Non c’è bisogno di essere degli scienziati della politica per capire il duplice scopo dell’operazione: da un lato l’imprenditore leghista bada ai suoi interessi imprenditoriali. L’uomo è ambizioso, le sue manie espansive nel settore della sanità privata, come l’ingresso nel gruppo San Raffaele, hanno bisogno di un supporto mediatico. Ma come tutti gli allievi di Silvio Berlusconi in materia di conflitti d’interessi, la politica non può mancare, anzi è essenziale per la tutela del proprio patrimonio e per la difesa degli interessi di parte: non soltanto Matteo Salvini in un momento così critico ha bisogno di essere tutelato dai media di centrodestra ma la stessa presidente del consiglio Giorgia Meloni, tempestata di critiche dai grandi giornali, ha bisogno che gli editori di destra e gli imprenditori amici allarghino il loro potere sui media.
La reazione dei giornalisti è stata affidata alle agenzie.
“Le insistenti indiscrezioni e notizie sulla possibile vendita dell’agenzia arrivano poche settimane dopo la firma, avvenuta il 2 febbraio scorso, dell’accordo tra CDR, Azienda e FNSI sulla procedura di sospensione, destinata a determinare entro l’anno una sensibile riduzione dell’organico. Un accordo – approvato con grande senso di responsabilità da parte dell’Assemblea dei redattori – a cui si era arrivati anche dopo le rassicurazioni verbali fornite dai vertici aziendali sull’assenza di trattative in essere per una vendita, sottolineata dalla presenza di un piano strategico 2024-2027 volto a ‘implementare la strategia di trasformazione in una news company’.”
I giornalisti, quindi, sono arrivati a dichiarare sciopero dopo che l’agenzia non ha chiarito se davvero è in corso la vendita.
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