Il futuro dell’ex Gkn è una domanda con stipendi in sospeso

Dopo il vincolo del Comune di Campi Bisenzio che impedisce di cambiare la destinazione d’uso all’area dello stabilimento ex Gkn, il futuro dell’azienda toscana costeggia il settore logistico, ma i lavoratori restano senza salari. SenzaFiltro ha analizzato le partecipazioni e i passaggi di mano più recenti della proprietà

26.06.2024
La sede dell'ex Gkn a Campi Bisenzio

La decisione dell’amministrazione comunale di Campi Bisenzio di lasciare un vincolo sull’area dove un tempo c’era la Gkn (società di componenti per l’automotive) è stata accolta con favore dagli stessi lavoratori.

“Si tratta – dice Dario Salvetti, RSU FIOM, ex Gkn – di un piccolo pezzo della lotta contro una possibile speculazione. È legittimo il sospetto che su questa area ci siano logiche potenzialmente speculative, e che semmai è questo che tiene lontani possibili investitori. Non di certo la lotta, visto che la lotta è proprio per fare ripartire la produzione”.

Il sindaco del Comune toscano, Andrea Tagliaferri, ha preannunciato una norma su misura del piano operativo che sarà adottato tra pochi giorni: “No a cambi di destinazione d’uso sulla fabbrica della Gkn: è questa la volontà dell’amministrazione del Comune di Campi Bisenzio, che con il nuovo piano operativo blocca speculazioni future per quanto riguarda impianti di logistica. Abbiamo inserito una norma ad hoc che vieterà il cambio di destinazioni d’uso da area produttiva artigianale a logistica. Un’azione concreta nei limiti delle possibilità del Comune di Campi Bisenzio per il futuro di quei 40.000 metri quadri di fabbrica, e per il futuro dei lavoratori”.

Tagliaferri ha fatto di più, perché ha portato in consiglio comunale un atto per chiedere al consiglio regionale di discutere la proposta di legge per la creazione di consorzi pubblici, come richiesto dagli stessi lavoratori: “Invitiamo altri consigli comunali a farlo, così da portare la proposta in discussione”.

L’altra battaglia che vede i politici locali di sinistra vicini ai lavoratori è quella per avere i salari, in ritardo di sei mesi. Nei giorni scorsi qualche pagamento è partito – riguardo agli arretrati del 2023 – ma non si riesce ancora a capire da chi, per chi, ed esattamente per quali spettanze, ma anche la questione retributiva si aggiunge all’apprensione per il futuro del sito dove sorge la fabbrica. Anche perché l’atto ufficiale del sindaco conferma un sospetto che da tempo gira attorno al futuro della ex-Gkn di Campi Bisenzio, al momento priva di un piano industriale e in liquidazione: che la fabbrica possa trasformarsi in una logistica.

I passaggi di mano dell’ex Gkn verso il settore immobiliare

Al momento, stando alle ultime informazioni, la ex Gkn, ora rinominata Qf, sarebbe ancora una società di proprietà del manager Francesco Borgomeo, specializzato in ristrutturazioni e un tempo molto vicino all’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi. La società è stata posta in liquidazione volontaria nel febbraio del 2023.

Negli ultimi mesi, però, nuovi personaggi sono entrati in questa vicenda, e molti di loro riconducono proprio al mondo della logistica e dell’immobiliare. In un precedente articolo avevamo ricostruito la vicenda delle aziende della galassia Borgomeo, che riporta a Monte dei Paschi di Siena (la più antica banca del mondo, partecipata dal Tesoro), che ha creato una fiduciaria (di cui non si conoscono i componenti), che detiene le quote di Sviluppo Immobiliare e Tuscany S.R.L. Quest’ultima ha il 50% di Pvar S.r.l., che è in possesso di tutte le quote di Qf, società proprietaria del 50% dell’ex Gkn assieme a Francesco Borgomeo e alla stessa Pvar S.r.l.

Il trait d’union di tutte queste società è un manager che si chiama Mirko Polito, ha 35 anni, ed è amministratore unico di Pvar Sviluppo Immobiliare Toscana Società, Tuscany industry S.R.L. Le tre società che fanno capo a Polito hanno una forte vocazione immobiliare, tanto da far pensare ai lavoratori della ex Gkn che i progetti in cantiere siano più verso le operazioni immobiliari che industriali.

