La Motor Valley non conosce crisi: record di vendite nel 2020

Vittorio Brambilla, direttore Motor Valley Development, intervistato da SenzaFiltro: “Merito del mercato internazionale e di norme di sicurezza più stringenti di quelle governative. Buoni segnali per il 2021”.

La Motor Valley: non solo i marchi famosi del lusso come Ferrari, Maserati e Lamborghini, ma anche fornitori, autodromi, scuderie, operatori del settore, centri formazione, musei e collezioni private. Sedicimila imprese e settantamila lavoratori che compongono la grande fabbrica dello spettacolo automobilistico emiliano-romagnolo.

Un intero comparto che, come il resto del mondo, a seguito della pandemia dovuta al COVID-19 si è dovuto scontrare con gli effetti generati dalla crisi, ma che in alcuni casi ha saputo reagire con risultati inaspettati.

Motor Valley, nel 2020 vendite record per le case automobilistiche

Per Lamborghini, il 2020 ha rappresentato il secondo miglior anno di semprein termini di vendite e ricavi e quello del più alto tasso di profittabilità mai raggiunto. Nonostante un’economia globale fiaccata, il lusso Lamborghini ha registrato il risultato commerciale record di 7.430 vetture consegnate in tutto il mondo e un fatturato di 1,61 miliardi di euro, pur con un calo dell’11% rispetto al 2019 a causa del lockdown produttivo di settanta giorni in primavera.

A premiare sono i mercati internazionali, in testa USA, Germania e Cina, Paese che secondo le previsioni passerà al secondo posto nel 2021. Un risultato ottenuto, secondo le dichiarazioni di Stephan Winkelmann, presidente e CEO di Lamborghini, grazie a un’immediata reattività, a un’attenta gestione dei costi e alla continuità nel piano di lanci, unite alla crescente attrattività dei prodotti. 

Anche la Horacio Pagani ha registrato un volume di vendite di 114 milioni, superando di gran lunga gli 88 milioni del 2019.

La stessa Ferrari, nonostante la riduzione complessiva dell’utile e delle vendite, ha comunque riscontrato un recupero record nell’ultimo trimestre 2020, segnando un +13% delle consegne e un +15% dei ricavi rispetto allo stesso periodo del 2019. Un trend che l’azienda vuole confermare anche nel nuovo anno, grazie a tre nuovi modelli di auto e strategie.

Vittorio Brambilla: “Il successo nella crisi viene dal mercato internazionale”

Un’eccellenza territoriale che sembra quindi aver assorbito il colpo, e che guarda con attenzione alle previsioni per il 2021.

Vittorio Brambilla, direttore dell’associazione Motor Valley Development (realtà che promuove il turismo dell’Automotive in Emilia-Romagna) ci ha illustrato strategie e scelte operative di alcune delle aziende del comparto.

“Il grande valore e la forza della Motor Valley emiliana, durante l’ultimo anno, è stata la capacità di rispondere alla crisi in maniera veloce, determinata, flessibile e resiliente. Quattro pilastri che hanno consentito a molti di reagire modificando il proprio business model sia in termini di localizzazione internazionale che di mix di prodotti e servizi. Risposte necessarie per mantenere in piedi un comparto industriale, produttivo e anche turistico pur in momenti di estrema complessità.”

Vittorio Brambilla, direttore dell’associazione Motor Valley Development.

Quali sono state le prime reazioni alla pandemia e al lockdown?

È stato un periodo durissimo, ma le aziende sono state capaci di reagire da subito e di mantenere questa capacità di reazione nel tempo. Il tutto dando grande attenzione alla tutela della salute dei lavoratori. Posso dire infatti per esperienza diretta che i protocolli interni sono andati anche al di là di quanto previsto dalla normativa nazionale. Una scelta che magari ha rallentato alcuni aspetti imprenditoriali, ma che è stata una priorità essenziale sentita con forza. Non va dimenticato a questo proposito che molte aziende, fra cui Ferrari e Dallara, si sono attivate per dare un contributo importante alla società, erogando fondi, aiutando le strutture sanitarie con forniture di materiali o attivandosi direttamente per lo studio e la produzione di equipaggiamenti specifici ad alta tecnologia a uso sanitario.

