Ex Gkn, il manager c’è ma non si vede. E non parla del futuro

Si chiama Mirko Polito, ha 35 anni ed è molto difficile da rintracciare, ma il pedigree delle sue società, soprattutto immobiliari, fa temere gli operai toscani: con l’ingresso di MPS attraverso scatole cinesi si torna a parlare di vendita, e nessuno ha ancora presentato un piano industriale

20.10.2023
L'ex Gkn rischia di trasformarsi in un'operazione immobiliare: i tornelli di entrata della fabbrica in occupazione perenne

Di sicuro c’è che Francesco Borgomeo è ancora il dominus della ex Gkn, l’azienda di Campi Bisenzio, in Toscana, che da anni cerca uno sviluppo, è al centro dei tavoli della politica, e nelle ultime ore ha visto partire 185 licenziamenti per gli ultimi lavoratori rimasti. Proprio quei licenziamenti che la politica e Borgomeo hanno sempre promesso di scongiurare, ma che sono arrivati come un fulmine a ciel sereno dopo mesi di silenzio e molti rumor non confortanti.

Rispetto a quando il manager specializzato in rilanci di aziende in crisi – che ha spiccato il volo dal palco della Leopolda renziana – fece il suo ingresso promettendo una soluzione per Gkn, molte cose sono cambiate. A partire dall’entrata di Monte dei Paschi di Siena (la più antica banca d’Europa, partecipata dal Tesoro), che ha creato una fiduciaria (di cui non si conoscono i componenti), che detiene le quote di Sviluppo Immobiliare e Tuscany S.r.l. Quest’ultima ha il 50% di Pvar S.r.l., che è in possesso di tutte le quote di Qf, società proprietaria del 50% dell’ex Gkn assieme a Francesco Borgomeo e la stessa Pvar S.r.l.

Il trait d’union di tutte queste società è un manager che si chiama Mirko Polito, ha 35 anni, ed è amministratore unico di Pvar Sviluppo Immobiliare Toscana Società, Tuscany industry S.r.l. Fin qui nulla di strano, se non che le tre società che fanno capo a Polito hanno una forte vocazione immobiliare. Tanto da far pensare ai lavoratori della ex Gkn che i progetti in cantiere siano più verso le operazioni immobiliari che industriali. Del resto l’area che ospita la fabbrica ha una dimensione di 80.000 metri quadri complessivi.

Mirko Polito, il manager silenzioso che arriva all’ex Gkn dall’immobiliare

In questo momento continuano le trattative sia su un tavolo regionale che su quello nazionale con il ministero del Lavoro, anche se un piano industriale non si è ancora visto, come lamentano i lavoratori. Da indiscrezioni raccolte da SenzaFiltro emerge che chi sta tirando le fila è ancora Borgomeo, che rimane l’unico autorizzato a parlare della questione Gkn, ma l’arrivo di Monte dei Paschi e della figura di Mirko Polito aprono scenari nuovi.

Borgomeo, che in un primo tempo non ha mai avuto paura dei riflettori (anzi!) negli ultimi mesi ha assunto un ruolo ben defilato, sebbene sembri certo che non si voglia sfilare dall’affare. Proprio ora che arriva MPS. La banca toscana sta vivendo un periodo decisamente positivo. I vertici sono stati assolti in via definitiva per la questione Antonveneta e i mercati hanno risposto più che bene alla notizia, regalando allo storico istituto giornate radiose in borsa. Potrebbe essere tempo di tornare a investire sui territori.

Polito potrebbe essere la persona giusta, pur non provenendo dal mondo bancario, come tutti gli altri manager che hanno ruoli nelle varie società della galassia. È un manager molto riservato, allergico ai social, ma anche ai giornali. Insomma, una persona molto lontana da Borgomeo. Difficile rintracciare in rete informazioni su di lui, eppure ha già ricoperto (o ricopre) il ruolo di amministratore unico in sei società. Non tutte legate al mondo immobiliare: ad esempio ce n’è una che gestisce siti internet, “un’avventura giovanile”, dice sorridendo. Originario della Puglia, con residenza a Milano, ma soprattutto una base lavorativa nel capoluogo lombardo. Che è l’indirizzo al quale fanno base le aziende di cui è amministratore unico: via Larga 6.

