Una piccola premessa in questo caso è doverosa: l’estrema ramificazione dei percorsi che hanno portato alla distribuzione dei fondi del PNRR legati alla scuola rende impossibile dare un quadro completo che definisca alla perfezione a chi sono andate le risorse, e dunque quali sono state e saranno le ricadute sul territorio. Ciò che possiamo però fare è dare un quadro più generale, basandoci principalmente sui dati forniti da OpenPolis, fondazione indipendente e senza scopo di lucro che segue fin dall’inizio il destino delle risorse del PNRR.
Il criterio seguito per l’allocazione dei fondi sembra tanto facile quanto discutibile: più una Regione ha realtà scolastiche attive, più sono i fondi che le sono stati destinati. Per questo le prime tre Regioni per fondi ricevuti dal Piano scuola sono state Lombardia, Campania e Sicilia. Allo stesso modo, una quantità maggiore di fondi è andata alle città più importanti d’Italia: Napoli (circa 122,5 milioni di euro), Roma (115 milioni) e Milano (79,6 milioni); a seguire Torino, Palermo e Salerno.
Se da una parte, come detto, il criterio può apparire logico, dall’altra presenta l’evidente difetto di non ridurre i divari territoriali nel rapporto tra le scuole nazionali. Questo riguarda soprattutto la necessità di ricevere una dotazione tecnologica per le scuole che in precedenza ne erano sfornite o carenti.
Ma in che modo le scuole stanno utilizzando i fondi assegnati? Una maniera interessante di scoprirlo, senza voler per forza fornire una spiegazione esaustiva al complesso fenomeno, è vedere ciò che esce oltre il margine della normale assegnazione e diventa notizia.
Da qui possiamo individuare alcune tendenze di spesa piuttosto interessanti. Ci sono scuole che stanno usando i fondi per rinnovare il loro look digitale sia verso l’interno (nuove dotazioni per aule, laboratori e studenti) sia verso l’esterno (miglioramento del sito della scuola, soprattutto seguendo il modello standard di sito web istituzionale dettato dal Ministero circa un anno fa).
Altre scuole, invece, stanno investendo nella riqualificazione degli edifici. Le richieste erano così alte che quasi un miliardo di euro del PNRR è destinato solo all’adeguamento del patrimonio scolastico.
In più, molte istituzioni scolastiche stanno lavorando sul contrasto alla dispersione, in una lotta legata soprattutto al benessere psicologico e a una migliore qualità del tempo passato a scuola; le azioni in questo caso sono le più diverse, perché si tratta di ricostruire o potenziare una rete che va dalle scuole, alle famiglie e ai diversi enti, e le loro ricadute potranno essere osservate solo nei prossimi anni.