Tornando al breve racconto del cuoco che ci ha concesso dieci minuti del suo tempo, un dato invece va messo in luce sui prezzi degli affitti a Milano e in Lombardia.
La differenza degli affitti è notevole se ci si allontana da Milano, come ha fatto Mario scegliendo di abitare in una piccola cittadina a 25 chilometri dalla metropoli. Se invece si spulciano i prezzi dell’hinterland milanese si trovano delle brutte sorprese: gli affitti sono meno cari, ma di poco. Un appartamento nell’hinterland milanese di due locali più servizi può costare, comprese le spese, non meno di 800 euro, contro i 900-1.000 euro della fascia intermedia tra la periferia e il centro.
Le cifre che abbiamo citato sembrano poca cosa, ma se si vanno a vedere i dati aggregati si capisce quanto il trasporto, ad esempio incida sul tempo di lavoro, e dunque sul salario, e quanto il caro affitti possa spingere verso la povertà migliaia di persone che magari lavorano, ma devono stringere la cinghia per rimanere nella fascia di sussistenza.
Secondo dati ISTAT aggiornati si stima che circa 30 milioni di persone si spostano ogni giorno per raggiungere il luogo di studio o di lavoro; oltre un terzo della popolazione. Il 35,5% si sposta per motivi di lavoro e il 18,5% per motivi di studio. Il pendolarismo riguarda oltre la metà della popolazione residente nelle Regioni del Nord e nei grandi Comuni; percentuali più basse si registrano nel Mezzogiorno e nei Comuni di piccole dimensioni. Negli ultimi dieci anni sono diminuiti gli spostamenti di durata inferiore a 15 minuti e sono aumentati quelli diretti fuori Comune dal 41,6% al 44,3%, soprattutto per motivi di lavoro.
I dati macro di Immobiliare.it che citiamo sono impressionanti e ci fanno capire perché nell’ultimo decennio c’è stato uno spostamento dalle metropoli ai piccoli centri, e perché c’è stato un impoverimento generale del ceto proletario e di quello medio basso. Secondo i dati dell’Osservatorio mensile di Immobiliare.it Insights, “in Italia i canoni di affitto aumentano ancora, mostrando rialzi in tutte le aree geografiche. In generale l’affitto cresce del 2% su base mensile, toccando quota 12,4 euro/mq, e del 6,9% nel confronto con il 2022”.
Se si dà uno sguardo ravvicinato a maggio 2023 i dati non sono consolanti, la musica non cambia: “Nel Nord-Ovest del Paese, i prezzi medi delle locazioni al metro quadro salgono dello 2,5% rispetto ad aprile 2023, segnando un +8% rispetto allo stesso periodo del 2022. Oltre 13 euro al metro quadro. Nel Nord-Est, la variazione rispetto al mese di aprile 2023 è dell’1,1%, ma aumenta del +11,5% rispetto al 2022, superando quota 12 euro/mq. Nel Centro Italia, i canoni mostrano un +1,4% rispetto ad aprile 2023 e aumentano del 49% rispetto all’anno precedente. Anche in questo caso parliamo di oltre 13 euro al metro quadro”.