Tagli Electrolux. Augustin Breda, FIOM CGIL: “L’Europa anticipa le crisi, l’Italia le insegue”

La multinazionale svedese annuncia tagli sul personale, 4.000 a livello globale, 300 in Italia. “Va posta al Governo la questione sostenibilità del settore”: abbiamo sentito Augustin Breda di FIOM CGIL e Gianluca Ficco della UILM.

Si stimano trecento esuberi per l’Italia, riguardo alla crisi Electrolux; gli stabilimenti dove è stato più ridotto il volume produttivo sono quello di Forlì e quello di Porcia in provincia di Pordenone. Sono questi i risultati dell’incontro avvenuto lo scorso 8 novembre tra l’azienda e le organizzazioni sindacali.

Electrolux in Italia: quanti dipendenti, quali stabilimenti

A raccontare anni di lotte dalla linea di produzione di Susegana (Treviso) è Augustin Breda, operaio che non ha mai voluto abbandonare le linee produttive, ma che nel suo ruolo di RSU FIOM CGIL dello stabilimento di Susegana ha preso una laurea in giurisprudenza per essere più performante nelle lotte sindacali.

“La fase attuale è arrivata obtorto collo nel 2021. L’azienda aveva previsto a budget una crescita delle vendite, programmando una maggior produzione”, racconta.

I principali stabilimenti italiani sono Porcia, dove si producono lavatrici di grande taglia, Vallenoncello (Pordenone) con elettrodomestici per i grandi alberghi, Susegana con i frigoriferi da incasso per il settore del mobile, Solaro (Milano) per le lavastoviglie, Forlì con piani cottura e forni; l’ultima acquisizione del 2017 è lo stabilimento ex Best di Cerreto d’Esi, che produce cappe e ha circa duecento dipendenti.

Sono circa 5.000 i dipendenti italiani della multinazionale, 12.000 quelli in Europa, 52.000 nel mondo, in un settore, quello del bianco, che è stato trainante per decenni per l’Italia.

La versione di Electrolux

Lo scorso 28 ottobre la multinazionale svedese ha diffuso il rapporto sul terzo trimestre del 2022, annunciando perdite nette per 55.3 milioni di euro, a fronte di un volume di vendite in crescita dell’1,2% nell’ultimo anno, per un valore complessivo che ammonta a circa 3 miliardi e 200.000 euro. Questo con un fatturato di oltre 125 miliardi di euro nel 2021, cresciuto di 10 miliardi di euro rispetto all’anno precedente, stimato a 138 miliardi di euro nel 2022. Il rapporto tra fatturato e dipendente è di 2.415.000 euro.

L’azienda annuncia nel rapporto una riduzione significativa dei costi, per “debolezza della domanda di mercato e insufficienza nella filiera di approvvigionamento, con benefici duraturi nel 2023 e 2024”. In Europa le vendite del gruppo sono in frenata: meno 9.7%.

“Volumi inferiori hanno comportato un calo degli utili. Con il notevole calo del volume, il prezzo ha compensato la significativa inflazione dei costi, con costi aggiuntivi derivanti dai restanti vincoli della catena di approvvigionamento. È stata ridotta la spesa discrezionale, il margine operativo lordo include una componente non ricorrente di 32,3 milioni di euro per l’uscita dal mercato russo”.

Jonas Samuelson, durante la presentazione del rapporto, ha detto: “In Europa prevediamo che le spedizioni sul mercato saranno negative. Alta inflazione generale, tassi di interesse in aumento e l’invasione russa dell’Ucraina hanno provocato un forte calo della fiducia dei consumatori, e quindi anche nella domanda. La sostituzione sta mitigando in una certa misura questo calo della domanda”.

Augustin Breda, FIOM CGIL: “Lasceranno scadere i contratti a termine”

Nell’incontro con i sindacati dell’8 novembre Electrolux ha annunciato per Solaro una piattaforma produttiva per le lavastoviglie, ritenute un mercato in crescita, con investimenti per 102 milioni di euro tra il 2023 ed il 2026, per una produzione che dovrebbe passare dagli attuali 780.000 pezzi annui, a 1.319.000 nel 2026.

“Anche Whirlpool ha annunciato l’intenzione di abbandonare la produzione in Europa”, prosegue Breda. “È stato effettuato un aumento dei dipendenti tra il 2021 e il primo semestre 2022, i lavoratori in contratto a termine a Susegana sono 250 su 1.500 dipendenti. Per Susegana sui frigo prodotti sono stati posti 800.000 euro in meno rispetto al budget realizzato l’anno precedente; il calo delle vendite si è registrato lo scorso luglio, mentre la prospettiva di scenario positivo c’è stata fino ad aprile. Si sono registrati poi la crescita dei prezzi, l’aumento dei prodotti energetici e la guerra, con una frenata significativa per gli altri stabilimenti, che hanno prodotto dal 30 al 40% in meno rispetto alle previsioni. A Susegana il calo è più contenuto, del 10-12%, perché si produce per il settore del mobile”.

Negli stabilimenti di Forlì e Porcia sino a ora sono circa 60 i turni di cassa integrazione, contro i 20 di Susegana, ma di fatto già si sta tagliando sui lavoratori a termine, come denuncia Augustin Breda.

