Avrei immaginato che gran parte del problema fosse rappresentata dalla precarietà che colpisce la categoria e dallo stipendio che continua a essere tra i più bassi d’Europa, e di certo sono motivazioni che hanno un peso, ma a quanto emerge dal sondaggio, la causa principale dello screditamento del corpo docenti sono i genitori, o meglio l’invadenza delle famiglie.
Secondo gli intervistati – e preciso che il sondaggio non è stato proposto solo ai docenti, ma a un pubblico molto variegato – le costanti ingerenze dei genitori screditano il ruolo dell’insegnante agli occhi dei figli. Più precisamente, la metà degli italiani chiamati a rispondere pensa che il protagonismo dei genitori sia la causa principale dal problema. A seguire, precariato e stipendi bassi, che non riconoscono il valore del lavoro dei docenti (34%).
Secondo Rino Di Meglio, coordinatore della Gilda, il fatto che ci sia una reale percezione del problema anche fuori dall’ambito scolastico è positivo. “La consapevolezza è il primo passo per trovare una soluzione. In questo caso la scuola non è sola, ma questo atteggiamento diffuso indica che non c’è nessun rispetto per le istituzioni e per le persone che ci lavorano. L’invadenza è sempre più frequente e credo dipenda anche dalla diffusione dell’istruzione di massa. Oggi i genitori spesso si sentono al livello degli insegnanti, o addirittura superiori”.
In effetti le parole di Rino Di Meglio mi fanno tornare in mente un episodio ormai datato, ma significativo. Ero a una delle riunioni che le scuole primarie organizzano per i genitori che hanno i figli all’ultimo anno di materna, e alcune rappresentanti dell’istituto parlavano di ciò che facevano i bambini durante la giornata, di come venivano gestite le lezioni, dei libri di testo e degli orari della mensa. Le domande dei genitori erano tutte piuttosto pratiche: qualcuno si preoccupava del cibo, qualcuno del peso degli zaini, finché una mamma è intervenuta per chiedere se poteva dare consigli alle maestre sui libri di testo da adottare, o comunque partecipare al processo di scelta. Le insegnanti le hanno risposto in maniera molto educata (cosa che forse nei loro panni io non avrei fatto) dicendole che i libri di testo erano una scelta esclusiva dell’insegnante. Ecco, io credo che una richiesta del genere trent’anni fa non sarebbe venuta in mente a nessun genitore.
Rino sorride e mi spiega che “è un problema culturale e fa parte degli eccessi della società italiana, che è profondamente mammista. Le mamme sono iper-presenti, sono sempre addosso ai figli, anche se hanno vent’anni. Comunque il problema non sono solo i genitori: la retribuzione è motivo di considerazione sociale e quella degli insegnanti è troppo bassa”.
Tornando al sondaggio per l’81% degli intervistati potenziare la formazione e l’aggiornamento dei docenti sarebbe cruciale per restituire credibilità alla categoria, così come il miglioramento dei processi di selezione (80%). A seguire, bisognerebbe rendere decorosi gli stipendi e ridurre il precariato (67%). Molto importante per il 65% sarebbe anche limitare gli spazi di intervento dei genitori e, per la metà degli italiani, sostituire la figura dell’attuale dirigente scolastico con quella di un preside eletto dagli stessi docenti.