La nuova norma ha l’obiettivo dichiarato – per lo meno sulla carta – di compensare gli effetti negativi subiti dagli operatori del settore, caratterizzato da alti livelli precariato e discontinuità lavorativa, con l’introduzione di un’indennità che tuteli la categoria nei periodi di inattività, studio o formazione professionale.
Per il provvedimento è stata prevista una copertura finanziaria di 100 milioni di euro per il 2023, 46 milioni per il 2024, 48 milioni per il 2025 e 40 milioni a decorrere dal 2026. Queste cifre saranno incrementate dagli oneri contributivi a carico dei datori di lavoro (pari all’1% dell’imponibile contributivo); dal contributo di solidarietà a carico dei lavoratori iscritti al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo (pari allo 0,50% della retribuzione); dalla revisione e dal riordino degli ammortizzatori sociali e delle indennità.
L’indennità è pari al 60% del valore calcolato sulla media delle retribuzioni imponibili relative all’anno precedente alla presentazione della domanda, e viene erogata in un’unica soluzione.
Il contributo, inoltre, non è cumulabile con altre prestazioni di sostegno al reddito, come NASpl, malattia, infortunio, indennità di maternità. Secondo quanto stabilito dal decreto, il sostegno spetta ai lavoratori con reddito inferiore ai 25.000 euro annui. Una platea che, secondo le stime, sarebbe composta da circa 21.000 lavoratori.
Tra le figure che potranno beneficiare di questa misura rientrano i lavoratori dello spettacolo autonomi, co.co.co, subordinati a tempo determinato o indeterminato, se con contratto di lavoro “intermittente”, come artisti, interpreti, autisti e operatori di cabine di sale cinematografiche, impiegati amministrativi, tecnici dipendenti dagli enti e dalle imprese esercenti pubblici spettacoli, dalle imprese radiofoniche, televisive o di audiovisivi, dalle imprese della produzione cinematografica, del doppiaggio e dello sviluppo e stampa, ma anche maschere, custodi, guardarobieri, addetti alle pulizie e al facchinaggio, nonché impiegati e operai dipendenti dalle imprese di spettacoli viaggianti e lavoratori dipendenti dalle imprese esercenti il noleggio e la distribuzione dei film. Questo si legge sul sito del ministero della Cultura.
“Il mondo dello spettacolo lo chiedeva da decenni e finalmente noi siamo riusciti a realizzarlo in un tempo relativamente breve”, ha dichiarato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano durante la presentazione del decreto legislativo in conferenza stampa.
“Quanto deliberato nella riunione di oggi del Consiglio dei ministri è un chiaro segnale dell’attenzione che il Governo ripone nei confronti dei lavoratori dello spettacolo, ed è una grande conquista per tutti noi. (…) Il giusto riconoscimento per tutti coloro i quali con talento, creatività e responsabilità rendono grande l’Italia nel mondo”. Così il sottosegretario di Stato al ministero della Cultura Lucia Borgonzoni a proposito dell’adozione del decreto legislativo da parte del Governo.
Non sono della stessa idea le associazioni di categoria e i sindacati, che hanno criticato con forza la misura, perché offrirebbe condizioni peggiorative rispetto ad altri ammortizzatori sociali esistenti e tradirebbe un’ignoranza delle dinamiche del settore da parte dei rappresentanti politici.