Costiera amalfitana, il PNRR la sfiora: due mezzi ospedali non ne fanno uno intero

Oltre ai problemi nei collegamenti, la Costiera fatica a garantire le cure ai suoi quasi 40.000 residenti. Parlano i sindaci e gli operatori sanitari del territorio.

Lungo la strada statale 163 della Costiera amalfitana – al di là della suggestiva strada panoramica che ha fatto e che fa innamorare ogni anno milioni di turisti che la percorrono – i residenti dei Comuni della Costa d’Amalfi vivono ogni giorno disagi non solo per raggiungere i luoghi della “divina”, ma anche per usufruire dei servizi sanitari che – tolti i nosocomi di Salerno e di Sorrento – constano di un solo presidio medico ospedaliero lungo il tragitto che conduce dal capoluogo di provincia fino a Positano: l’Ospedale Costa d’Amalfi, che non ha né posti letto né reparti.

Lungo questi 37,5 chilometri, che in condizioni normali di traffico si percorrono in un’ora e mezza – ma che spesso non è sufficiente per l’intenso passaggio di bus turistici, taxi, moto, NCC e auto a noleggio per buona parte dell’anno – il disagio logistico è un dato oggettivo.

Se si considera poi che gli abitanti della Costiera amalfitana lungo i Paesi che costeggiano la statale sono in totale circa 33.000, si evince come i residenti della Costa nella loro totalità siano quasi pari a quelli di una media città di provincia, che di solito è dotata di un proprio nosocomio, mentre ad Amalfi il punto di riferimento sanitario si trova in una ideale via di mezzo: a Castiglione di Ravello.

Andrea Reale, sindaco di Minori: “Facciamo un appello a De Luca e al Governo: nel nostro ospedale carenza di organico e risorse al lumicino”

I residenti spesso si trovano in “concorrenza” con i turisti provenienti da ogni parte del mondo, che nel corso delle loro vacanze estive possono necessitare di cure mediche di primo soccorso. E il primo punto d’accoglienza è, manco a dirlo, l’Ospedale Costa d’Amalfi.

Il delegato alla sanità della Conferenza dei Sindaci della Costa d’Amalfi è Andrea Reale, sindaco di Minori al suo secondo mandato nell’antica Rheginna minor tanto cara ai romani.

Il sindaco di Minori, Andrea Reale.
Il sindaco di Minori, Andrea Reale.

Sindaco Reale, ma per l’Ospedale Costa d’Amalfi sono previsti investimenti per un suo potenziamento, anche alla luce della Missione 6 – Salute del PNRR?

Assolutamente no: anzi faccio un appello al direttore generale dell’azienda ospedaliera universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, D’Amato, e al governatore De Luca, perché nella nostra struttura c’è carenza di organico sia per quanto riguarda il personale medico che per quello infermieristico, e di questa Missione 6 – Salute del PNRR non siamo a conoscenza di nulla che possa riguardare il Costa d’Amalfi. Nel nostro ospedale non ci sono né posti letto né reparti: c’è solo il pronto soccorso, insieme ai servizi di radiologia h24 e al laboratorio di analisi, sempre h24.

Proprio alla luce del PNNR e della Missione 6 – Salute si dovrebbero evidenziare non solo la nuova centralità della sanità territoriale, ma anche i modelli che si pensa di introdurre dal Governo centrale. Che cosa ne pensa?

Mi ripeto e faccio appello alla vostra testata giornalistica nazionale affinché portiate all’attenzione il fatto che anche dal Governo centrale le risorse destinate per la sanità alla Regione Campania sono ridotte al lumicino. Il nostro territorio della Costiera non è di facile accesso e il nostro ospedale Costa d’Amalfi si trova in una zona disagiata. Se poi consideriamo che i residenti della costiera superano le 38.000 unità (comprese le aree interne, N.d.R.) e a questi si aggiungono quasi lo stesso numero di turisti, giocoforza le richieste di assistenza da parte dei pazienti al nostro presidio ospedaliero aumentano sensibilmente. Consideriamo poi che la destagionalizzazione turistica porta visitatori in costiera amalfitana 365 giorni all’anno: è ormai un dato di fatto, certificato dalle presenze negli alberghi anche nei periodi non solo legati all’alta stagione.

