
La legge 104, che tutela lavoratori e lavoratrici che si prendono cura di una disabilità, troppo spesso è vista come un privilegio sul lavoro. Alcune esperienze di chi l’ha provato sulla propria pelle.
Manca l’ultima conferma da parte del Senato, ma di fatto il diritto all’oblio oncologico arriva anche in Italia. Introdotte disposizioni per prevenire le discriminazioni su mutui, adozioni, affidamento dei minori e accesso al lavoro. Scopriamo quali sono e cosa cambia
Il diritto all’oblio oncologico è sempre più una realtà. La conferma arriva dalla votazione del 3 agosto 2023 alla Camera del testo di legge con 281 voti favorevoli e nessun contrario, che ora dovrà passare al vaglio del Senato dove si dovrebbe confermare la direzione intrapresa.
La notizia rappresenta un importante punto di arrivo rispetto all’iniziativa avviata il 21 gennaio 2022, che ha preso il via con la raccolta firme per il diritto all’oblio oncologico, come aveva raccontato a SenzaFiltro Giordano Beretta, presidente di Fondazione AIOM, che l’aveva promossa con il sostegno di altre associazioni e grazie al sito Dirittoall’obliotumori.org (la raccolta era arrivata a 107.000 firme circa, superando ampiamente l’obiettivo delle 100.000). Iniziativa che poi ha portato alla presentazione del disegno di legge a fine febbraio 2022 per poi essere oggetto della Commissione parlamentare di assegnazione.
Lo scorso 28 giugno la Commissione per gli affari sociali (XII) della Camera ha approvato un testo unitario in materia di oblio oncologico, sintesi delle diverse proposte di legge presentate da diversi schieramenti e dal CNEL (Consiglio Nazionale Economia e Lavoro), fino ad arrivare alla recente notizia dell’approvazione.
Il testo di legge sul diritto all’oblio oncologico consta di cinque articoli, che prevedono:
A vigilare sull’applicazione di queste disposizioni sarà il Garante per la protezione dei dati personali, per una misura di civiltà già presente in cinque Paesi europei, e finalmente anche in Italia.
Photo credits: Anete Lusina via Pexels
La legge 104, che tutela lavoratori e lavoratrici che si prendono cura di una disabilità, troppo spesso è vista come un privilegio sul lavoro. Alcune esperienze di chi l’ha provato sulla propria pelle.
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