Nel suo intervento il presidente di Unioncamere, Andrea Prete, ha ricordato l’impegno del sistema camerale sul tema lavoro, a partire dal Sistema Informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e ANPAL, che rappresenta “un indicatore delle grandi trasformazioni del mondo del lavoro”.
Tramite Excelsior è emerso un “crescente mismatch tra domanda e offerta di lavoro che, nella sua attuale dimensione, è un fenomeno preoccupante. Già prima del COVID-19 la difficoltà per le imprese di reperire nel mercato del lavoro le figure professionali ricercate riguardava poco di più di un quarto delle possibili assunzioni; ma questo fenomeno è cresciuto in maniera dirompente a partire dalla fase di ripresa del post pandemia, arrivando a interessare oggi circa la metà dei profili lavorativi richiesti”. Un processo preoccupante, che Prete definisce di “desertificazione” del mercato del lavoro.
Il presidente di Unioncamere ha poi citato i dati relativi al numero di NEET (ovvero i giovani tra i 15 e i 24 anni che non studiano, non lavorano e non seguono un percorso di formazione) che in Italia ammontano a 1.700.000 unità, registrando il record negativo in Europa.
Per attirare i giovani verso il lavoro per Prete è importante puntare sul sistema di alternanza scuola-lavoro, che ritiene “necessario e importante, perché i giovani arrivano nel mondo del lavoro senza conoscerlo affatto”, sempre nel rispetto delle norme di sicurezza e con criteri di qualità elevati.
“Forse i giovani ci sembrano meno ambiziosi di noi”, ha aggiunto Prete, “ma credo che il loro atteggiamento riguardi piuttosto la richiesta di un salario giusto e l’ottimizzazione del proprio tempo, per una qualità della vita migliore”.