Quali sono i numeri degli interventi effettuati dall’ospedale Costa d’Amalfi?

Nel periodo pre COVID-19 gli accessi alla struttura erano circa 8.000 l’anno, mentre durante il COVID-19 sono diminuiti. Consideriamo anche che prendendo a paragone l’ospedale di Capri – anch’esso considerato in zona disagiata – se ne registrano circa 4.000, esattamente la metà. Con un’ulteriore differenza sostanziale: a Capri è attiva la sala operatoria, mentre al Costa d’Amalfi non lo è più.

Perché secondo la Conferenza dei sindaci della Costiera, di cui lei è delegato per la sanità, dovrebbe essere strategico investire sull’Ospedale Costa d’Amalfi?

È semplice: se tutte le attività di prevenzione sanitaria venissero svolte all’interno della nostra struttura in maniera efficace, con l’inserimento di un numero congruo di posti letto e l’apertura di diversi reparti, i ricoveri aggiuntivi negli ospedali di Salerno e di Cava de’ Tirreni diminuirebbero sensibilmente, scongiurando così il rischio di occupazione dei loro posti letto.

Fino a qualche anno fa, l’Ospedale Costa d’Amalfi aveva al suo interno due chirurghi operatori per le urgenze ma che effettuavano anche interventi in day surgery (come ernie, cisti, eccetera). Ora non ci sono più.

La domanda è lecita: se nel PNRR Missione 6 – Salute, alla voce investimenti per la component 1, gli investimenti riguardano “l’implementazione dei nuovi modelli organizzativi di prossimità e il potenziamento, in termini di qualità e sostenibilità dell’assistenza territoriale”, risulta legittimo quindi chiedersi se l’Ospedale Costa d’Amalfi non rientri nella dicitura.

La struttura ospedaliera di Castiglione di Ravello occupa l’edificio che nacque come “Ente morale Casa dei bimbi irpini”, quando nel dopoguerra l’energica avellinese Italia Giordano pensò a un luogo per i bambini orfani e in condizioni di disagio, fino a quando nei primi anni Ottanta passò nelle disponibilità del Comune di Ravello, divenendo ospedale di primo soccorso.

Abbiamo incontrato anche un’operatrice sanitaria che lavora all’interno della struttura da diversi anni.

L'ospedale di Castiglione di Ravello.
L’ospedale di Castiglione di Ravello. Foto positanonotizie.it

Quanti siete in organico come personale medico e infermieristico?

Siamo 21 infermieri al pronto soccorso, 6 medici di area chirurgica e 4 medici di area medica, che non sufficienti a coprire i turni. Infatti quando resta il turno scoperto lo deve coprire il cardiologo che è in servizio, secondo disposizione del direttore generale.

Ci sono poi 7 operatori sociosanitari, e a parte c’è un infermiere dedicato al servizio di radiologia e un infermiere per il servizio ambulatoriale (al momento gli ambulatori operativi sono quello di cardiologia e quello dei prelievi ematici, N.d.R.), che però non rientrano nell’organico del pronto soccorso.

Da dove arrivano i medici a supporto?

Cardiologo e rianimatore fanno a rotazione per coprire i turni e vengono dai vari ospedali che fanno parte dell’azienda (Cava de’ Tirreni, Mercato San Severino, Ruggi di Salerno). Mentre gli infermieri, i medici del pronto soccorso e gli OSS sono fissi qui a Castiglione di Ravello.

Come sono le condizioni di lavoro all’interno dell’Ospedale Costa d’Amalfi?

