Scarica il podcast della puntata Marco Ceresa, originario di un piccolo paese vicino a Lecco, oggi vive a Bologna e lavora a Milano. Laureato in Bocconi, ha fatto carriera in Philips in Austria e Olanda prima di rientrare in Italia e approdare in Randstad Italia di cui oggi è Amministratore Delegato. Della provincia Marco […]
Radio Scarpa, volume in alto
Lo sappiamo. Viviamo in un mondo ricco di stimoli e sovrabbondante di informazioni. Un mondo in cui non è facile farsi ascoltare, tanto quanto far passare i nostri messaggi. Un mondo in cui non è facile avere l’attenzione dei nostri interlocutori. Perché siamo consapevoli, come recentemente dimostrato da una ricerca di Microsoft, che la nostra […]
Lo sappiamo. Viviamo in un mondo ricco di stimoli e sovrabbondante di informazioni. Un mondo in cui non è facile farsi ascoltare, tanto quanto far passare i nostri messaggi. Un mondo in cui non è facile avere l’attenzione dei nostri interlocutori. Perché siamo consapevoli, come recentemente dimostrato da una ricerca di Microsoft, che la nostra soglia di attenzione è ormai inferiore a quella del pesce rosso, che si concentra per ben 9 secondi contro i nostri 8.
In questo contesto è evidente che le stesse organizzazioni aziendali non possono ignorare i “millemila” rivoli della comunicazione. Sia fuori sia dentro la propria struttura. Anche perché non esiste più davvero una reale distinzione tra dentro e fuori. Ma proviamo a ragionare sul pubblico interno di una teorica azienda. Tipicamente ogni piano di comunicazione ben strutturato prevede una roadmap con target, contenuti e tempi precisi. Blindata. Perché al nostro pubblico devono arrivare solo certe informazioni e confezionate nel codice più corretto. Perché solo così tutto può funzionare in modo efficace.
C’è un’alternativa e si chiama Radio Scarpa. Ovvero quell’insieme di informazioni non ufficiali, non codificate né scritte, che si propagano in modo informale lungo i corridoi, con il passaparola, o magari attraverso qualche chat o rapida telefonata o ancora tra i minuti di qualche pausa caffè.
Gheto sentìo che xe riva’ i cinesi in visita? I dise che i xe qua parché i voria comprare ea azienda … xe proprio vero che i schei no gha coeore.
Questa potrebbe essere una tipica modalità con cui Radio Scarpa informa il proprio pubblico. Da sempre. Ed a volte siamo noi stessi, senza rendercene conto, a diventare emittenti perché in fondo siamo parte di un unico sistema e condividiamo i medesimi scenari. Un po’ come avveniva in trincea tra commilitoni che bene setacciavano le notizie ufficiali, vagliandole e cercando di andare oltre per trovare la sostanza.
È inevitabile ed umano essere curiosi. E volerne sapere di più. Per cui l’informazione sfiziosa sul business diventa molto interessante, tanto quanto quelle mezze-notizie insinuate a mo’ di gossip. E tutto ciò peraltro ha una velocità di propagazione straordinaria.
Perché Radio Scarpa gode delle notizie più clamorose e le cavalca, e se non le trova le crea. In questo modo è capace di “far esistere cose” ed anche di destabilizzare. Non solo: è in grado di creare rumore dentro e fuori, ed è cloud ben prima della nascita del cloud.
“La figura di chi parla per il gusto di sparlare, ovvero del pettegolo, è sempre esistita. – spiega Franco Guzzi, Presidente di Cohn & Wolfe Italia – Per il semplice fatto che siamo esseri sociali e di conseguenza ci nutriamo di questo. Basti vedere la diffusione delle riviste di gossip o i click sulle pagine web di chiacchiere. Ma il tema è un altro. Perché nelle nostre organizzazioni è determinante il contesto all’interno del quale tali voci si trovano a girare. Perché le voci di corridoio diventano credibili se e solo se trovano un qualche riscontro, anche involontario, proprio nei volti dei manager. Ed è un attimo che il rumore di fondo si accresca fino a sovrapporsi alla voce ufficiale”.
E in effetti il verbo di Radio Scarpa può diventare virale molto velocemente se non presidiato in modo consapevole dal management.
“Il gossip interno è nella natura di ciascuna struttura e ne è una cartina di tornasole. – aggiunge Guzzi – Un bravo leader è opportuno che ne colga ogni segnale con attenzione e che si comporti di conseguenza, puntando sulla trasparenza e sulla condivisione. A volte si può anche spiegare che alcune cose non è ancora tempo di farle sapere. In tale modo si dimostra costanza di messaggio, coerenza ed autorevolezza. Ma soprattutto in tale modo le notizie non ufficiali perdono immediatamente di credibilità”.
È evidente che il pericolo non è dunque la “chiacchiera”, ma il non presidio della stessa.
Prendersela con Radio Scarpa e magari adoperarsi per metterla a tacere è come voler silenziare il rumore sotto il cofano di un auto invece che voler capire la genesi dello stesso rumore. Ed alla fine tutto ciò è un rischio, perché dal silenzio allo scoppio è un attimo.
Quindi, per il bene delle nostre aziende, che un giorno non si dica “organization killed the Radio Scarpa stars”. Ed ora, che si alzi il volume.
[Credits photo: Mats su Flickr]
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