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“Napoli non molla”: il grido feroce dei lavoratori della Whirlpool
5 novembre, il primo sciopero nazionale in pandemia è per la Whirlpool di Napoli. I sindacati: “Lotte come questa possono cambiare il Paese”.
Il 31 ottobre è la giornata che i 350 lavoratori della Whirlpool a Napoli non dimenticheranno. E con loro neanche gli altri appartenenti all’indotto: si calcolano circa 10.000 operai. Un anno e mezzo di attesa per una contrattazione tra la multinazionale americana e il governo che ancora non ha portato a una risposta concreta.
La denuncia dei sindacati è forte, sempre al fianco dei lavoratori: CGIL, CISL e UIL, insieme a FIOM e FIM CISL, hanno indetto per il 5 novembre sciopero generale nazionale di quattro ore. Hanno denunciato dal palco di Piazza Dante l’opera di destrutturazione e di delocalizzazione dell’impianto di via Argine, iniziata nel non sospetto 2012 con lo spostamento delle produzioni medio di gamma nei Paesi dell’Est, a discapito del futuro dei lavoratori e a beneficio del profitto con l’abbassamento dei costi di produzione.
Nell’ultimo decennio l’elettrodomestico, a differenza del settore energia-gas, acqua, chimica, aeronautica e terziario con moda e tessile, è riuscito ad avere buoni risultati, ma nonostante tutto l’amministratore delegato di Whirlpool Italia, Luigi La Morgia, nelle sue dichiarazioni ufficiali ai media, ha ribadito che lo stabilimento di Napoli avrebbe cessato la sua attività: “Dopo 18 mesi la situazione non è cambiata. Il 31 ottobre la produzione su Napoli cesserà. Sebbene gli sforzi messi in campo siano stati importanti e unici, il mercato su Napoli non è cambiato”.
A queste parole, i lavoratori dello stabilimento hanno reagito con un nuovo presidio il 9 novembre, questa volta dopo aver manifestato sia alla Stazione Centrale di Napoli che davanti ai cancelli dello stabilimento e all’aeroporto internazionale di Capodichino. In protesta, al motto di “Napoli non molla” e con lo striscione “Rsu Whirpool”.
La voce dei sindacati: “Whirlpool Napoli è la madre di tutte le vertenze in Italia”
“Whirlpool è la madre di tutte le vertenze in Italia, perché se il governo non fa rispettare l’accordo si creerebbe un precedente per il quale il nostro Paese diverrebbe alla mercé delle aziende estere. Sono convinto che occorra un grande patto sociale come è avvenuto negli anni della grande contrattazione”, spiega dal palco Biagio Trapani, Segretario FIM CISL Napoli. E continua: “Un anno fa presentammo a Federmeccanica la nostra piattaforma FIM-FIOM e UILM, che mette al centro le persone prima della parte economica, e mette al centro il lavoro e parla di valorizzazione della formazione, stabilizzazione dei contratti precari e di welfare integrativo e di smart working, e della salute in sicurezza all’interno dei luoghi e posti di lavoro. Ripartire dal Sud non deve essere uno slogan: questo è l’obiettivo del sindacato e deve essere l’obiettivo della politica, rimettendo al centro la persona, ed è imprescindibile per uscire da questa grave vertenza”.
“Sicurezza, formazione, partecipazione e salario sono i punti che chiediamo ancora oggi con forza a Federmeccanica. Abbiamo dovuto prendere maggiore familiarità con la parola resistenza, e ancor di più con la parola resilienza”, sottolinea Antonio Accurso, Segretario UIL Campania, che ricorda: “Il 30 ottobre 2019 CGIL, CISL E UIL indissero, per le ragioni dello sviluppo del Mezzogiorno, uno sciopero metropolitano per la decisione scellerata di chiudere lo stabilimento Whirlpool di Via Argine. Oggi chiediamo, per il contratto, un adeguamento del salario sui minimi che dia il giusto riconoscimento da parte di Federmeccanica al fatto che siamo strategici, come ci chiedeva di andare a lavorare durante il lockdown. È giusto che si dia dignità a quei lavoratori che hanno rischiato la propria salute quando gli si chiedeva di non fermare il Paese”.
“Gli altri Paesi hanno già investito in efficienza, tecnologia e innovazione e hanno recuperato il potere d’acquisto che avevano prima della crisi del 2008, mentre l’Italia è il Paese in penultima posizione per salari a livello europeo. Stiamo rivendicando una industria di alto livello, come siamo in grado di fare. Nel 2012 la Whirlpool spostò da Napoli all’Europa dell’Est le produzioni medio di gamma. Oggi dice che Napoli non genera i volumi per continuare a tenere aperto lo stabilimento. C’è bisogno di strumenti straordinari per accompagnare, sostenere e non perdere le competenze. Occorre maggiore solidarietà e coesione, ascolto e risposte concrete. Noi siamo il welfare della risposta. ‘Napoli non molla’ è diventato qualcosa che si vede nell’azione di ogni giorno, e noi dobbiamo resistere per il contratto, la sicurezza, lo sviluppo per il Sud che non può più aspettare, e l’Italia che non si ferma e non si fermerà e vuole risposte”.