“Dopo luglio il calo delle vendite ha come conseguenza che paghino i contratti a termine, per cui si ha una riduzione dell’organico: si lasciano semplicemente scadere i contratti, non si rinnovano, un’operazione che sarà conclusa entro dicembre, quando saranno circa 750 i lavoratori in meno. A Susegana si interviene in un quadro di trasferimento produttivo di stabilimento; è stato edificato un secondo stabilimento Genesi, oltre a Cairo dove è prodotto il modello tradizionale. È stata prevista una maggiore produzione di frigo da incasso che sta per lasciare il posto alla nuova fabbrica costruita ex novo, con impianti altamente automatizzati 4.0, finanziata con fondi europei e nazionali, per essere installata in Italia.”

“Questa fabbrica dovrebbe sostituire la vecchia con due o tre turni da sei ore, i lavoratori saranno in gran parte reimpiegati lì. Si produrranno frigoriferi innovativi ma molto costosi: circa 2.200 euro per il modello di punta, che ora sta sui 1.000 euro. In questa bella tempesta perfetta è scattata la cassa integrazione per difficoltà economica, la scommessa ad alzare il livello di gamma dei prodotti è un’incognita riguardo la possibilità di trovare le quote di mercato necessarie ai prodotti in tutta l’Unione europea.”

“4.000 tagli a livello globale”: Electrolux scappa, ma il nuovo stabilimento lo ha pagato lo Stato

La multinazionale ha annunciato tagli globali di personale per 4.000 unità, pari a circa l’8% degli occupati. Il sindacalista FIOM CGIL analizza la situazione dell’Italia.

“È lo stabilimento di Porcia a soffrire di più, per Solaro è stato bloccato il 15% circa di produzione. I tagli per l’Italia sono di circa trecento dipendenti, che un turnover pensionistico potrebbe risolvere; potrebbero intervenire nel settore della ricerca e sviluppo e del supply chain, più che sulla produzione o sulla struttura tecnica aziendale. Aumenteranno le giornate di cassa integrazione, a Porcia, Solaro e Forlì ci saranno ulteriori tagli alla produzione”.

Breda e i sindacati chiedono, come avvenuto per Whirlpool, un livello di interlocuzione istituzionale ministeriale ed europeo. Ha detto che in Europa si agisce anticipando gli eventi da parte dei sindacati, studiando soluzioni appena si manifestano tendenze di crisi. In Italia, al contrario, si mette una toppa quando gli eventi sono già accaduti.

“In modo unitario come RSU abbiamo chiesto alle istituzioni di intervenire per l’intero settore, considerando anche quello che sta accadendo in Whirlpool. L’Electrolux merita un’interlocuzione con un livello di confronto ministeriale ed europeo, per capire come si muove questa multinazionale che ha ricevuto tanti aiuti, pari all’80% dell’ammortamento per il nuovo stabilimento di Susegana, costato 130 milioni di euro; quindi circa 90 milioni di euro di aiuti. Tutto il settore degli elettrodomestici dovrebbe muoversi unito. La politica non dovrebbe intervenire solo per mettere le toppe dopo che il problema si è presentato, ma si dovrebbe fare anticipazione degli eventi, quando cambiano le prospettive di mercato, come avviene all’estero. La crisi è scoppiata a giugno, il primo incontro tra azienda e sindacati è stato a novembre, quando l’azienda aveva già avvisato che ci sarebbe stata una forte frenata del mercato”.

Gianluca Ficco, Segretario nazionale UILM: “Va posta al nuovo governo la questione sostenibilità sul settore elettrodomestici”

Anche Gianluca Ficco, Segretario nazionale UILM che segue da vicino la crisi aziendale, commenta: “Ci aspettiamo trecento esuberi, non sappiamo ancora a chi toccherà. Si è registrato un forte calo di volumi produttivi negli stabilimenti di Porcia e Forlì. Per esperienza sappiamo che, quando il calo di volumi diventa strutturale, c’è appunto il rischio di esuberi”.

“È positivo che siano stati confermati gli investimenti, il 9 novembre si è tenuta un’assemblea a Solaro con l’inserimento di alcuni temi nella trattativa aziendale, quali il numero di pezzi ora, lo scivolo pensionistico per i lavoratori che nel 2023 usufruiranno della cassa integrazione, la creazione di un bacino per riassumere i tempi determinati che sono già stati chiamati. Alla luce di quanto emerso nell’assemblea di Solaro, va posta al nuovo governo la questione della sostenibilità del settore degli elettrodomestici in Italia, anche alla luce dell’annuncio di Whirlpool di voler abbandonare l’Europa.”

“È un settore con margini di profittabilità sempre più ridotti, che risente fortemente dell’incremento dei costi energetici; quindi chiediamo un confronto al Governo, che ha sempre annunciato di volersi occupare della questione della politica industriale – l’hanno detto più volte nelle loro interviste. Ci assicureremo che non sia solo materia di dichiarazioni giornalistiche, ma di impegno concreto.”

Leggi gli altri articoli a tema Crisi aziendali.

Leggi il mensile 116, “Cavalli di battaglia“, e il reportage “Sua Sanità PNRR“.


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