Il monitoraggio sul posto di lavoro è un mercato in espansione. Forse troppo: Productivity Score e AffectiveSpotlight, entrambi prodotti Microsoft, destano preoccupazione tra i lavoratori. Ne parliamo con Carlo Colopi, dell’Ispettorato del Lavoro di Milano Nord, Cremona e Lodi.
Benedetta Rossi e l’affare Mondadori: 6,9 milioni di coerenza e di provincia
Svolta milionaria nella parabola coerente e fedele a sé stessa di una professionista che con la sua provincialità rappresenta tutte le province d’Italia. Altra storia rispetto ai marchigiani che non volevano essere affiancati alla loro Regione di origine: a Diego della Valle fischiano le orecchie
Nelle Marche ci sono nata, e sono la persona meno indicata per parlare di radici. Quando dieci anni fa Benedetta Rossi iniziò a diventare un volto amico della rete e della tv, trovai irresistibile che non mettesse da parte una innata spontaneità mentre cercava di affermarsi dentro un mercato affollato, ingrato, arrogante.
Io faccio cuscì, mentre alzava il pollice, lo diceva con la nobiltà di chi sa appartenere a una terra madre. Presa alla sprovvista dal successo, dopo aver spopolato su YouTube per la videoricetta di una crostata, non ha mai ceduto all’ipocrisia del settore. Non si è mai fatta smentire la storia di un’agenzia milanese che le propose un contratto coi fiocchi purché si ripulisse il dialetto. La risposta è intuibile. Non pochi le diedero della contadinotta; li cito dai social che ormai sono diventati una fonte.
Il mondo che tutti chiamano Food & Beverage, io lo chiamo ego-gastronomia.
Per quanto si sia dovuta adattare al mercato – ed è una forma di intelligenza – dal 2009 a oggi Benedetta Rossi non si è curvata all’incoerenza, piaccia o non piaccia il suo stile e piacciano o meno le sue ricette.
È appena andata a buon fine un’operazione da 6,9 milioni di euro che verranno versati da Mondadori per acquisire il 51% di Waimea, società a capo dei diritti di immagine della Rossi e della sua proprietà intellettuale, attività che condivide col marito Marco Gentili: entrambi resteranno amministratori con piena autonomia nella gestione delle attività, ha garantito il gruppo editoriale. Dentro l’acquisizione di Mondadori la coerenza della blogger ha pesato, ne sono certa.
Solo nel 2023 Waimea ha portato ricavi per 4,5 milioni di euro. Numeri da capogiro, sostenuti dai 17 milioni di follower e dai 4 milioni di utenti unici mensili sul sito Fatto in casa da Benedetta: i dati Audiweb sono di maggio scorso. E ancora: oltre 1,5 milioni di copie per i nove libri pubblicati dal 2016 con Mondadori e una linea dura e ferma nel respingere infinite proposte di pubblicità da parte di marche che cercavano di salire in fretta sul carro del vincitore, e che lei non ha sempre ritenuto in linea per valori e contenuti. Persino Discovery+ le ha dedicato un cartone animato: SuperBenny.
Benedetta Rossi è anche una riscossa di provincia, soprattutto da una terra come le Marche a cui grandi imprenditori non sempre sono stati riconoscenti mentre inseguivano la gloria. Un ufficio e un telefono su Milano da indicare tra i contatti è stata a lungo la scorciatoia più frequente per chi vive in provincia e non crede sia un valore; per molti è ancora prassi diffusa. Intanto la produzione restava in provincia, silenziosa, da omettere quasi. Ricordo ancora lo scambio telefonico – confidenziale, per quanto non ci conoscessimo di persona – con l’assistente di Diego Della Valle, credo si chiamasse Francesca, lo cercavo da settimane. Una serie di cortesi rimbalzi fino alla risposta esiziale. Era il 2005, stavo scrivendo il mio primo libro sul vino che avrei presentato al Vinitaly dell’anno dopo, cercavo assonanze e interviste tra vini e personaggi della mia terra: “Mi dispiace, ma preferisce non affiancarsi a progetti marchigiani, punta ad altro, meglio non confondere le cose”.
Il senso fu questo.
Benedetta Rossi, al contrario, pochi anni dopo iniziava a pubblicare i suoi video dalle stesse Marche di Della Valle, a meno di venti chilometri da Casette d’Ete, paese dell’imprenditore. Registrava e mandava online dall’agriturismo di famiglia in cui dava una mano a quel tempo.
Le grandi operazioni finanziarie celano insegnamenti al di là del denaro, che quasi mai ha qualcosa da insegnare: nel lavoro non possiamo mortificare chi siamo o presentarci con maschere diverse dalla nostra misura; alla lunga crolleremo. Mondadori ha intuito la dirompenza di Benedetta Rossi, la naturalezza, e non se l’è fatta sfilare da nessuno. Proprio Mondadori, col suo storico palazzo di vetro a Segrate progettato più di cinquant’anni fa dal celebre Oscar Niemeyer come sede di rappresentanza: era un’area per lo più utilizzata a scopi agricoli, per quanto già ben collegata al mondo. Qualcosa torna.
Dalla tradizione contadina ho imparato l’importanza dell’autoproduzione, della costanza, della condivisione — ti aiuti con il vicinato, ti consigli — modi di fare che ho trasferito nello stare online.
Sono poche righe trovate sul suo sito: c’è il segreto del successo e dell’affetto collettivo verso una professionista che non ha fatto una piega alla personalità, non se l’è stropicciata. Difetti ne avrà, ci mancherebbe. In giro, nel frattempo, c’è ancora gente con la coscienza sporca di zucchero e di pandoro, selfie sfrenati in cui la maschera fuori misura si è spostata rivelando l’inganno, vite da blogger ispirate a tutt’altra ricetta. È tempo di notarle, certe differenze.
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Photo credits: pagina Facebook di “Fatto in casa da Benedetta”
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