Agosto, ferie comandate solo in Italia. E sempre più care

Le vacanze del 2022 vedranno un deciso aumento dei costi: prezzi quasi raddoppiati da luglio ad agosto. Impatto anche sui trasporti. L’opinione di Cristiano Maccabruni di Federconsumatori e Pinello Balia di ANGAC.

Le vacanze del 2022 saranno le più care degli ultimi cinquant’anni. Il Codacons lo va ripetendo da almeno un mese: si parla di 700 euro in media in più per ogni famiglia. O almeno se ne parlava, perché in questi giorni l’inflazione ha superato l’8%, anzi quasi il 9%, e non accadeva dal 1981, mentre negli Stati Uniti sta volando quasi al 10%. Metteteci il caro benzina, metteteci anche i rincari del post COVID-19 e le materie prime, ma andare in ferie quest’anno sarà dura. Soprattutto in Italia; tant’è che molti italiani, nella prima parte dell’anno, secondo un report della Banca d’Italia hanno scelto l’estero.

«La spesa dei viaggiatori italiani nei Paesi della UE è cresciuta in modo marcato, mentre ha registrato un’ulteriore contrazione la spesa nelle destinazioni più lontane, in particolare Asia e Oceania, contraddistinte anche da politiche più restrittive per i flussi in entrata», si spiega. «Il numero di viaggiatori è diminuito in tutte le mete a eccezione di Grecia e Spagna, specializzate nel turismo estivo, e della Romania, dove è predominante la componente di viaggi per visite a parenti o amici». E ancora: «Nel primo trimestre del 2022 la spesa dei viaggiatori italiani all’estero si è ulteriormente avvicinata ai valori pre pandemici: il rapporto con i livelli del corrispondente periodo del 2019 è di circa il 65% nel complesso, e sale a oltre l’80% per le destinazioni della UE».

Conviene andare all’estero fuori stagione, ma si sapeva già prima della pandemia che l’Italia è tanto bella ma tanto cara. Soprattutto ad agosto, quando tutti vanno in ferie. Perché anche se il boom economico risale a sessant’anni fa, e i ruggenti anni Ottanta distano quarant’anni da oggi, gli italiani continuano ad andare in ferie ad agosto. Quando i prezzi sono alle stelle.

La Liguria la più cara, ma le altre Regioni non scherzano

Basta un giro su un qualsiasi portale di viaggi per scoprire che a Pietra Ligure, Nord Italia, provincia di Savona, una coppia spende dai 1.000 ai 2.000 euro se si va dal 15 al 31 luglio, dai 1.900 ai 4.000 dal 1 al 15 agosto, e dai 2.000 ai 4.500 nella seconda quindicina.

Prezzi più bassi per la riviera adriatica: a Rimini si va dai 1.000 ai 2.000 a luglio, dai 2.000 ai 3.000 ad agosto.

Vale la pensa ripiegare sul Sud, anche se già l’Adriatico costa un po’ meno della Liguria, e si scopre che a Peschici, in Puglia, si passa dai 1.000 ai 2.000 della seconda quindicina di luglio ai 2.000 fino a 3.900 nelle settimane iniziali di agosto, e dai 1.400 a 4.000 nelle rimanenti.

Stessa spiaggia, stesso mare, ma nel giro di un mese il prezzo raddoppia.

Le ferie d’agosto esistono solo in Italia: questione di contratto

Per gli italiani sono vacanze spesso forzate, perché al contrario dei Paesi europei vige la famosa chiusura aziendale, che di solito cade nelle due settimane centrali di agosto. Insomma non si è certi che Natale sia il 25 dicembre, visto che i dibattiti degli storici non hanno mai fissato con certezza il genetliaco di Gesù Cristo, ma siamo sicuri che gli italiani andranno in ferie ad agosto.

Stando ai dati forniti dalla banca d’Italia, la spesa per le vacanze italiane degli stranieri nel primo trimestre del 2022 ammonta a 5.101.000 milioni di euro contro i 3.397.000 degli italiani. Lo stesso vale per il secondo trimestre. Nel 2021 (non sono disponibili ancora i dati di quest’anno) gli stranieri spesero circa 2.688.000 contro i 2.268.000 degli italiani.

La questione risale alla notte dei tempi; è addirittura sancita dai contratti collettivi nazionali. Il contratto metalmeccanico stabilisce che la chiusura aziendale per le ferie estive non può superare le tre settimane. Ma c’è sempre chi ci prova, al punto che ci sono cause di lavoro (vinte) di alcuni dipendenti contro i datori che hanno provato a chiedere addirittura quattro settimane.