Accanto alla tutela della sicurezza, le aziende si sono poi mosse a livello strategico puntando in molti casi sul potenziamento dell’apparato digitale, una scelta che ha permesso loro, fra i vari risultati, di restare a stretto contatto con la community dei propri clienti. Le presentazioni digitali infatti sono state spesso privilegiate per le vendite: una strategia che ha toccato in vari modi e modalità tutte le case costruttrici per mantenere vivo l’interesse della clientela.

Si è trattato di una strada percorsa anche per i musei e i tour aziendali, che tuttavia hanno sofferto enormemente non solo delle settimane del lockdown ma anche del prosieguo attuale delle chiusure. Non c’è ancora una stima generale, ma la riduzione del fatturato di queste realtà all’interno del comparto è stata sicuramente importante. A ogni modo i tour virtuali sono stati apprezzati dal pubblico, e hanno testimoniato un grande interesse per questi luoghi e il loro valore sia per il territorio che per le imprese.

Chi è stato in grado di “soffrire” di meno?

Coloro che hanno reagito con una flessibilità superiore e che hanno sfruttato il loro riflesso internazionale, capitalizzando le opportunità del periodo e sfruttando la popolarità di un settore riconosciuto e apprezzato nel tempo non solo nel nostro Paese. Chi ha potuto guardare allo scenario internazionale ha avuto delle chance superiori. È significativo che, in un periodo di flessione economica, la reggiana Canossa Events abbia rilevato Cavallino Inc., la società americana che pubblica l’omonimo magazine e organizza il famoso concorso d’eleganza Cavallino Classic, diventando un player di livello internazionale.

E gli altri soggetti del settore?

È interessante il caso degli autodromi (Varano, Modena, Imola e Misano). Prima forzatamente chiusi per due mesi, poi con aperture a macchia di leopardo, in qualche caso con l’esperimento del pubblico come a Misano con la MotoGP, prima che le condizioni lo impedissero di nuovo. Anche in questo caso c’è stata grande capacità di reazione, scegliendo un cambio di business e focalizzandosi di più sulle prove tecniche e sugli allenamenti, attività professionale consentita dai decreti.

Quali prospettive per il 2021?

Per il 2021 le realtà della Motor Valley sono cariche, hanno scaldato i motori e sono pronte allo scatto. Stanno valutando tutti gli scenari e le possibilità del mercato, con previsioni positive. Abbiamo vissuto molte crisi in questi anni: alcune più prevedibili, altre meno, ma comunque ipotizzabili, mentre una pandemia così non ce la si poteva aspettare. In questa situazione è emerso il valore delle persone che compongono questo settore, che sono state in grado di aprire i loro orizzonti di pensiero e adattarsi ad ambienti completamente diversi. La gestione della crisi ha permesso lo sviluppo di nuove capacità e competenze, che saranno utili non solo per stimolare la crescita delle singole aziende ma anche dell’intero comparto. Un ulteriore segnale di ripresa di tutta la filiera sarà poi l’evento della Motor Valley Fest, che si terrà dall’1 al 4 luglio, sia con una parte dinamica in presenza che con una digitale.

Ai limiti e alle flessioni generate dall’effetto COVID-19 molte realtà della Motor Valley sono quindi riuscite a trovare risposte e strategie vincenti. Mancano comunque ancora i numeri precisi dell’intero comparto, e sarà necessaria una futura riflessione su di essi per poter trarre un bilancio completo dell’anno 2020 nella terra dei motori.

La speranza è che il riflesso positivo delle aziende vincenti si estenda a tutti i soggetti del settore e si protragga nel tempo, senza che nessuno resti fermo ai box. Una conferma per le prospettive positive sui numeri del 2021, che aziende leader come Lamborghini o Ferrari hanno già confermato per le loro stime future.

Photo credits: autooverload.com

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