Candy non rischia di essere l’unica realtà del mondo degli elettrodomestici a chiudere i battenti. L’altro grande nome è quello di Beko, la cui chiusura è annunciata nel 2025. La multinazionale turca produce forni e piani di cottura, ma il 20 novembre scorso ha presentato un piano industriale che prevede l’eliminazione di 1.935 posti di lavoro su 5.000 dipendenti in tutta Italia, per una percentuale che si aggira attorno al 40%.
Dovrebbero venire chiusi gli stabilimenti di Comunanza, in provincia di Ascoli Piceno, dove si producono lavatrici; di Siena, dove si assemblano congelatori; e verrà ridimensionato in maniera consistente quello di Cassinetta, in provincia di Varese, dove vengono prodotti frigoriferi, forni a incasso e microonde. Il sito che si trova nelle Marche sarà chiuso, e tra gli operai sono previsti 66 esuberi. Verrà chiuso anche il settore ricerca e sviluppo, dove lavorano in 300 tra designer e progettisti.
Insomma, si sta parlando di un forte ridimensionamento della società, che per il 75% è di proprietà della multinazionale turca Arçelik e per il 25% dell’americana Whirlpool. Nell’ultimo tavolo i sindacati hanno chiesto di non licenziare e di impostare una trattativa che garantisca la continuità produttiva dei siti, oltre che di dare la possibilità, ai lavoratori che possono farlo, di uscire dal lavoro nel giro di quattro o cinque anni, senza smettere di produrre in Italia. La risposta potrebbe arrivare l’8 febbraio, giorno della prossima riunione al ministero del Lavoro.
Già in passato Whirlpool aveva iniziato ad allontanarsi dall’Europa. La società Tea Tek, infatti, è subentrata a Whirlpool a Napoli, ma non per mantenere una fabbrica che produce elettrodomestici, bensì un sito di pannelli solari. Insomma: salva la produzione, ma non riguarda più gli elettrodomestici.