“L’elettrodomestico va bene e lo chiudono. Lotte intelligenti come questa possono cambiare il Paese”
“Davanti a una crisi che si trascina da decenni, oggi dinanzi alla pandemia la classe imprenditoriale internazionale di questo Paese ne approfitta: vorrebbe licenziare. Chiediamo un contratto giusto, per tutti, che superi la precarietà e che affronti la crisi. perché la pandemia ha evidenziato le crisi che già c’era: è iniziata nel 2008 e non si è fatto nulla per superarla. Siamo davanti a una classe politica che si sussegue nei governi, ma che fa sempre la stessa cosa: rincorre le emergenze e ascolta cosa decidono le grandi imprese. Noi abbiamo bisogno di una politica capace di guidare questi processi, soprattutto in questo momento pandemico, di poter immaginare un futuro con politiche di settore.”
Sono le parole dal pulpito della piazza di Barbara Tibaldi, segretaria nazionale FIOM – CGIL, che spiega: “L’elettrodomestico va bene e lo chiudono. Abbiamo bisogno di una politica che fermi l’avidità e l’aggressività di chi prova a utilizzare le crisi per guadagnare con il blocco dei licenziamenti fino a fine emergenza. Siamo un Paese che aveva un patrimonio industriale che ha regalato lentamente alle multinazionali, le quali acquisiscono spazi di mercato e la nostra capacità di lavorare e poi se ne vanno. Lavoratori Whirlpool, quando le lotte sono intelligenti e non disperate, come la vostra, possono cambiare le cose. Nella storia del nostro Paese, le cose le hanno cambiate le lotte di lavoratori come voi”.
“I sindacati e i lavoratori hanno un solo modo pacifico per far sentire le loro ragioni: scendendo in piazza e sottraendola alla violenza e alle provocazioni. La pandemia ha drammaticamente peggiorato le condizioni economiche del Paese, aumentando le diseguaglianze sociali e territoriali e accrescendo le tensioni. I sigilli ai cancelli Whirlpool rischiano di essere la pietra tombale del futuro dell’industria a Napoli. La crisi del settore turistico, culturale e commerciale-terziario rappresenta un pezzo importante dell’economia, ma anche sul lato sociale le cose non vanno meglio: sono aumentate le diseguaglianze.”
Queste le parole di Walter Schiavella, segretario generale CGIL – Napoli, che prosegue: “Questo è il primo sciopero generale in epoca di pandemia. Ma dove è Confindustria a livello locale e nazionale, se non a rivendicare un modello produttivo basato sulla soppressione dei salari? La vertenza Whirlpool è emblema di un modello da superare, ed è decisiva per il futuro di Napoli”.
“Abbiamo voluto questo sciopero generale con convinzione. C’è una incapacità della politica a livello nazionale e locale: non riesce a essere autorevole, non riesce a prendere i soldi che ci sono e a investirli in una direzione progettuale finalizzata al lavoro e alla tutela delle persone”, sottolinea il segretario generale della CISL Napoli Gianpiero Tipaldi. “Queste cose come sindacato le abbiamo documentate e abbiamo fatto proposte, ma veniamo continuamente ignorati”.
“Oggi ci sentiamo tutti metalmeccanici. Oggi non è solo lo sciopero di Napoli, ma lo è di tutte le attività produttive sul territorio nazionale. Vorrei ricordare Il Mattino, che ha titolato pochi giorni fa ‘Cronaca di una chiusura annunciata’, a cui rispondiamo con la stessa forza e tenacia con la donna che ha fondato il primo giornale della città, Matilde Serao: noi saremo il moscone quotidiano. Non ci intimidiamo”, tuona dal palco il segretario generale UIL Campania Giovanni Sgambati. “La coesione del mondo del lavoro non è solo l’art.1 della Costituzione, ma è riaffermare la centralità del lavoro e normare per garantire tutele ai salari. Saremo in movimento e non ci stancheremo, perché questa deve essere una vittoria non solo della Whirlpool ma del Sud, della Campania e di Napoli”.
Dopo gli infermieri, i lavoratori dell’edilizia, i commercianti, la consulta popolare della salute, i lavoratori dello spettacolo e della Whirlpool, sono previsti in settimana altri momenti di dissenso e protesta rivolti alle strategie di contenimento dei contagi da pandemia da COVID-19.
Photo credits: www.ilmattino.it
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