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I viaggi di lavoro ai tempi della crisi: la rivincita del low-cost
Anche in un periodo di crisi economica, i viaggi di lavoro sono all’ordine del giorno. Le figure professionali che viaggiano sempre, o spesso, sono ancora molteplici: rappresentanti, account, giornalisti, finendo ai Direttori Generali e i vari CEO. Eppure, in un questo grandissimo settore siamo davanti ad un vuoto comunicativo assurdo, quasi paradossale. Le compagnie che […]
Anche in un periodo di crisi economica, i viaggi di lavoro sono all’ordine del giorno. Le figure professionali che viaggiano sempre, o spesso, sono ancora molteplici: rappresentanti, account, giornalisti, finendo ai Direttori Generali e i vari CEO. Eppure, in un questo grandissimo settore siamo davanti ad un vuoto comunicativo assurdo, quasi paradossale. Le compagnie che comunicano a questo numeroso target sono pochissime. In Italia, solo Trenitalia ha prodotto un adv ad hoc per cercare di imporsi leader di mercato. E i risultati forse gli hanno dato ragione dato che è notizia di questi giorni della rinuncia di diversi vettori aeroportuali, Easyjet in primis, alla tratta Roma-Milano, naturalmente la più percorsa dagli uomini d’affari. Intorno, niente.
Sulle tratte più lunghe, la situazione cambia. In questo già citato vuoto chi ne ha beneficiato maggiormente sono state le compagnie aeree low-cost che, grazie anche alla crisi economica, vede ogni giorno tra i suoi passeggeri un bel mix di viaggiatori d’affari e vacanzieri, conquistando definitivamente la preferenza degli italiani. Il tutto senza sforzi comunicativi.
Eccezion fatta, credo, per i grandi CEO, i quali hanno budget di spesa e rimborsi “fuori dal comune”, le compagnie di bandiera dei diversi paesi stanno a guardare. Ho cercato in lungo e in largo spot, manifesti, campagne social per i business travel delle diverse compagnie di bandiera, e l’unica che ho trovato è questa alquanto discutibile (parer mio) pubblicità di Lufthansa.
La domanda sorge spontanea: perché non si comunica a questo target? Prendiamo ad esempio la nostra Alitalia, da anni in una scandalosa crisi aziendale e più volte al centro della discussione politica interna: nessun adv, niente manifesti, di spot neanche a parlarne. Nemmeno sui social media, strumento attraverso i quali si potrebbe comunicare ad un costo irrisorio rispetto ad altri canali, viene fatto alcun cenno ai viaggi di lavoro. Mi scusino i Social Media Manager di Alitalia, ma i post con i gattini sono roba da giornali di gossip di infimo livello.
La contrapposizione nell’ideogramma cinese delle parole crisi/opportunità è ormai nota, ma pur sempre attuale e vale la pena ribadirla. Dove vi è una crisi, si presentano sempre molte opportunità. Sta nella bravura di chi prende decisione carpirle e trasformare un periodo nero in un lungo percorso di luce, un camminare zoppicando, in uno splendido volo, per rimanere in tema.
Perché questo vuoto comunicativo? Perché questo regalo alle compagnie low-cost? Se qualche dirigente volesse rispondere e dare le sue motivazioni, Senza Filtro è qui per una risposta.
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