Secondo un recente rapporto OPSan, le persone in condizione di povertà sanitaria sono in aumento del 10,6% rispetto al 2022. Le ragioni di chi non può curarsi per ragioni economiche sono le più molteplici, e toccano anche il precariato lavorativo. E il Terzo settore fa da puntello
UE, cresce l’uguaglianza di genere: è donna un membro su tre di CDA e Parlamenti
Secondo l’EIGE, l’indice sull’uguaglianza di genere nell’Unione europea aumenta di 1,6 punti. Una buona notizia che non deve far tralasciare gli ostacoli ancora da superare e le differenze interne tra Paesi membri
Emergono sempre con maggiore evidenza i vantaggi legati alla parità di genere. Questo equilibrio tra i sessi non rappresenta solo un principio di giustizia, ma costituisce anche un imperativo sociale ed economico.
Oltre la metà della popolazione del pianeta è costituita da donne, e ora meno che mai si possono ignorare né sminuire le loro prospettive, abilità e contributi. La parità tra i sessi non è un discorso incentrato soltanto sull’uguaglianza di opportunità, ma accende il focus anche valorizzazione di una diversità che arricchisce.
L'Unione europea migliora sull'uguaglianza di genere. Al netto delle differenze tra Paesi
Di recente sono state rese note dall’Istituto europeo per l’uguaglianza e la parità di genere (EIGE) le conclusioni dell’indice sull’uguaglianza di genere, evidenziando come l’UE abbia fatto importanti passi avanti. Trent’anni dopo la sua fondazione, l’Unione europea è testimone di notevoli progressi verso questo obiettivo: su una scala massima di 100 punti ha raggiunto una media di 70,2, segnando un notevole incremento rispetto al 68,6 del 2022.
Tuttavia, emergono ancora notevoli disparità tra i Paesi membri, con alcuni che stanno facendo passi da gigante verso l’uguaglianza di genere, mentre altri rimangono stagnanti o addirittura perdono terreno. In questo scenario è da tener presente l’aumento – non di poco conto – della presenza delle donne nei consigli di amministrazione delle aziende, che ora si attesta al 33%; un dato, questo, che si allinea con la percentuale di donne presenti nei parlamenti nazionali.
A tal proposito, la vicepresidente per i Valori e la trasparenza, Věra Jourová, ha dichiarato che “Questo rappresenta il progresso più significativo verso la parità di genere nell’UE degli ultimi dieci anni, e dimostra che l’azione legislativa sta portando risultati tangibili. Tuttavia, è fondamentale mantenere alta l’attenzione sulle sfide ancora irrisolte, come il divario salariale di genere e la violenza di genere. In particolare, invito i legislatori a collaborare in modo costruttivo per trovare soluzioni efficaci nella lotta contro la violenza sulle donne e la violenza domestica, a vantaggio della sicurezza di tutte le donne e ragazze”.
Helena Dalli, commissaria per l’Uguaglianza, ha dichiarato: “Nonostante le molteplici crisi che hanno messo a dura prova l’emancipazione e la responsabilizzazione delle donne, i dati presentati oggi dimostrano che abbiamo mantenuto la rotta per attuare la nostra strategia a favore della parità di genere. Affinché le donne e le ragazze possano realizzarsi, occupare posti di rilievo ed essere libere, non dobbiamo perdere di vista le sfide ancora irrisolte. È fondamentale sostenere la proposta legislativa della Commissione per combattere la violenza contro le donne”.
Durante la settimana dell’uguaglianza di genere, la commissaria Dalli sarà coinvolta in un dibattito con i membri della commissione FEMM del Parlamento europeo. Inoltre, il 25 ottobre parteciperà a un convegno organizzato dal Comitato delle regioni che affronterà il tema delle “Strategie locali e regionali per la riduzione del divario di genere in politica”.
Questi eventi dimostrano l’impegno dell’Unione europea nel promuovere la parità di genere. Un argomento che non riguarda solo le donne: ingloba un discorso più ampio e considera la società nel suo insieme, dove tutti hanno la possibilità di realizzare il proprio potenziale.
Photo credits: Olivier Cole via Unsplash
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