Estate 2020, il problema non sarà il meteo

Di certo non sarà un’estate come tutte le altre. Non sappiamo ancora se ci aspetteranno le vacanze di sempre, sotto l’ombrellone o in montagna, oppure se saremo al lavoro per recuperare il tempo perduto. Stessa spiaggia stesso mare, o le mascherine prenderanno il posto delle maschere? O forse, per scegliere una camera d’albergo, “appena sanificato” […]

Di certo non sarà un’estate come tutte le altre. Non sappiamo ancora se ci aspetteranno le vacanze di sempre, sotto l’ombrellone o in montagna, oppure se saremo al lavoro per recuperare il tempo perduto. Stessa spiaggia stesso mare, o le mascherine prenderanno il posto delle maschere? O forse, per scegliere una camera d’albergo, “appena sanificato” sarà un valore più importante di “vista mare”? Resterà di certo una buona dose di paura da esorcizzare, ma con la quale dovremo giocoforza fare i conti. Sarà un ritorno apparente alla normalità perché in fondo ci renderemo conto che qualcosa è cambiato per sempre.

Che estate sarà quella che tra poco busserà alle porte?

 

L’estate 2020 sarà una stagione di cambiamento?

Secondo Mirco Botteghi della Filcams CGIL di Rimini sarà un’estate difficile, specie dal punto di vista del lavoro. Da un lato esiste il rischio che si cerchi una ulteriore riduzione dei costi per recuperare marginalità, e che questo ricada su un costo del lavoro che nel settore turistico del riminese è incomprimibile.

Questa situazione può e deve invece stimolare idee diverse per ripensare il settore, con un modo differente di vendere il prodotto turistico, magari anche semplificandone alcuni elementi. Esiste infatti un’altissima concentrazione di imprese stagionali del turismo, ma un tasso di occupazione medio non corrispondente, specie se si calcola che la popolazione a Rimini e provincia è aumentata di circa 40.000 unità dal 2008 al 2018. Il reddito pro capite medio resta però tra i più bassi d’Italia del settore (tra i 15 e i 16.000 € medi nel 2018).

Forse si può immaginare un turismo meno di massa dove cresce di pari passo la qualità del prodotto. Anche perché le caratteristiche del territorio ci sono tutte: sono stati fatti straordinari investimenti per evidenziare l’entroterra, la cultura, l’enogastronomia. È stato ristrutturato dopo settant’anni il teatro Galli dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, e sono stati completamente riqualificati il lungomare il centro storico.

Naturalmente la situazione delle aziende influirà molto sulla stagione: i lavoratori che hanno utilizzato una o più settimane di ferie per gestire l’emergenza non avranno possibilità di fermarsi ad agosto. Chissà che domani anche in Italia non si possa cambiare il concetto di vacanza, passando dal tradizionale periodo di agosto a un modello più ampio, con la possibilità di godere delle ferie da maggio a settembre, con il risultato di allungare le stagioni turistiche e garantire così una maggiore continuità di lavoro e qualità di servizio.

 

L’agosto anomalo della crisi, e delle opportunità

Ma come reagiranno le aziende e i mercati a questo momento così delicato? Matteo Gialdini, che da poco ha lasciato la carica di amministratore delegato di Hansgröhe Italia per diventare il Chief Commercial Officer West Europe del gruppo Natuzzi, paragona questa situazione all’ingresso della safety car durante un Gran Premio di Formula Uno: quando abbandonerà la pista e si potrà ripartire, la situazione della gara potrà cambiare, e non è detto che le posizioni precedenti saranno le stesse alla fine della corsa. Alcune modalità che la situazione ci ha costretto ad adottare probabilmente verranno consolidate.

Mi sono reso conto che in una settimana ho fatto tre volte il giro del mondo, confrontandomi in meeting virtuali e arrivando a delineare decisioni strategie che probabilmente, nella modalità tradizionale, avrebbero richiesto un mese e mezzo. Il nostro Paese però non può solo contare sulla capacità di adattamento e sulla creatività che tutto il mondo ci invidia, ma ha bisogno di strumenti adeguati. Questo periodo ha evidenziato come diventi cruciale accelerare sulla tecnologia del 5G, per esempio.

Vedo un’estate di messa in discussione, di pensiero e di lenta ripartenza, ma anche un’opportunità unica. Mai come in questo momento abbiamo tempo per fare la cosa più importante: pensare. È tempo di progettare momenti di training, nuove organizzazioni, revisioni dei processi. Sarà un agosto anomalo dove molte aziende saranno aperte, le città vive, la serie A (che piaccia o no uno dei principali indicatori del nostro Paese) che giocherà per recuperare, e una situazione simile agli anni Cinquanta, con weekend di gite fuori porta. Infine acquisterà ulteriore importanza la cura della casa, che abbiamo imparato ad amare o detestare a seconda dei casi, e quella della persona: il nostro benessere, la salute, il mantenersi in forma e saper stare bene con se stessi. Questo periodo ci ha insegnato con severità a volerci più bene.

