Alla vigilia del patto salva-spesa, l’associazione ha lanciato un’indagine attraverso i suoi sportelli nazionali (107 su tutto il territorio italiano), a cui hanno partecipato circa 2.000 persone.
Comune è la preoccupazione per i rincari dei prezzi, soprattutto negli ultimi anni, per i noti motivi. Gli aumenti si notano soprattutto nei prezzi dell’energia (e quindi delle bollette) e nel carrello della spesa.
Oltre il 62% degli intervistati è favorevole all’istituzione del trimestre anti-inflazione, ma non lo ritiene una misura sufficiente; insomma, non basterà a far risparmiare sulle spese. I consumatori chiedono al Governo un intervento deciso sui beni a più largo consumo, come la pasta (18% degli intervistati), il pane (17%) e il latte (12%), dichiarandosi pronti (si parla qui del 51% del totale) ad aumentarne l’acquisto laddove la misura funzionasse. Ma non mancano i dubbi: buona parte delle persone coinvolte nel sondaggio teme che i prodotti non inclusi nel patto possano subire aumenti di prezzo e che invece i prodotti scontati possano essere di qualità inferiore agli altri.
Anna Rea, presidente nazionale ADOC, dà un giudizio ambivalente sulla misura del Governo. Da una parte premia lo sforzo per combattere problemi presenti nella vita quotidiana delle persone; dall’altra parte però, con la volontarietà della partecipazione al patto, crede che per i consumatori non cambierà molto: ogni negozio farà sconti e proporrà angoli delle occasioni, come è sempre stato. Per provare a dare una risposta definitiva al problema, bisogna istituire una rete comune in cui siano coinvolte anche le associazioni dei consumatori, che come ADOC sono da anni sentinelle sul territorio per quanto riguarda i disagi della popolazione.