Le cifre riportate fanno riferimento all’acquisto di materiale nuovo di zecca; in molti, però, cercano di abbatterle tramite l’acquisto di libri di testo usati.
La soluzione di per sé funzionerebbe, garantendo un risparmio medio del 30% e una diminuzione dell’impatto ambientale della stampa; nei fatti, però, è osteggiata dalle case editrici, che prevedono spesso un utilizzo diretto dei testi (come la compilazione di esercizi) e li aggiornano con frequenti ristampe, che rendono complicato l’uso di testi provenienti dagli anni precedenti. Inoltre, i codici che consentono di scaricare i libri sui dispositivi elettronici valgono soltanto per il primo accesso, sbarrando la strada all’uso da parte dei “secondi utenti”.
“Esistono misure e agevolazioni messe in campo da Stato, Regioni e Comuni per garantire la fruizione dei libri di testo per gli alunni meno abbienti”, afferma Anna Rea, presidente ADOC. “Tuttavia queste risorse interessano soltanto una parte delle famiglie, coprono il 40-50% delle spese e, spesso, registrano gravi ritardi nella loro erogazione rispetto al calendario scolastico in corso”.
I buoni per l’acquisto dei libri, infatti, compensano solo in parte gli acquisti, e per giunta in modo discontinuo a seconda del Comune di riferimento: per le scuole superiori di secondo grado gli importi erogati coprono il 29% della spesa a Roma e il 41,1% a Milano; solo a Napoli si arriva a coprirne oltre la metà (55,2%).
“Chiediamo di rendere detraibili nella misura del 19% anche le spese per l’acquisto dei libri scolastici, così come avviene per le spese sanitarie”, prosegue Anna Rea. “Ciò comporterebbe per lo Stato un costo pari a 277 milioni di euro annui, la cui copertura non dovrebbe risultare particolarmente complessa”.
“Anche le scuole potrebbero contribuire”, aggiunge il presidente EURES Fabio Piacenti, “incentivando azioni di riuso dei testi tra le classi successive, libri comuni per le diverse sezioni, e creando al proprio interno biblioteche solidali. Qualsiasi arretramento nell’accesso alla cultura e nel diritto allo studio è un arretramento nella civiltà di un Paese: occorre quindi adottare tutte le misure necessarie a scongiurarlo”.
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