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Il parlamentare Zan: “Grafica Veneta? Non stampo con chi sfrutta i lavoratori”. Editori, niente da dire?
Il politico Alessandro Zan, intervistato in esclusiva da SenzaFiltro, si rifiuta di stampare il suo libro con la tipografia di Trebaseleghe in seguito al patteggiamento della dirigenza sulle accuse di sfruttamento dei lavoratori e caporalato. Ma l’editoria sembra non essere interessata alle ragioni etiche: questione di costi e benefici.
Alessandro Zan è un parlamentare del Partito Democratico, conosciuto soprattutto per una proposta di legge che porta il suo nome che aveva come obiettivo l’inasprimento delle pene contro i crimini e le discriminazioni che colpiscono omosessuali, trans, donne e disabili. Ma è anche l’unico scrittore (e politico) italiano che si è espressamente opposto a stampare il proprio libro con Grafica Veneta, tipografia di Trebaseleghe, in provincia di Padova, i cui manager sono finiti sotto processo.
Zan ha voluto imporsi con la propria casa editrice per dare un segnale forte in tema di diritti. A luglio di quest’anno sono stati arrestati Giorgio Bertan e Giampaolo Pinton, rispettivamente amministratore delegato e direttore dell’area tecnica di Grafica Veneta, insieme ad altre nove persone, con l’accusa di sfruttare alcuni lavoratori pakistani che lavoravano per una cooperativa, oltre a quella di essere a conoscenza di gravi episodi di caporalato nei confronti degli operai. Episodi che sarebbero stati commessi direttamente da un service al quale la società si rivolgeva per alcuni lavori.
La giustificazione degli imputati è stata “non lo potevamo sapere”; anche perché le dimensioni del gruppo sono notevoli, visto che ha sedi anche all’estero. Tre settimane fa la questione si è risolta con un patteggiamento. Ai giornali locali gli interessati e l’amministratore hanno dichiarato che la scelta era conveniente in un’ottica di costi e benefici. Insomma, il business prima della verità. Anche se in sede giudiziaria gli imputati hanno ammesso i capi di imputazione, che risultano essere piuttosto pesanti, dal punto di vista mediatico hanno continuato a ribadire che un’azienda grande non può controllare nel minimo dettaglio le condizioni di lavoro di tutti i fornitori esterni.
Al di là delle colpe, è emerso lo storico problema delle esternalizzazioni in tutti i campi, cioè il controllo della filiera. Questo in un settore, peraltro, dove nei prossimi mesi il problema dei costi si farà sentire ancora di più, vista la carenza di carta e la probabile impennata dei costi che si stanno verificando. Con la cultura, mercato penalizzato in Italia, si farà sempre più fatica a mangiare, e le situazioni di sfruttamento rischiano di aumentare.
Grafica Veneta patteggia su sfruttamento e caporalato. Editori, niente da dire?
Intanto le rotative non si sono fermate, e in questi mesi dagli stabilimenti del padovano i libri sono usciti, pronti anche per essere in libreria in vista del Natale. Grafica Veneta è una delle principali realtà tipografiche italiane, una delle poche che ha caratura internazionale. Lo dimostrano anche i titoli che vengono stampati, come tutta la saga di Harry Potter, che è uscita dagli stabilimenti in provincia di Padova assieme alle edizioni del Corano e al primo libro di Papa Francesco. Dalle stesse macchine sono usciti anche libri di autori di primo piano in Italia e di uomini politici come Walter Veltroni, che sono stati sempre in prima linea a livello di impegno sociale e difesa dei diritti dei lavoratori.
Quasi tutte le grandi case editrici si rivolgono all’azienda, alla quale hanno deciso comunque di dare fiducia fino al giudizio definitivo, arrivato pochi giorni fa. Questa la posizione di Marsilio, che ha stampato proprio il libro di Veltroni. Chiarelettere, editore che fa parte del gruppo Mauri Spagnol e che da sempre pubblica libri di inchiesta e denuncia con forte attenzione al sociale, invece si è dotata di una policy interna sui fornitori, i cui estremi non sono stati resi noti.
