“Great Place to Work”: le aziende italiane potranno mai diventare luoghi ideali dove poter lavorare?

Questo è lo spazio dedicato al nostro contest. L’appuntamento è ogni quindici giorni: il vincitore del contest precedente darà il tema per quello successivo. Inoltre, l’autore dell’articolo vincitore sarà invitato a partecipare alla successiva riunione di redazione. Non resta che tirare fuori le vostre opinioni, commentate in massimo 2.000 battute e speditele entro lunedì 26 […]

Questo è lo spazio dedicato al nostro contest. L’appuntamento è ogni quindici giorni: il vincitore del contest precedente darà il tema per quello successivo. Inoltre, l’autore dell’articolo vincitore sarà invitato a partecipare alla successiva riunione di redazione.

Non resta che tirare fuori le vostre opinioni, commentate in massimo 2.000 battute e speditele entro lunedì 26 ottobre alla mail: senzafiltro@fiordirisorse.eu.

Per il terzo anno di fila è Google l’azienda che si aggiudica il podio del “Great Place to Work” , la classifica mondiale elaborata dalla società di consulenza che ogni anno stila il ranking dei migliori luoghi di lavoro in tutto il mondo. Al secondo posto, subito dopo l’azienda di Montain View, si trova la Sas Institute, mentre la medaglia di bronzo va a W.L.Gore, azienda manifatturiera americana.

Dipendenti felici, soddisfatti e fieri di svolgere un buon lavoro in azienda, rappresentano il carburante necessario a spingere in cima a questa classifica le grandi aziende. Purtoppo non c’è traccia di imprese italiane nella top 25 e per arrivare ad una multinazionale europea bisogna scorrere fino al quinto posto, dove c’è Telefonica, impresa di telecomunicazioni spagnola.

Il Bel Paese deve ancora lavorare molto sullo sviluppo e sulla cooperazione aziendale, anche se non mancano occasioni di riflessione importanti come, ad esempio, durante il Festival di Internazionale 2015, dove la business community di Fior di Risorse, insieme a Cir-Food, ha elaborato il “Manifesto dell’azienda che Vorrei”: undici punti utilissimi per migliorare la vita in azienda.

Alla luce di questi fatti chiediamo a voi, imprenditori, manager e lavoratori tutti, di rispondere a una sola o ad entrambe le seguenti domande e di farlo inviandoci un breve articolo:
– Come possono le aziende italiane entrare a far parte della prossima classifica “Great Place to Work”? Quali sono le condizioni affinché i lavoratori possano sentirsi davvero appagati durante l’orario di lavoro?

– Avete mai avuto l’impressione di trovarvi nell’azienda più bella (o magari più brutta) del mondo?

Raccontateci la vostra esperienza.

 

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