Ho sognato il dopo Expo

Tra i commenti pervenuti in redazione per partecipare all‘ultimo contest che abbiamo lanciato, il migliore è stato quello di Paolo Marenco, che pubblichiamo: potrà quindi partecipare alla nostra prossima riunione di redazione e scegliere con noi il tema per il contest successivo. Il tema lanciato  il 22 aprile era quello delle migrazioni. Stiamo per partire. Ancora tre […]

Tra i commenti pervenuti in redazione per partecipare all‘ultimo contest che abbiamo lanciato, il migliore è stato quello di Paolo Marenco, che pubblichiamo: potrà quindi partecipare alla nostra prossima riunione di redazione e scegliere con noi il tema per il contest successivo.

Il tema lanciato  il 22 aprile era quello delle migrazioni.

Stiamo per partire. Ancora tre giorni, e dopo?

Quello che mi colpisce di più nei giorni, questi , che stiamo vivendo è il tempo reale di due immensi contrasti.

Quello di Expo, vetrina mondiale scintillante e costosa dell’Italia nel Mondo e del Mondo in Italia, credo una grandissima opportunità per il nostro Paese che sono sicuro, saprà utilizzarla al meglio. Quello dei Migranti, un pezzo grande e disperato del Mondo, di Paesi bellissimi, come è ogni zona del pianeta grazie ai suoi abitanti, oggi devastati da guerre e persecuzioni. Due grandissimi contrasti che impattano sull’Italia e solo su noi, in questo maggio 2015.

“Trasformare problemi in opportunità” questa frase a volte ascoltata, io ce l’ho nell’animo. E’ bello costruire dal nulla, ma è ancora più bello farlo partendo da un grandissimo o grande problema, facendolo diventare un opportunità. Oggi abbiamo il grandissimo problema di che vita dare a questi disperati che due barriere – la guerra e il passaggio in mare – l’hanno già superate quindi devono avere motivazioni e forza non indifferente, senz’altro maggiore di noi che li accogliamo.

Cosa sarà del dopo Expo? Questi magnifici e grandissimi padiglioni fatti con la creatività e l’ingegneria dei Paesi di origine potrebbero vivere un futuro, un grande futuro, come ambiente di creazione e diffusione delle culture dei paesi dei migranti.

Immagino artigianato locale, spettacoli etnici, ristoranti, scuole di lingua per i più piccoli che oggi non ci sono o sono pochi, ma verranno.

Il tutto dando alle migliaia che arrivano qui oggi un ambiente di sviluppo e trasmissione della propria storia personale, i ricordi, gli usi: la vita. Per trasferirli a noi italiani in modo permanente, ma farne anche un gigantesco museo vivente dell’immigrazione.

Credo che solo noi italiani, con la nostra creatività e umanità potremmo fare una cosa del genere, e questo sì porterebbe davvero in un anno o poco più, un’ immagine unica al nostro Paese, immerso in questo incredibile contrasto: un progetto unico ed un grandissimo problema umano.

CONDIVIDI

Leggi anche

Alberto Galla, il libraio dimezzato

Se in Veneto parli di librerie, Galla è un marchio. Il merito è anche quello di essere tra le rarissime indipendenti gestite da oltre 130 anni dalla stessa famiglia. Sarà che gli spiriti liberi suscitano già di per sé un fascino sottile, sarà che quando poi con gli spiriti liberi ci parli capisci che non […]

Milano ieri, oggi e l’altro ieri

Oggi Sono convinto che i Grandi Eventi, tipo Olimpiadi o Expo, finiscano comunque per tradursi in una chiavica per i territori prescelti e i loro cittadini, con l’eccezione dei costruttori e degli sponsor. Sono stato influenzato da una consolidata diffidenza professionale per le esagerazioni retoriche dello storytelling (per chi fa il mio lavoro, quello del […]

Come la Fondazione Fitzcarraldo ci misura la cultura

In mezzo a centinaia di autopresentazioni aziendali che si vendono come fossero i migliori al mondo, resto già colpita dalla definizione di centro indipendente di progettazione, ricerca, formazione e documentazione sul management, l’economia e le politiche della cultura, delle arti e dei media. Non mi era mai capitato di incrociare chi lavorasse su tutto questo […]