Ma se da quell’Ordine a tutela dell’informazione, in fin dei conti, fosse meglio tenersi alla larga?
Sebbene ipocrita da parte di Striscia la Notizia fare le pulci alla condotta deontologica dei giornalisti quando schiera maghi, pupazzi, ciclisti, intrattenitori e comici in prima linea, va anche detto che Francesca Fagnani domani mattina potrebbe abbandonare l’Ordine dei Giornalisti, riprendere a fare esattamente ciò che fa (ossia la presentatrice) e indossare i monili che preferisce senza prestarsi ai rimproveri altrui.
Del resto, non si tratterebbe certo del primo caso in cui basta fare “ciao ciao” con la manina e la questione morale è risolta: si pensi a Fabio Fazio, che dopo una campagna pubblicitaria con Telecom si è visto in dovere di cancellarsi dall’elenco Pubblicisti della Liguria (se avete modo e tempo recuperate la lettera in cui l’OdG spiega come mai non ha potuto chiarire a Fazio in anticipo se era lecito per lui fare promo a Telecom o meno, è un piccolo capolavoro); meno concordata ma giunta allo stesso esito l’appartenenza all’Ordine della Campania di Caterina Balivo, sempre causa spot.
I casi, insomma, si sprecano, ma se proprio vogliamo incorniciare tale problema in tutta la sua vacuità non si può non citare quello che ha coinvolto Diletta Leotta. La “presentatrice” (l’Ordine suggerisce di non definirla giornalista), che certo non si è negata alla pubblicità, ha costretto l’OdG a intervenire con una nota che riporto pedissequamente:
Sono giunte al Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti numerose segnalazioni riguardanti la sign. Diletta Leotta che compare e viene citata in alcune pubblicità commerciali. Le segnalazioni riguardano l’incompatibilità fra la professione giornalistica e la partecipazione a spot e messaggi pubblicitari commerciali. A tal proposito il CNOG precisa che la sign.ra Leotta non risulta essere iscritta negli elenchi dell’Ordine dei Giornalisti e che, pertanto, non è soggetta agli obblighi della deontologia in base ai quali i giornalisti non possono fare pubblicità commerciale.
Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti coglie inoltre l’occasione per ricordare ai colleghi, alle testate e a tutti i mezzi di comunicazione (anche social) di non definire “giornalista” chi non lo è, al fine di evitare equivoci e fraintendimenti nei confronti di coloro che svolgono questa professione.
Insomma, nonostante Diletta Leotta svolga e abbia svolto un ruolo notoriamente in capo a giornalisti e giornaliste, fintanto che non è iscritta all’Ordine può fare un po’ quello che le pare. Verrebbe però anche da chiedersi come l’imparzialità e la condotta della signora non-giornalista Leotta, in qualità di bordocampista nel commento sportivo, possano essere influenzate dalle collane, dagli orecchini e dalle scarpe che indossa.