Osservatorio nazionale sul sessismo in azienda: ecco i risultati

Sessismo: il 31,2% lo subisce dal capo, il 93,4% pensa che esserne vittima possa giustificare la scelta di lasciare il lavoro. Una prima fotografia già sintomatica dello stato di salute delle aziende italiane coinvolte nel sondaggio nazionale promosso da FiordiRisorse e condotto attraverso la piattaforma aperta di Google Moduli da novembre 2021 a gennaio 2022, […]

Sessismo: il 31,2% lo subisce dal capo, il 93,4% pensa che esserne vittima possa giustificare la scelta di lasciare il lavoro. Una prima fotografia già sintomatica dello stato di salute delle aziende italiane coinvolte nel sondaggio nazionale promosso da FiordiRisorse e condotto attraverso la piattaforma aperta di Google Moduli da novembre 2021 a gennaio 2022, in modalità totalmente anonima.

Oltre 700 le risposte pervenute: a livello statistico e geografico, il 72,5% dal Nord Italia, il 26,1% dal centro e il 9,4% dal sud e dalle isole. A conti fatti, è stato possibile tracciare anche un quadro anagrafico dei partecipanti: il 73,6% delle persone coinvolte ha dai 36 ai 59 anni, il 21,6% dai 18 ai 35 e il 4,9% è sopra i 60 anni. Significativo anche il genere rappresentato nelle risposte, aldilà della convinzione che il sessismo sia una questione a cuore delle sole donne che hanno sì toccato quasi il 60% delle adesioni (58,7% per l’esattezza) ma seguite da un consistente 40,4% di uomini e uno 0,09% non binario.

Il sessismo negato: ancora troppa omertà ai vertici delle aziende

  • Il 56,8% delle persone ha subìto sul luogo di lavoro comportamenti o espressioni che reputa sessisti da parte di uomini o donne
  • Il 31,2% delle persone che ha subìto comportamenti sessisti li ha subìti dal capo. Il 30,7% dal diretto responsabile e il 38,1% da un collega 
  • All’88,2% delle persone è capitato, sul luogo di lavoro, di assistere a comportamenti o ascoltare espressioni di natura sessista

“Sono dati preoccupanti” dichiara Pino Mercuri, Direttore HR di Agos Italia “che però sorprendono fino a un certo punto: le nostre aziende sono specchio della realtà sociale che viviamo; non sono luoghi altri. Nel bene e nel male. Questa volta, chiaramente, nel male”. 

Tra i commenti in apertura del sondaggio anche Maria Cristina Bombelli, Presidente di Wise Growth: “L’abitudine al sessismo fa sì che non lo si consideri un elemento da segnalare, o magari le persone temono – e non sarebbe strano – ritorsioni, magari non concrete ma certamente quella fama di “rompiscatole” per non dire di peggio. Quindi meglio tacere. Consolante che qualcuno invece lo segnali: non in modo maggioritario, ma comunque è emerso un buon numero. Fa riflettere però che, chi si è rivolto a coloro che dovrebbero essere garanti, abbia avuto risposte evasive o addirittura negative dagli uffici del personale”.

“Ci autoconvinciamo (e convinciamo le altre persone) che la situazione non è così grave, che non può essere davvero sistemica. Eppure i numeri dicono altro: l’88% ha assistito a un episodio di natura sessista”: è netta anche Flavia Brevi, Head of Social Communication Cookie & Partners e Fondatrice di Hella Network. “È a quel punto che dobbiamo spezzare la catena: non limitandoci a ricoprire il ruolo di bystander (ovvero spettatori e spettatrici), ma facendo notare l’atto sessista. Perché è con la complicità dei silenziosi che il sistema va avanti indenne”.

Volgarità e luoghi comuni in azienda: la nuvola delle parole rischia di esplodere

Il sondaggio prevedeva anche diverse domande a risposta aperta: offrire una propria definizione di sessismo così come elencare frasi o espressioni ascoltate nei rispettivi luoghi di lavoro e reputate di natura sessista, indipendentemente dal fatto che fossero state direttamente rivolte loro. Nella redazione di SenzaFiltro, che ha elaborato tutti i dati del sondaggio, abbiamo realizzato la nuvola delle parole più ricorrenti e il risultato, già a vista, rimarca l’appoggio a stereotipi e termini volgari, nonché ricorsivi nella discriminazione di genere. Maria Cristina Bombelli ha anche aggiunto: “Non credevo ci fosse ancora un simile atteggiamento discriminatorio verso il femminile dentro le aziende italiane”. Secondo Osvaldo Danzi, Presidente di FiordiRisorse nonché editore di SenzaFiltro: “Non si creda che gli episodi di sessismo siano appannaggio esclusivo di piccole aziende di provincia. Purtroppo rileviamo episodi molto gravi anche e soprattutto all’interno di grosse aziende strutturate, spesso promotrici di politiche inclusive”. Lo conferma un dato inequivocabile dell’Osservatorio: quasi il 40% delle risposte è pervenuto da aziende con più di 250 collaboratori.

Secondo Stefania Zolotti, direttrice di SenzaFiltro “L’Osservatorio 2022 di FiordiRisorse testimonia che non poche colonne culturali su cui poggiano molte aziende italiane sono marce e non c’entrano l’età, i ruoli, le generazioni, la geografia, i settori produttivi, le gerarchie, la forma padronale o multinazionale, l’anzianità di servizio, i bilanci, l’essere in quel lavoro da tanto o da poco. È solo una questione di paure: siccome è difficile accettare una propria paura – chiamatela insicurezza, scarsa autostima, disabitudine al contatto con gli altri, arroganza – e tantomeno metterla sul piatto della bilancia con cui pesiamo noi e gli altri, a molti conviene stereotipare le relazioni usando frasi d’appoggio, maschere pronte all’uso, discriminazioni già ostentate in partenza”.

L’Osservatorio 2022 sul sessismo nei luoghi di lavoro è scaricabile a questo link.

È possibile rivedere il video della presentazione in diretta web.


L’articolo che hai appena letto è finito, ma l’attività della redazione SenzaFiltro continua. Abbiamo scelto che i nostri contenuti siano sempre disponibili e gratuiti, perché mai come adesso c’è bisogno che la cultura del lavoro abbia un canale di informazione aperto, accessibile, libero.

Non cerchiamo abbonati da trattare meglio di altri, né lettori che la pensino come noi. Cerchiamo persone col nostro stesso bisogno di capire che Italia siamo quando parliamo di lavoro. 

Sottoscrivi SenzaFiltro

Photo credits: Osvaldo Danzi, (Bar di Ushuaia – Patagonia, 2018)

CONDIVIDI

Leggi anche