Mirko Polito, con le sue società, ha sede a Milano in via Larga 6, dove ha sede anche Ideagroup, sempre azienda del settore immobiliare. Qualche voce (che non trova conferma ufficiale) spinge proprio in questa direzione. Del resto, Mirko Polito ha fatto parte proprio delle aziende relative a questo gruppo, tra cui Idea Restructuring.

Se questa vicenda fosse un giallo sarebbe uno di quei libri in cui si scopre che il colpevole è sempre stato sotto gli occhi di tutti fin dall’inizio. Ma non prima di aver attraversato un viaggio contorto e pieno di colpi di scena, oltre che di coincidenze.

Quella sede in via Ardeatina in cui l’ex Gkn sfiora la logistica

In via Ardeatina, al numero 2.491, c’è la sede della Idea Restructuring and Investments, società le cui quote (un milione di euro in totale) sono possedute da Clara Borri, la quale nel 2016 ha acquisito 200.000 euro di quote della Cb Invest, società che ha a sua volta ha sede in via Ardeatina.

Idea Restructuring and Investments a sua volta ha una partecipazione (0,01%) nella Consorzio Stabile Build, il cui direttore generale è il presidente di ANCE Brindisi Angelo Contessa.

Allo stesso tempo possiede il 2% di Stone House, società di consulenza immobiliare, ma anche nella Idea Sgv, che proprio pochi giorni fa ha ceduto due immobili al fondo di investimento Mars, dedicato alla logistica last mile, sottoscritto da fondi riconducibili a Blackstone e gestito da Kryalos S.G.R. S.p.A. Quest’ultimo fondo ha sede proprio a Roma in via Ardeatina 2.491, dove è presente anche un grande hub di logistica. A questo punto, se fossimo in un romanzo di Arthur Conan Doyle, potremmo dire che due indizi fanno una prova.

L’operazione è stata gestita da Ricciotti Graniglia, che è CEO di Idea Sgv e di Idea Restructuring Investments e vive a Castelgandolfo – o almeno così dice il suo profilo Facebook.

“Tutto in mano ai manager”, che non hanno risposte: l’ex Gkn aspetta senza stipendi

A Castelgandolfo vive proprio Clara Borri, di formazione psicologa e presidente dell’associazione Propsy ONLUS, che si occupa appunto di benessere psicologico. Contattata da SenzaFiltro, la donna spiega: “In realtà non ne so molto. Le quote di quelle aziende sono un lascito di mio padre. Io non me ne occupo. Ho dato tutto in gestione ai manager. Io mi occupo di psicologia”.

Tra le società partecipate da parte di Idea Restructuring and Investments ci sono altre tre società: Idea Digital Solution, Cimarosa 4 e Volvinio 24. Idea Digital Solution è quella che ha fatto accendere la lampadina riguardo alla ex Gkn, perché ha sede a Milano in via Larga 6, dove ci sono varie società riconducibili a Mirko Polito. Ma non solo: lo stesso Polito ha delle partecipazioni in Cimarosa 4 e Volvinio 24. Insomma, in un certo senso il cerchio si chiude. E ancora una volta, per conoscere la situazione è necessario contattare il diretto interessato. Che smentisce i contatti.

“Ho conosciuto Clara Borri diversi anni fa. C’era stata una cessione di immobili. Ma sono anni che non ci incontriamo. Le due società Cimarosa 4 e Volvinio 24 sono in realtà inattive”. Quindi nessuna logistica. “No, che io sappia lo stesso Borgomeo non ha avuto contatti in tal senso. Insomma è un po’ tutto fermo”.

Anche l’idea che ci possa essere l’interesse di grandi fondi come Kryalos, che già in passato hanno operato in società della galassia Idea (e che a Roma ha una sede in via Ardeatina 2.491, come le stesse società di Borri) è da escludere. “Non penso sia possibile” dice Polito”, “ci sono troppi impedimenti. I grandi fondi immobiliari hanno molti vincoli a livello etico e deontologico, gestiscono soldi di finanziatori e cercano situazioni che siano più tranquille rispetto a quella che oggi è Gkn”.

Rimane il fatto che oggi i lavoratori ex Gkn sono a disposizione, non ricevono stipendio, e che un’intera comunità territoriale non sa davvero chi e cosa stia decidendo il futuro di una sua azienda storica.

 

 

 

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Photo credits: novaradio.info

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