Il futuro di Gkn ha sede a Milano

La strada è una delle più conosciute di Milano, incastrata tra il Duomo e piazza Fontana. La palazzina ospita alcune società immobiliari e diversi studi di commercialisti. Molte sono le aziende che vi hanno il loro domicilio. Anche Mirko Polito riceve nello stabile. Al terzo piano, dove c’è la sede della One33, una società finanziaria che annovera tra i propri soci diversi manager che arrivano dal mondo del real estate.

“Per me si tratta più che altro di un co-working”, dice Polito, “ma non lavoro per questa società. Diciamo che è un appoggio”. Interrogato sul futuro di Gkn, il manager si mostra però alquanto riservato, e non rilascia dichiarazioni nemmeno riguardo il dubbio più grosso dei lavoratori, cioè che un domani l’area dove si trovava la loro azienda possa diventare oggetto di una grande operazione immobiliare, che disperderebbe il patrimonio di Gkn.

Per Polito, che finora è stato amministratore di piccole realtà – quasi tutte immobiliari – questo è un vero e proprio debutto al tavolo dei grandi. Il suo nome, infatti, è quello che ha destato la maggiore curiosità tra gli addetti ai lavori, perché sconosciuto. Gli stessi lavoratori, che dal giorno in cui furono licenziati via mail ne hanno viste di cotte e di crude, hanno sviluppato un po’ di apprensione.

L’ex Gkn dimenticata dalla politica, ma non dagli avvoltoi

Per il momento quindi nessuno sgombra il campo dalle preoccupazioni dei lavoratori, che sembrano essere più che legittime. Del resto l’ultimo incontro al Mimit nel quale si è discusso di Gkn risale al mese di febbraio, quando non era ancora stato sciolto il nodo del ritiro della procedura di liquidazione da parte dell’azienda, per procedere almeno con una delle sei offerte che sono arrivate sul tavolo. Da febbraio in poi, il silenzio.

Nel frattempo le rappresentanze sindacali hanno continuato a chiedere la cassa integrazione mai arrivata e il pagamento degli stipendi arretrati. Oggi la cassa integrazione c’è; l’azienda continua a lavorare, praticamente in autogestione, anche se Borgomeo ha dichiarato che il sito non è adatto al lavoro; Regione Toscana continua a cercare potenziali acquirenti e lo stesso fa Borgomeo.

“Chi viene in visita – dice Dario Salvetti, portavoce del consiglio di fabbrica – raramente è interessato a rilevare la nostra fabbrica e a far continuare la produzione. Più che altro vogliono acquistare i macchinari per rivenderli. Gli esponenti di una società inglese sono passati poche settimane fa. Il loro motto è ‘vendiamo tutto a tutti’. Sembra chiaro cosa vogliano venire a fare. Sappiamo che è in corso da parte della Regione una ricerca, sulla quale non sappiamo nulla, ma quello che preoccupa è che fino a questo momento chi si è avvicinato alla nostra azienda non l’ha mai fatto con un piano industriale”.

Nemmeno lo stesso Borgomeo nei mesi passati ha mai presentato ai lavoratori (e al ministero) un piano di intervento articolato per la società. Per il resto continua il silenzio della politica su una realtà che però sembra essere ancora interessante per molti.

Il sindaco di Campi Bisenzio, Andrea Tagliaferri, ha espresso “forte preoccupazione in merito ai recenti sviluppi della vertenza Qf/ex Gkn, dopo la notizia dei preannunciati 185 licenziamenti”, e ha ribadito la necessità che il Governo convochi il tavolo nazionale di crisi a cui devono partecipare le istituzioni e tutti gli attori coinvolti nella vicenda.

Il sindaco, inoltre, in un comunicato ha precisato “che, di fronte a qualsiasi interesse speculativo sul fabbricato ex Gkn, l’area deve mantenere l’attuale destinazione d’uso produttiva”.

La notizia dei licenziamenti non ha certo tranquillizzato i lavoratori in merito alla paura che l’area diventi oggetto di un’operazione immobiliare. “In queste settimane – continua Salvetti – abbiamo visto rafforzarsi il profilo immobiliare della componente societaria. Questo non può che preoccuparci”. Proprio per questo nel frattempo è stato convocato uno sciopero per tutti i lavoratori per il 5 novembre, anche se nei prossimi giorni sono gli stessi ex dipendenti a temere che possano esserci delle altre novità.

 

 

 

Photo credits: controradio.it

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