Rincari i traghetti costano fino a un terzo in più

La situazione non colpisce soltanto gli alberghi e gli stabilimenti balneari, ma anche i traghetti e i trasporti navali.

«Che in Italia si sia costretti ad andare in ferie ad agosto – dice Cristiano Maccabruni di Federconsumatori – è ormai un dato di fatto da anni. Questo lo sanno tutti e c’è chi se ne approfitta. Quest’anno abbiamo riscontrato un incremento anche sul prezzo dei traghetti sulle tratte italiane. Rileviamo dei rincari del 30 o del 35% su tratte dove magari ci sono solo due concessionari. Non ci sono stati interventi di nessun tipo per limitare questi rincari, anche perché queste spese si sommano ad altre che molte famiglie italiane non sono in grado di sostenere. Innanzitutto perché non ci sono stati interventi sugli stipendi, che rimangono fermi, e ormai il vecchio stipendio di 1.200 euro al mese non è più sufficiente. Ce ne rendiamo conto anche solo guardando i nostri sportelli, dove ci sono file di cittadini che arrivano con bollette in mano che non sono più in grado di pagare».

Taglio delle accise, senza la proroga “sarebbe un disastro”

Il dibattito è stato lungo, ma alla fine si è arrivati a una conclusione: grazie al maggior gettito IVA, figlio dei rincari degli ultimi mesi, si potranno tagliare le accise.

Il Governo l’ha fatto a maggio e subito i prezzi alla pompa sono scesi. La durata del primo taglio era fino all’8 luglio, poi dopo una lunga battaglia parlamentare si è arrivati a votare una proroga fino al 2 agosto. Intanto i prezzi sono scesi un po’ meno, e il rischio è che proprio nella settimana in cui gli italiani andranno in vacanza voleranno alle stelle. L’intenzione dovrebbe essere quella di prorogare ulteriormente i tagli alle accise, come confermano gli stessi rappresentanti di categoria dei gestori delle pompe di benzina.

«Il 2 agosto è solo una data», dice Pinello Balia del sindacato ANGAC. «Siamo sicuri che i tagli alle accise verranno prorogati, anche perché non farlo sarebbe un disastro per molte famiglie. Penso che ci saranno proroghe fino a fine anno, ma potrebbe bastare. Noi proponiamo da tempo di rimettere in campo il vecchio CIP, cioè il prezzo amministrato e uguale in tutta Italia, altrimenti le compagnie fanno quello che vogliono. Il problema è che c’è in atto una grossa speculazione, addirittura una truffa, e il Governo non interviene».

Vacanze d’oro, il caro carburanti è la prima voce di spesa

Secondo una stima elaborata dal Codacons con gli attuali listini, che non si discosteranno troppo da quelli che ci saranno ad agosto, per andare da Torino a Reggio Calabria con un’auto a benzina e percorrere i 1.362 chilometri che separano le due città, oggi si deve mettere in conto, tra andata e ritorno, una media di 330,8 euro, con un aggravio di spesa di circa 69 euro rispetto all’estate del 2021. Se l’auto è a gasolio, si spendono circa 275,4 euro, ma il rincaro su base annua è più elevato (+71,9 euro), nonostante con un litro di diesel si percorrano mediamente più chilometri rispetto alla benzina.

Se si parte da Milano in direzione Salento (Lecce) la spesa per il pieno di verde è di 250,5 euro, +52,5 euro sul 2021, mentre se l’auto è a gasolio si spenderanno poco meno di 210 euro, 55,5 euro in più rispetto alla scorsa estate.

Il record del caro-pieno spetta alla tratta Bolzano-Trapani: per percorrerla in auto (distanza totale 1.646 km) occorre spendere tra andata e ritorno quasi 400 euro per i rifornimenti di benzina, +83,5 euro sul 2021 (332,8 euro la spesa per il gasolio, quasi +87 euro rispetto all’estate del 2021).

Ad andare avanti così, con le ferie forzate insieme a tutto il resto d’Italia e i rincari che piovono da tutte le parti, viene da chiedersi se ne vale davvero la pena.

Leggi il mensile 116, “Cavalli di battaglia“, e il reportage “Sua Sanità PNRR“.


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Photo credits: motori.virgilio.it

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