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Secondo l’INPS, le ore di cassa integrazione ordinaria passano da 137.571.296 a 327.771.774: più colpite le Regioni del Nord e i settori meccanico e della lavorazione del cuoio. È il segnale di un comparto manifatturiero in seria e prolungata difficoltà
Un balzo del 20% anno su anno. Questo è quanto emerge dai dati elaborati su base INPS del Centro Studi Lavoro&Welfare sulla cassa integrazione. Ma l’aumento è addirittura del 42% se si vanno a vedere le ore di cassa ordinaria, cioè quella che le aziende chiedono per fare fronte a temporanei cali del lavoro.
La situazione non è delle migliori, anche se si guardano i numeri assoluti. Mentre le ore di cassa integrazione in generale dal 2016 al 2024 sono addirittura calate, quelle di ordinaria sono passate da 137.571.296 a 327.771.774: più che raddoppiate. Questo significa che non si tratta di realtà prossime alla chiusura (come chi chiede la cassa straordinaria), ma di imprese che stanno attraversando nel corso dell’ultimo anno cali ormai considerati superabili, per i quali si fa ricorso agli aiuti statali.
Al di là dell’analisi dei numeri, però, questo si traduce in lavoratori che sulla carta hanno uno stipendio (e magari dei benefit), ma nella realtà si trovano a vivere con l’80% del suo totale, in un momento in cui il potere d’acquisto cala. Se poi si getta lo sguardo ai settori più colpiti ci si rende conto che si tratta di una crisi che tocca in modo particolare la manifattura, mentre la Regione che è più in sofferenza è la Lombardia. Insomma, la locomotiva d’Italia non è ferma, ma sbuffa. Il dato si spiega con il fatto che si tratta della Regione dove è concentrato un alto numero di imprese, ma questa non è proprio una notizia positiva, anche perché per numero di ore di cassa autorizzate seguono Veneto ed Emilia-Romagna.
Nel 2024, il settore Meccanico è quello che richiede più ore: oltre 222 milioni (+40,60%). Seguono i settori Metallurgico, con oltre 42 milioni di ore (+6,00%); Pelli e Cuoio con oltre 36 milioni di ore (+128,20%); Chimico, con oltre 34 milioni di ore (+0,01%); Tessile, con oltre 29 milioni di ore (+52,84%); Commercio, con oltre 23 milioni di ore (-6,73%); Edile, con oltre 21 milioni di ore (-2,49%); Legno, con oltre 18 milioni di ore (+21,33%).
In conclusione, l’onda della crisi del manifatturiero prosegue sempre più lunga: arriva da oltre confine, ma si sente sempre più a casa.
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Photo credits: ionos.it
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