Non stupisce, perciò, la longevità e il gran numero di festival del cinema disseminati in tutto il Paese. Solo quelli registrati all’AFIC nel 2023 sono 105 (nel 2019 erano 72), ma in Italia ne esistono molti di più, al punto che farne una stima è quasi impossibile. Il sito dell’AFIC pubblica i cataloghi delle rassegne, gli appuntamenti mese per mese, e mette in contatto con i festival chiunque sia interessato a lavorare all’interno di eventi dedicati al mondo del cinema.
Sulla pagina da cui è possibile consultare le offerte si fa riferimento a posizioni di volontariato, ma queste figure sono più spesso indicate come collaboratori. Svolgono mansioni che vanno dal supporto nelle selezioni dei prodotti cinematografici ad attività di segreteria, compilazione di bandi, realizzazione di contenuti grafici, video e testuali, fino ad arrivare alla logistica e all’accoglienza durante l’evento.
Si parla più spesso di ragazzi e ragazze freschi di laurea, innestati in corsa nelle attività organizzative; la definizione di volontari sembrerebbe coerente, se si pensa alla natura associativa delle iniziative festivaliere. Dietro un festival del cinema, infatti, c’è quasi sempre un’associazione senza scopo di lucro: sono tra i pochi enti che possono ottenere i fondi stanziati dai bandi pubblici.
Del volontariato, tuttavia, viene meno la libertà di gestione dei tempi e degli sforzi, e la possibilità di affiancarvi attività lavorative parallele. L’esca adoperata in quasi ogni occasione è la prospettiva di fare carriera in un settore che fa brillare gli occhi a molti.
Un esempio? La Festa del Cinema di Roma è uno dei festival italiani più importanti, compie quest’anno la maggiore età e propone tutti gli anni proiezioni, anteprime, incontri, masterclass ed eventi per raccontare il cinema nazionale e internazionale. Grandi iniziative, un enorme lavoro e diverse partnership, alcune delle quali, come abbiamo scoperto, si avvalgono di personale pagato 390 euro per dieci giorni di lavoro, dalle otto alle dieci ore giornaliere, con spostamenti e pasti a proprio carico. Siamo tra i 3,9 e i 4,8 euro all’ora.
Testimonianze di questo e di altro tipo non sono infrequenti tra chi ha lavorato per eventi simili. Prendere in analisi il punto di vista dei collaboratori significa distogliersi dall’ipnosi dello spettacolo per toccare con mano una realtà di sfruttamento – che qui ci viene raccontata da Giulia, Laura e Tommaso. Tutti nomi di fantasia, per evitare eventuali rappresaglie da datori di lavoro vecchi e nuovi.