La parabola di Yoox mette in luce la difficoltà di chi opera nel nostro Paese (e per buona pace di certe riviste e inserti tecnologici sempre molto generosi nell’etichettare positivamente le imprese innovative), di trasformare una startup visionaria in una azienda sostenibile e duratura di successo, specie in settori dove la competizione è molto alta e il mercato volatile.
La crisi attuale, con le politiche aggressive di taglio e accentramento imposte dal gruppo tedesco LuxExperience, segna il passaggio da una fase pionieristica e di crescita a una inevitabile fase di ridimensionamento che non risparmia le persone che lavorano per l’azienda. Dimostrando anche in questo caso, come i sogni di innovazione spesso si infrangano sulle logiche industriali e di profitto delle multinazionali, portando a un epilogo che ricorda le dinamiche tradizionali delle aziende padronali italiane, con il loro tipico approccio al lavoro e ai collaboratori.
Questa vicenda invita a riflettere sul ruolo dei nuovi modelli di business nella sostenibilità occupazionale e sociale, in un’industria dove la tecnologia e il capitale spesso dominano, rendendo difficili le soluzioni umanistiche e innovative. Soprattutto ora, con la nuova febbre di intelligenza artificiale alle porte.
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Photo credits: economyup.it