 

Estate 2020, una cartina tornasole per la scuola

Ma come si vive questo momento nelle scuole, per le quali l’estate rappresenta per antonomasia un lungo periodo di svago oppure i temuti esami? Roberta Balestrino, che insegna matematica al Liceo Scientifico Cattaneo di Torino, mi offre un punto di vista poco convenzionale e molto interessante in un momento così particolare, dichiarandosi preoccupata di stare vicino ai ragazzi più che dal punto di vista didattico. Questo infatti è un periodo in cui i tasselli delle persone che saranno in futuro si formano, e il forzato isolamento, la mancata socialità, l’impossibilità di fare sport rischia di creare una sofferenza generazionale che dovrà essere gestita nel breve futuro. I programmi scolastici si possono sempre recuperare.

“Per fortuna in questo momento il nostro istituto ha beneficiato delle scelte fatte l’anno scorso partendo con la piattaforma gratuita di Google, e questo ci ha permesso di essere molto reattivi e organizzarci con velocità, aiutati dal fatto che gli alunni sono attrezzati con webcam e computer portatili e i loro genitori li seguono attivamente. Inoltre la mancanza di presenza fisica nell’aula ci regala l’opportunità di misurare ciò che siamo stati in grado di trasmettere in questi anni. Al controllo puntuale si devono giocoforza sostituire la fiducia e la stima, e capiremo senza alibi se siamo riusciti a trasmettergli l’importanza dell’apprendimento, se invece di insegnargli nozioni siamo riusciti a educarli alla conoscenza. In questo siamo anche aiutati da un forzato cambio di contesto. Pur nel rispetto del ruolo, trovarsi in videolezione, magari in jeans, bevendo un cappuccino davanti allo schermo, avvicina l’insegnante – che di fatto vive gli stessi disagi – e in alcuni casi permette di avvicinarsi ulteriormente ed entrare in maggiore sintonia. Tutto questo in attesa dell’estate, un momento importante per recuperare socialità, superando questo periodo ma cercando di non dimenticarne l’importante lezione.”

 

Dal Tirreno all’Adriatico, un’estate sottotono

Ma l’estate è pur sempre sinonimo di mare, spiaggia e ombrelloni, oggi ancora tristemente chiusi. Ma come sta vivendo il settore questo periodo di incertezza? Simona Fini è la titolare del Bagno Patrizia a Marina di Pietrasanta, come quasi tutte le spiagge della Versilia un’azienda a conduzione familiare da generazioni. Sono tra le categorie più colpite, e proprio per questo è difficile essere ottimisti, non sapendo ancora se e quando si potrà riaprire.

“La certezza è che economicamente sarà il peggiore anno di sempre: la quasi certa assenza di stranieri penalizzerà di molto la zona, e gli italiani molto probabilmente si riserveranno solo dei weekend. Inoltre non tutti gli stabilimenti saranno in grado di adeguarsi alle probabili direttive delle varie ASL sulle norme anti contagio. Ma gli italiani galleggiano su tutto, e speriamo anche un po’ sul mare”

Le cose non sono molto diverse sul versante adriatico. Enrico Della Rosa è uno degli imprenditori più noti della riviera romagnola. Titolare della Spiaggia 61 di Riccione, resa ancor più celebre dalla ventennale collaborazione con Radio Deejay in qualità di meteorologo, la sua altra grande passione.

“L’estate ci vedrà alle prese con una ferita aperta che non si è ancora rimarginata del tutto e che ingenererà molto timore. Di sicuro le ripercussioni saranno importanti: l’assessore al turismo di Riccione ha già annunciato che non ci saranno i grandi eventi e ci si aspetta un’estate sottotono. Magari, rischiando di fornire una visione un po’ catastrofica, ci consoliamo pensando alla stagione successiva, considerando questa come una stagione interlocutoria. Per la nostra città infatti è difficile immaginare di fare concorrenza a zone come la Versilia, che hanno da tempo puntato su un turismo di tipo diverso. Sono però sicuro che ci riprenderemo. Un paio d’anni fa avevamo iniziato a ridurre le tende per garantire una maggiore qualità del servizio e maggiore spazio in spiaggia, quindi inconsapevolmente ci siamo portati avanti con eventuali misure sulle distanze da tenere.  Insomma, le previsioni di Enrico il Bagnino annunciano ancora burrasca: per il sereno bisognerà attendere un altro po’.”

Forse lo stesso concetto di estate deve giocoforza cambiare, almeno temporaneamente, e si parlerà più di estatare, espressione che si utilizzava in Maremma per indicare di trascorrere la stagione calda in un luogo salubre, per curarsi o sfuggire alle malattie. Mi piace pensare che, sia come sia, sia dove sia, l’estate quest’anno non sarà solo una stagione, ma proprio quel luogo salubre e sicuro in cui ritorneremo gradualmente alla normalità. Il giusto tempo per ritrovare (e)stati d’animo che questo momento d’incertezza ha momentaneamente annebbiato, e per capire davvero quanto vale un abbraccio.

 

 

Photo by KS KYUNG on Unsplash

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