GIL, GIA e PAL sostituiranno il RdC: le nuove sigle della povertà

Pronta la bozza del decreto Lavoro con la riforma del Reddito di Cittadinanza: compressione della platea di beneficiari, penalizzazione dei nuclei numerosi e addio all’offerta congrua. Previsti sgravi fiscali per chi assume gli “occupabili”

GIL, GIA e PAL sostituiscono il Reddito di Cittadinanza: un anziano guarda un avviso fuori dalla posta.

Si chiamerà GIL, Garanzia per l’Inclusione, e dal 1 gennaio 2024 sostituirà il Reddito di Cittadinanza. Uno strumento che, per il Governo, vorrebbe correggere i malfunzionamenti del sussidio preesistente, ma che a ben guardare otterrà l’effetto di ampliare la platea dei poveri e aumentare la precarietà lavorativa.

La bozza del decreto Lavoro diffusa a mezzo stampa (Il Messaggero e La Repubblica) in queste ore e che sarà esaminata prossimamente dal Consiglio dei ministri prevede due pilastri principali sui quali incardinare il nuovo strumento: la GIL e la GALGaranzia per l’Attivazione Lavorativa.

GIL e GAL: due garanzie, meno benefici. E un mese intero senza sussidi

La GIL interessa i “non occupabili” e sarà erogata ai nuclei famigliari in cui sia presente un disabile, un minore, un soggetto di almeno 60 anni o un titolare di invalidità civile. La soglia ISEE per poterla richiedere si abbasserà dai 9.630 euro del RdC a 7.200, mentre resteranno invariati i valori degli altri parametri patrimoniali, ossia un patrimonio immobiliare (esclusa la casa di abitazione fino a un valore di 150.000 euro) non oltre i 30.000 euro e conti correnti di massimo 10.000 euro. Il beneficio, erogato per 18 mesi, sarà di 500 euro al mese, che potranno essere integrati con 280 euro mensili di contributo per l’affitto. Al termine dei 18 mesi, sarà sospeso per un mese prima di poterlo richiedere per un altro anno. La revisione delle scale di equivalenza penalizza i nuclei famigliari numerosi, poiché porterà i parametri di moltiplicazione per i figli da 0,2 a 0,15 per i primi due e a 0,1 oltre il secondo. Insomma, più figli si hanno, più si vede dimagrire l’assegno.

La GAL è invece destinata ai soggetti tra i 18 e i 59 anni in condizione di povertà assoluta, con un valore ISEE non superiore a 6.000 euro, i cui nuclei famigliari non hanno i requisiti per accedere alla GIL. Con un importo pari a 350 euro al mese, scatterà a partire da gennaio 2024.

La GIL andrà a circa 709.000 nuclei famigliari, la GAL a 426.000: in tutto, dunque, poco più di un milione di nuclei; molti meno rispetto al milione e mezzo di famiglie percettrici del RdC nel 2022.

E tra luglio, quando cesserà di esistere il RdC, e il 1 gennaio 2024, quando entrerà in vigore il sostegno agli “occupabili”? A tamponare la situazione ci penserà la PAL, Prestazione di Accompagnamento al Lavoro, un contributo di 350 euro che sarà in vigore dal 1 settembre fino al 31 dicembre 2023, riservato ai beneficiari del RdC che, al luglio 2022, abbiano sottoscritto un patto per il lavoro e siano inseriti in misure di politica attiva.

Resterà scoperto agosto, un intero mese in cui queste persone non percepiranno alcun sostegno economico.

Sgravi per chi assume e sanzioni agli abusivi. Con l’addio al concetto di offerta congrua

In vista anche sgravi per favorire l’occupazione. Nello specifico, chi assumerà un percettore di GIL o GAL con contratto a tempo indeterminato otterrà uno sgravio contributivo del 100% (fino a 8.000 euro l’anno) per due anni, che scenderà al 50% per un massimo di dodici mesi in caso di contratto a termine o stagionale.

Sempre per favorire l’occupazione, si è pensato di liberalizzare ulteriormente i contratti a tempo determinato: dopo i primi 12 mesi di contratto a termine, già oggi liberi, per stipularne un altro senza doverlo trasformare in tempo indeterminato si potrà indicare tra le causali, oltre a quelle già previste di natura tecnica, organizzativa e produttiva e alla necessità di sostituire altri lavoratori, “specifiche esigenze” previste dai contratti collettivi.

E torneranno anche le sanzioni: da 1 a 3 anni di carcere per chi non avrà comunicato all’INPS le variazioni di reddito e patrimonio, da 2 a 6 nel caso di presentazione di documenti contraffatti o informazioni non veritiere per ottenere la GIL.

Sparirà, infine, il concetto di offerta congrua, uno dei punti sui quali il centrodestra ha più martellato per dimostrare le storture del RdC: il percettore del nuovo sussidio dovrà accettare un lavoro ovunque sia purché abbia una durata superiore a un mese e una retribuzione non inferiore ai minimi previsti dai contratti collettivi.

Insomma, oltre a ridurre il numero dei percettori e a penalizzare le famiglie numerose, questa riforma spinge gli “occupabili” ad accettare qualunque offerta di lavoro anche se la distanza la rende svantaggiosa dal punto di vista economico. L’importante non è il “pieno sviluppo della persona umana” del dettato costituzionale, ma dimostrare di non voler fare i mantenuti a spese dello Stato.

CONDIVIDI

Leggi anche

Reddito di cittadinanza: braccia donate all’agricoltura?

Tra gli effetti collaterali della pandemia da COVID-19 c’è la mancanza di manodopera straniera, che mette in crisi la filiera agroalimentare del Paese. Ecco, allora, che i riflettori tornano ad accendersi sui percettori del reddito di cittadinanza. Ministri, politici, imprenditori e associazioni di categoria propongono, infatti, di utilizzarli come braccianti nei campi. Si tratta di […]