SenzaFiltro ha contattato entrambi i gruppi, e mentre Marsilio ha spiegato come attenda il giudizio definitivo per prendere delle decisioni (giudizio che, lo ricordiamo, è arrivato in questi giorni), Mauri Spagnol non ha voluto chiarirci nei dettagli quale sia la policy aziendale che sarà adottata per non incappare più in certi errori.
Peraltro molti dei contratti che gli editori hanno stipulato con Grafica Veneta sono ancora in essere, perché di lunga durata, ed evidentemente non avevano alcuna clausola rescissoria, pronta scattare in caso di comportamenti eticamente scorretti. Insomma l’editoria italiana non aveva contemplato la possibilità di episodi di caporalato, sebbene problemi simili si siano verificati due anni fa nella logistica, quando la procura di Milano indagò alcune cooperative operanti alla Città del Libro di Stradella, in provincia di Pavia, che è uno dei principali hub dal quale passano buona parte dei libri italiani.
Il parlamentare Alessandro Zan: “Non stampo il mio libro con chi viola diritti dei lavoratori”
Il problema non se lo sono posto nemmeno gli scrittori, che hanno continuato ad affidare i propri pensieri a carta e inchiostro degli stabilimenti di Trebaseleghe. Tranne la mosca bianca Alessandro Zan, che a SenzaFiltro ha spiegato le proprie motivazioni, legate sia alla sua provenienza geografica (è padovano) che alla cifra del proprio impegno politico, che ruota da sempre attorno alla difesa dei diritti.
Come ha saputo che il libro poteva essere stampato dalla società che è stata condannata per lo sfruttamento dei lavoratori? L’ha chiesto espressamente, sapeva che la casa editrice aveva stampato libri con loro, si è recato in libreria a controllare?
Ho appreso la notizia, come tutti, dagli organi di stampa, e sapendo che Grafica Veneta stampa una grande fetta dei libri oggi in vendita, non solo in Italia, ho chiesto alla casa editrice se Senza Paura sarebbe stato stampato da loro. Così doveva essere, e mi sono opposto.
La decisione è stata sua, oppure è stata espressamente adottata una policy aziendale?
Non potevo accettare che un libro che parla di diritti fosse stampato in un contesto accusato di prevaricare i diritti dei lavoratori. È necessario uscire dal dualismo antico e sbagliato diritti civili-diritti sociali. I diritti della persona devono essere intesi come un unicum e tutelati tutti. Inoltre sono padovano, eletto alla Camera nel collegio di Padova, territorio in cui ha sede Grafica Veneta: penso sia stato un segnale importante.
Quando ha comunicato questa decisione sono sorti problemi o obiezioni?
Un ritardo nella pubblicazione, data la scelta di cambiare fornitore per la stampa. Ma, ovviamente, ne valeva la pena, dato anche il patteggiamento dei manager dell’azienda.
In un paese come l’Italia, dove spesso chi scrive libri paga o viene pagato molto poco, ci sono a suo giudizio margini di contrattazione in questo senso per gli scrittori esordienti o di nicchia?
Il problema sta a monte, ovvero combattere il fenomeno pericoloso e degradante del caporalato, che crea situazioni come queste. Non solo nell’editoria, ma in qualsiasi altro ambito, dall’agricoltura fino al settore edile. Questo è un compito preciso della politica e delle istituzioni, affinché vengano predisposti controlli rigorosi e precisi lungo tutta la filiera di produzione di qualsiasi bene. Vale per un libro quanto per un pomodoro.
Molti suoi colleghi scrittori o politici hanno deciso di continuare a stampare con case editrici che si rivolgevano a Grafica Veneta. Secondo lei è segno di attenzione scarsa o nulla ai diritti dei lavoratori, oppure si tratta di superficialità o poca cura questi temi?
Sia chiaro, in capo a un autore non esistono obblighi legali in tal senso. Io sono orgoglioso di aver sollevato il problema con il mio editore e certamente lo rifarei.
Photo credits: gaypost.it
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