È tempo di ammissioni: la morte di Silvio Berlusconi ci ha colti di sorpresa, al punto che non avevamo in ghiacciaia un coccodrillo da dedicargli. Qualcosa con cui “coprire la notizia”.
La redazione, come tutte le redazioni d’Italia, è andata in fermento: avete sentito, che cosa scriviamo, al terzo giorno risorgerà. Si passa dalla serietà alle battute per difendersi dallo straniamento che coinvolge tutti alla percezione della fine di un’epoca, un’altra, considerato che negli ultimi anni le epoche non fanno altro che finire.
Nel frattempo, abbiamo letto quello che hanno scritto gli altri: bilanci monchi, all’acqua di rose, che con la scusa del rispetto per il defunto ne tracciano un quadro insincero e parziale. Pochissime le voci discordanti, che fanno sembrare ancora più assurdo tutto il resto: si parla della stessa persona?
Così, per dire la nostra nella questione, abbiamo pensato di chiedere un intervento all’intellettuale più influente sulla scena mondiale: ChatGPT. Il suo coccodrillo è un concentrato di fede buona e mala, quella che la stampa italiana ha stratificato nel corso dei decenni. Curioso e interessante vedere che cosa ha bucato la coltre di eventi che attornia Silvio Berlusconi, alla fine di tutto; triste paragonare questo risultato a quelli prodotti dai giornalisti in carne e ossa.
Leggere per credere.