Baroni e lobbisti sono solo la punta dell’iceberg: chi ci lavora definisce l’accademia “mafia di Stato”. Vediamo perché nella recensione di “Mala università”, di Giambattista Scirè.
L’occasione fa il libraio, e talvolta anche i libri
Il mestiere di libraio d’occasione, che rivende libri usati, è ricco di fascino e storie da raccontare. Come ha fatto Giovanni Spadaccini nel suo “Compro libri, anche in grande quantità”, che recensiamo.
Giovanni Spadaccini non ce la racconta giusta. Dice che questo libro – Compro libri, anche in grandi quantità, pubblicato da Utet – non l’ha mai neppure immaginato, né ha mai desiderato che venisse fuori com’è adesso. Per giunta, ha cominciato a scriverlo di malavoglia. Questione di pudore, ammette l’autore, che di mestiere vende libri usati in una piccola libreria di Reggio Emilia e di storie da raccontare ne avrebbe chissà quante. Però il pudore lo frega, e allora di tutte le storie che gli sono capitate a tiro vendendo libri usati, ammaccati, recuperati, cita alcuni dettagli succosi e ne omette altri; dice che è tutto vero o tutto inventato, e non si capisce dove sia la verità. E forse alla fine del libro non ce ne importa neanche più.
“Dalla morte e dalla rabbia”: i fornitori del libraio d’occasione
Ci fa venire l’acquolina in bocca, Giovanni Spadaccini, e poi ci toglie il piatto da sotto il naso. Ci racconta di quanto spesso il suo mestiere sia travisato, mal compreso, forse sottovalutato. Lo scambiano per uno svuota cantine, un traslocatore, un facchino che ti libera di robe inutili, e a volte, quando gira con la moglie Raffaella, un Testimone di Geova.
Giovanni ha piglio ed esperienza, l’occhio allenato per distinguere al primo sguardo una biblioteca di valore dalla collezione di un lettore pigro (diffidate di chi mette un libro ricevuto disgraziatamente in regalo vicino ai volumi desiderati, letti e amati!). Dove si rifornisce un libraio d’occasione come lui? “Dalla morte e dal dolore, dalla rabbia, dall’inimicizia e dal bisogno di oblio verso una persona, o dalla disperazione e dalla delusione per la vita”, scrive, e basterebbe questo a convincerci che non c’è proprio niente di banale in questa professione.
Alzo la posta: vi siete mai chiesti che fine faranno i vostri libri quando, un giorno lontanissimo, non ci sarete più? Avete mai pensato che qualcuno potrebbe svendere le vostre letture pezzo per pezzo, tirando sul prezzo e trattando tutta la questione come una scocciatura come tante altre? Giovanni Spadaccini non sfugge all’interrogativo, riflette sui libri come oggetti intimi e pezzi di vita, dedica un capitoletto alla biblioteca minima che sua moglie dovrebbe assolutamente tenere in caso di sua improvvisa dipartita.
Il fascino dei libri usati (da assumere con moderazione)
La meraviglia di acquistare un libro usato sta anche in tutto ciò che si può trovare tra le sue pagine: una dedica scritta a mano, appunti presi a penna che solleticano la fantasia, cartoline e fotografie usate come segnalibro. I reperti più belli Giovanni Spadaccini li ha appesi su una parete della sua libreria Libri Risorti, aperta nel giugno 2010 (c’è un bell’inserto fotografico al centro del libro, la foto della parete è sotto la sovraccoperta): il cartoncino di invito a una serata danzante; il foglietto scritto a mano con l’indicazione in francese “sono uscito di prigione, ieri”; una schedina del Totocalcio; balzate fuori a sorpresa da una cassa piena di libri, le cartoline che Elena scriveva a Edmeo, prigioniero di guerra nella Seconda guerra mondiale.
Eppure c’è chi non si sognerebbe mai di comprare un libro usato, preferendo le rassicuranti edizioni in serie e le copertine patinate e immacolate: Spadaccini li definisce “lettori a metà, lettori per intrattenimento, lettori senza particolari qualità se non quelle puramente tecniche dovute al pollice opponibile e alla retina”.
C’è anche chi, al contrario, sbava solo per i libri antichi, spiegazzati, smangiucchiati: un particolare feticismo che Spadaccini, contro i suoi interessi, boccia senza appello. Perché un libro conduce sempre ad altri libri, i libri si parlano tra di loro, si riscrivono a vicenda, e ogni libro contiene una storia che contiene una storia che contiene una storia. Vogliamo davvero rinunciare a tutto questo?
Perché leggere Compro libri, anche in grandi quantità
Il lavoro del libraio d’occasione ha un fascino senza pari, che Spadaccini restituisce in tutti i suoi aspetti in capitoli brevi e fulminanti.
Il guaio è che vorremmo saperne ancora di più su questa professione, che contro ogni pronostico resiste alle false promesse delle diavolerie elettroniche – comodo leggere un e-book, ma chi ci ha mai trovato un biglietto d’amore dentro? – e ai chiari di luna dell’editoria, così come vorremmo saperne di più sull’autore: sbirciando in rete scopro che ha un dottorato in Antropologia, una pagina Facebook dedicata alla libreria e una bella faccia da libraio che sa il fatto suo (nel libro Spadaccini sostiene che tutti i suoi clienti sono migliori di lui, ma io non ci casco). Di sé dice che ama le note a piè di pagina (anche qui: c’è chi le legge e chi no) e i libri con il margine largo.
Scrive che “nessun libraio davvero ti salva la vita, nemmeno volendolo. E non credete a nessuno di loro che osi vendervi una simile consolatoria favoletta. Chi lo fa, mente”, e probabilmente è così, ma io, da brava lettrice, a Giovanni Spadaccini libraio d’occasione, per aver scritto questo libro che non troverete nella sua libreria – perché non ha la licenza per vendere volumi nuovi – sento di essere davvero grata.
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