Incontriamo qualche difficoltà quando sorge la necessità di ricoverare un paziente. Non avendo posti letto dobbiamo afferire a uno degli ospedali dell’azienda, cercare il posto e trasferirlo. La difficoltà sta nel trovare il posto. Purtroppo gli ospedali sono pieni (diciamo che questo è un problema nazionale), e quindi spesso i pazienti li dobbiamo tenere con noi anche intere giornate. Per i codici rossi, invece, usufruiamo dell’eliambulanza che atterra a Maiori, al porto: accompagniamo il paziente fin lì con l’ambulanza e lo affidiamo all’equipaggio.

Intanto la Regione Campania ha annunciato investimenti per poco più di 380 milioni anche grazie ai fondi del PNRR, per lo sviluppo di un nuovo modello sanitario: 100 ristrutturazioni e 33 costruzioni, con la realizzazione di 169 Case della Comunità, 45 Ospedali della Comunità e 58 Centrali operative territoriali.

Per Case della Comunità l’investimento è di 249 milioni di euro, con 33 unità previste per l’ASL di Salerno: di queste 33, 18 sono da edificare e 15 da ristrutturare. Per gli Ospedali di Comunità l’investimento previsto è di quasi 111 milioni di euro, con 7 unità per l’ASL di Salerno. Per le Centrali Operative Territoriali l’investimento è di quasi 20 milioni di euro, con 11 unità previste nel territorio salernitano.

A Tramonti una Casa di Comunità, l’ospedale di Amalfi rimane a bocca asciutta

A eccezione di Tramonti, candidata per la costruzione di una Casa di Comunità, in Costiera amalfitana non sono previsti né Ospedali di Comunità né Case della Comunità, né quelle di telemedicina – da edificare e da ristrutturare. Quindi l’Ospedale Costa d’Amalfi è di fatto fuori dai giochi.

Domenico Amatruda è il sindaco di Tramonti, Comune in Costiera amalfitana ai confini con Maiori, e ci dice la sua sul PNRR Missione 6 – Salute e sulla candidatura della cittadina di 4.000 abitanti di cui è il primo cittadino.

Il sindaco di Tramonti, Domenico Amatruda.
Il sindaco di Tramonti, Domenico Amatruda.

“Per il nostro territorio – e soprattutto per quello dell’intera Costa – ho comunicato all’ASL che avevo disponibili delle strutture: dopo averle visitate però mi hanno comunicato che non erano idonee. Mi hanno chiesto però se avessi uno spazio dove costruire una Casa di Comunità. Abbiamo trovato il terreno ,e in Consiglio comunale abbiamo ceduto il diritto di superficie all’ASL territoriale. Nel piano regionale sanitario è previsto che in questa area a Tramonti vengano costruite sia una Casa di Comunità che una Centrale Operativa Territoriale”.

Al momento, sulla carta, Tramonti gioca la sua partita per la costruzione delle due strutture, di fondamentale importanza per tutta la Costa d’Amalfi.

Resta il dubbio su come si agirà sull’ospedale di Castiglione di Ravello: quarant’anni di storia sanitaria che non vanno dimenticati. Fin dalla nascita questo ospedale affacciato sul mare simboleggia la cura verso il prossimo, e se è vero che l’acronimo PNRR sta a significare Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza non comprendiamo come l’Ospedale Costa d’Amalfi non possa farne parte, dotandosi di posti letto e di reparti che aiuterebbero ad alleggerire la situazione di altri ospedali. In questo modo si garantirebbe una prima cura in un punto di riferimento imprescindibile dal punto di vista sanitario, sia per i residenti della Costa d’Amalfi che per i turisti di tutto il mondo, che visitano la costiera 365 giorni all’anno.

Leggi il mensile 116, “Cavalli di battaglia“, e il reportage “Sua Sanità PNRR“.


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In copertina una veduta dall’alto dell’Ospedale Costa d’Amalfi a Castiglione di Ravello (l’edificio giallo a destra), Foto Positanonotizie.it

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