenti, problem solving, personal branding, pillole di management. I partecipanti alla prima edizione sono stati 18. Le prime candidature sono arrivate in seguito a segnalazioni da parte dei dipendenti Vianova, poi sono arrivate anche richieste dall’esterno”.
“Un altro corso taylor made pensato su misura per le richieste attuali nel mondo delle app è quello per Android App Developer. Lanciato da Vianova lo scorso novembre, il corso full time ha visto la partecipazione di 17 studenti per 240 ore, distribuite su 6 settimane.”
E qui, si arriva, al terzo pilastro: “Alcuni dei partecipanti si sono particolarmente distinti per questo”, prosegue Cristina Luporini. “Il terzo pilastro è ispirare i giovani. Le conoscenze tecniche sono importanti, ma non sufficienti a fare la differenza. Alleniamo flessibilità, curiosità e spirito d’innovazione per aiutare i giovani ad accendere la scintilla, sviluppare il loro potenziale e sognare in grande il loro percorso professionale. Il corso di Android App Developer è iniziato il 7 novembre 2022 e si è concluso il 20 dicembre. 62 le candidature aperte ai ragazzi fino a 30 anni, senza alcun limite di diploma o laurea”.
Formare anche chi va via: il rischio calcolato dell’academy aziendale
Ma che cosa ha spinto Vianova a fare un corso di questo tipo?
Ci risponde ancora Cristina Luporini: “Perché sapevamo che corsi di questo tipo, soprattutto quelli gratuiti, sono molto rari e facilmente spendibili nel mercato del lavoro: molte aziende ricercano figure formate che hanno voglia di intraprendere subito un percorso lavorativo, iniziando nell’immediato. Il corso per Android App Developer è stato quello più richiesto, con un numero di richieste inaspettato: sono arrivate candidature sia da studenti provenienti da ITS che da Ingegneria informatica, così siamo arrivati a 18 partecipanti, con 6 in lista d’attesa. Realizzato insieme ad Experis Academy, che fa parte del gruppo Manpower abbiamo realizzato corsi gratuiti e con il rischio calcolato che i nostri studenti possano andare a lavorare per altri, anche competitor di Vianova”.
Il corso Network Technician, molto specifico, invece è iniziato nel settembre del 2021 ed è terminato nel febbraio del 2022.
“Abbiamo ricevuto 38 candidature e anche questo corso era a numero chiuso”, spiega Cristina Luporini. “I partecipanti all’inizio erano 15, ma due di loro hanno abbandonato il primo mese perché lo ritenevano troppo impegnativo aspettandosi un corso meno intenso.
Il percorso formativo era di 600 ore totali, di cui 420 di teoria e 180 di stage. Il corso, full time e iniziato nel settembre 2021, è quasi del tutto in e-learning: per la parte di laboratorio avevamo organizzato corsi a Viareggio con docenti Vianova, predisponendo degli scenari di installazione che gli studenti avrebbero potuto trovare proprio dai clienti di Vianova, visto che avevamo calibrato le prove pratiche sui nostri servizi. I docenti esterni li abbiamo scelti noi: erano professori provenienti da ITI, scuole Cisco, e un professore universitario di cui ci avevano parlato benissimo i nostri colleghi”.
La seconda edizione dei corsi della Vianova Academy
A questo punto chiediamo se la Vianova Academy proporrà una seconda edizione dei corsi, o se ce ne saranno di nuovi.
Massimiliano Santini afferma: “A marzo 2023 ci sarà la seconda edizione di Build your future; il corso inizierà il 18 marzo e terminerà il 20 maggio. Stiamo raccogliendo le candidature proprio in questi giorni nella nuova pagina del sito dedicato a Vianova Academy”.
“Stiamo inoltre pensando di progettare un corso dedicato allo sviluppo iOS o alla cyber security, che è un argomento molto attuale”, rimarca Cristina Luporini.
A fronte di queste esperienze, come vede Vianova il futuro lavorativo dei ragazzi nel suo settore di riferimento? Massimiliano Santini ci risponde così.
“A mio modo di vedere, quello che serve ai ragazzi, e che possiamo fornire noi, sono gli strumenti e le conoscenze da spendere nel mercato del lavoro. In questi due anni, con la pandemia, abbiamo assunto 60 persone e abbiamo notato che lo sviluppatore Android era una figura che mancava; per questo abbiamo pensato di insegnarlo ai ‘nostri’ ragazzi.”
Se le aziende si “mettono in proprio” per migliorare la formazione e le competenze dei giovani di un territorio è meritorio; se li si forma con il rischio che vadano altrove, anche a lavorare dai competitor diretti, di questi tempi è quasi eroico. Perché, al di là del mercato e della competizione, il lavoro è un bene comune, e da un mondo professionale più sano possono trarre beneficio tutti.
Photo credits: vianova.it
Leggi anche
Hard e soft skills, saper essere e saper fare, know-how e attitude. Esistono diversi modi per distinguere le competenze tecniche da quelle trasversali e riuscire a farlo dovrebbe essere tra le priorità di chi, oggi, si approccia al mercato del lavoro alla ricerca di una svolta professionale. Che esista una netta differenza tra soft e […]
Come sarà l’imprenditore del futuro? Questione di aziende, ma anche di scuola: l’abbiamo chiesto all’imprenditore Christian Bracich e al politico Alessandro Fusacchia.