Per Ceraolo di USB l’unica soluzione è intraprendere un percorso di internalizzazione del servizio, così come già fatto con altre categorie.
“Su Livorno qualche mese fa i lavoratori che svolgono i servizi di magazzinaggio, quelli che sostanzialmente caricano i furgoni per le consegne”, spiega Ceraolo, “sono stati internalizzati in Esselunga. Sono rimasti fuori solo gli autisti e non si comprende il motivo. Noi chiediamo quindi di interrompere il meccanismi di appalto e subappalto che puntano al continuo ribasso”.
USB ha chiesto più volte un incontro con la dirigenza della società che gestisce il servizio in subappalto, senza però ricevere alcuna disponibilità al dialogo. “Da mesi proviamo ad avere interlocuzioni, ma non rispondono se non all’avvocato”, afferma Ceraolo. “Non vogliono aprire una trattiva sindacale. Non c’è stata neanche la possibilità di approfondire questo aspetto”.
Eppure la maggior parte degli autisti sotto Deliverit S.R.L. sono iscritti a USB (10 su 28, un terzo), mentre quattro sono iscritti alla CISL e uno solo alla CGIL. Per Diego l’azienda ha deciso di alzare un muro verso USB per via un atteggiamento carico di pregiudizi: “A loro non piace USB, per questo hanno deciso di non rivolgerci più la parola e non ascoltarci. Lo reputano un sindacato non riconosciuto a livello nazionale, che tende solo a ‘fare casino’ all’interno degli appalti senza raggiungere obiettivi concreti e che ‘crea solo problemi’. Ascoltano solo CISL, UIL e CGIL. Per questo siamo costretti purtroppo ad agire per via legali tramite prefetto, ispettorato o proclamando sciopero, per essere ascoltati”.
Oltre allo stato di agitazione sindacale, infatti, USB ha chiesto in contemporanea l’attivazione di un tavolo di conciliazione con il prefetto di Livorno e l’intervento delle istituzioni a tutela dei diritti dei lavoratori. “Se non si sblocca la situazione”, conclude Ceraolo, “il passaggio successivo è continuare con gli scioperi e con modalità diverse. Speriamo di trovare una soluzione”.
“Speriamo che grazie allo sciopero, mettendo Esselunga a conoscenza delle nostre condizioni, l’azienda a cui è subappaltato il nostro lavoro si metta una mano sulla coscienza e ci venga in contro”, conclude Diego.
Già, speriamo che avvenga. E che il vento sia cambiato per questi e per tanti altri lavoratori della logistica.
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Photo credits: sevendaysweb.com