La tecnica delle false fatturazioni, costruita con complicate triangolazioni finanziarie tra società fantasma e operatori esistenti soltanto sulla carta, viene utilizzata in modo regolare dalla criminalità organizzata per riciclare il denaro sporco, ed è presente in modo massiccio nella catena dei subappalti gestiti da società a volte inesistenti; ma dalle cifre che mostrano la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate si deduce che questo reato, semplice ma al tempo stesso sofisticato, viene praticato in modo massivo dalle piccole imprese e coinvolge professionisti, prestazioni d’opera e più in generale lavoratori autonomi.
Purtroppo coinvolge anche quella stessa area di lavoro autonomo che, pur essendo stato definito dall’Agenzia delle Entrate “inaffidabile” a causa di dichiarazioni dei redditi poco o per nulla credibili, verrà protetta dal concordato preventivo voluto dal governo Meloni, e in particolare da Matteo Salvini, che si candida da tempo a essere il punto di riferimento elettorale di quell’area di evasione.
Ci siamo occupati di recente su SenzaFiltro del provvedimento di governo che qualcuno ha definito “evasione preventiva”, perché è ormai evidente ai nostri occhi che il concordato preventivo abbia un forte sapore elettorale in vista delle elezioni europee. Non è escluso infatti che tra gli “inaffidabili” ci siano imprese che hanno praticato la falsa fatturazione e che godranno quindi della impunibilità.
Il settore che, come al solito, subirà il pesante carico di tasse senza nessuna possibilità di contestazione o concordato è il lavoro dipendente, e quella parte del lavoro autonomo che denuncia in modo fedele le entrate.
Il presidente dell’Associazione Avvocati d’Impresa, Antonello Martinez, sostiene che il dato è allarmante e aggiunge che, dopo un calo durante il COVID-19, il fenomeno si è riacutizzato. Scrive Martinez su Italia Oggi: “In Italia si parla di un’evasione fiscale annua che ammonta a circa 100 miliardi di euro: questo valore si mantiene abbastanza costante da qualche anno e tale evasione è composta da circa 35 miliardi di IVA. Ne consegue che, se anche solamente un quarto di tale cifra è riconducibile alla mera falsa fatturazione, non è difficile capire le proporzioni di questa moda sempre verde”.
Aggiunge Martinez, toccando il cuore del problema: “Si crea una catena perversa che va spezzata per il bene del Paese e per alleviare ove è possibile tutti quei cittadini, specie i lavoratori dipendenti che non sfuggono alle tasse”.
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Photo credits: casertanews.it