Donne STEM, i modelli di cui abbiamo bisogno non si laureano in anticipo

Le donne in carriera nelle materie STEM non vengono rappresentate quanto i loro colleghi maschi: così spariscono i modelli di riferimento. L’opinione del sociologo Giovanni Boccia Artieri, delle autrici della mostra STEM Passion Claudia Cagliano ed Elisabetta Citterio e della direttrice del COSP Verona Lisa Conforto.

Scrivo questo pezzo durante l’ultimo giorno del G20 di Bali. In tutti i servizi che ho ascoltato nei telegiornali e in radio ho sentito dire la stessa cosa, uno, due, tre volte: Giorgia Meloni, unica donna presente al vertice. È vero, abbiamo solo lei come rappresentazione femminile di un capo di governo; già i dati ci dicono che le donne ai vertici sono molte meno e soprattutto molto meno rappresentate dai media rispetto agli uomini. E lei si fa chiamare “il presidente”. Come influisce questo atteggiamento sulle giovani che potrebbero essere ai vertici domani e sulla scelta delle loro carriere?

Ad esempio, la visibilità delle donne STEM nei media è ancora bassa. Il termine STEM è un acronimo formato con l’iniziale inglese di quattro diverse discipline, Science, Technology, Engineering e Mathematics, ed è utilizzato per indicare l’insieme delle materie scientifiche. La percentuale di donne intervistate è del 25-29%, con un tasso di citazione che è la metà rispetto agli uomini, anche nel giornalismo scientifico (fonte: Sara Reardon, Nature, 2021). Quali sono le conseguenze di questo atteggiamento mediatico?

Il sociologo Giovanni Boccia Artieri: “Non rappresentare le donne STEM significa togliere modelli di riferimento”

Giovanni Boccia Artieri, sociologo e professore di Scienze della Comunicazione presso l’Università degli Studi di Urbino, ha un’opinione molto ferma a riguardo.

“Il fatto che le donne STEM non vengano rappresentate è un grave problema, perché significa che mancano i modelli di riferimento che possano invogliare le ragazze a scegliere questo tipo di percorso. In Italia in realtà c’è un numero abbastanza alto di ragazze interessate alla scienza, che però non pensano di poter avere gli stessi risultati del collega uomo. Anche quando seguono questi percorsi sentono di avere meno possibilità, proprio perché manca la rappresentazione sociale e mediatica di donne di successo in queste materie. Le ragazze hanno spesso la percezione che quel mestiere sia solo maschile.”

Alla base del problema ci sono ragioni storiche che hanno a che fare con le discriminazioni di genere in diversi ambiti, del dettaglio in quelli più avanzati e nel mondo universitario. Proviamo a pensare, ad esempio, al numero di rettori donne in Italia. Però qualcosa sta cambiando.

“Nella nostra università – spiega il professore – c’è una direttiva che non ti permette di accedere ai finanziamenti europei se non presenti un piano di consapevolezza di genere che ti obbliga a dichiarare quello che fai per combattere la discriminazione. Questo piano però è obbligatorio solo dall’anno scorso. La normativa si sta adattando, ma il percorso è lungo e in Italia il patriarcato ha delle radici storiche forti (e parlo della funzione pubblica in generale), tanto è vero che abbiamo la prima donna Presidente del Consiglio dei ministri che si fa chiamare ‘il presidente’. Che esempio è?”

Me lo sono chiesta anche io e ho trovato abbastanza ridicolo il tweet uscito pochi giorni fa: “Il presidente Gorgia Meloni ha incontrato la presidente Roberta Metsola e la presidente Ursula von der Leyen”.

La nuova prospettiva su donne e STEM passa per i media tradizionali

Ma la politica non è l’unico tasto dolente. Pensiamo all’esperienza della pandemia, i virologi che andavano in televisione erano per l’80% maschi. Forse ricordate solo Ilaria Capua come rappresentante femminile.

Artieri è convinto che sia necessario aumentare la notorietà delle donne STEM attraverso i media tradizionali.

“Ad esempio, le giornaliste sono ben rappresentate, e dovrebbero essere le prime ad avere questa attenzione e capire che in determinati temi le donne possono esprimere il loro parere come gli uomini. L’equilibrio di genere deve essere rappresentato. A proposito: sarebbe importante quando si cerca una figura di riferimento come un virologo, cercarne almeno due, un uomo e una donna, e alternarli. Lo stesso principio vale per le conferenze universitarie. Se a un convegno sul palco ci sono solo uomini si offre un’immagine molto forte dal punto di vista simbolico, e molto scoraggiante della rappresentazione pubblica. Ma il bilanciamento di genere non viene naturale, a meno che uno lo imponga. Molti sono contrari alle quote rosa, ma se non passiamo da quelle la strada sarà ancora più lunga. La ricerca European girls in STEM indica che le ragazze in Italia iniziano a interessarsi alle discipline scientifiche a 11 anni, ma la passione si affievolisce verso i 17 anni proprio perché mancano i modelli di riferimento rispetto a quello che vedono in tv e nel mondo, e questo contribuisce a non farle sentire adatte. È importante trovare il modo di alimentare la loro passione tra le medie e le superiori.”

STEM Passion, la mostra sulle donne con carriere scientifiche. La coautrice Claudia Cagliano: “Sottorappresentate, ma vitali”

Claudia Cagliano ed Elisabetta Citterio hanno ben presente il problema, e proprio per colmare la lacuna mediatica e per incoraggiare le giovani studentesse hanno ideato la mostra fotografica STEM Passion dedicata alle donne della scienza. La mostra, curata da COSP Verona, è stata inaugurata il 4 novembre e sarà esposta fino al 31 dicembre nella sede della Camera di commercio di Verona.

Elisabetta, autrice della mostra, è una biologa molecolare, oltre che fotografa; Claudia è coautrice della mostra, oltre che docente e consulente di comunicazione. Entrambe, amiche dall’infanzia e madri di figlie femmine, sentivano la necessità di colmare attraverso la fotografia un gap di genere evidente non solo nel nostro Paese, ma anche a livello globale.

“Le donne sono spesso raffigurate in modo stereotipato nell’ambito dei media, tradizionali e digitali, non solo in Italia, e sono sottorappresentate nelle discipline scientifiche, anche se sono una forza motrice vitale del progresso scientifico e una risorsa immensa nell’area STEM, come è emerso chiaramente durante la pandemia”, spiega Claudia Cagliano. “Con questo progetto multimediale itinerante vogliamo aiutare le nuove generazioni di donne a crescere in un contesto più paritario e incoraggiarle ad appassionarsi alla scienza e a diventare protagoniste attive del progresso scientifico. è necessario superare gli stereotipi di genere che sono sia di natura esterna, che interna. E la responsabilità è di tutti perché a volte siamo noi donne che ci precludiamo delle possibilità. A volte c’è la paura di non farcela e questo timore limita a priori, a livello inconscio, la possibilità di scelta”.

Donne che abitano la scienza, non modelli irraggiungibili

La mostra colpisce nel segno tutte queste problematiche, e offre degli esempi da seguire in maniera costruttiva. Per questo tra i suoi primi sostenitori c’è COSP Verona, (Comitato provinciale per l’Orientamento Scolastico e Professionale). Lisa Conforto, direttrice del COSP, sa che il mercato del lavoro renderà necessari nuovi percorsi formativi e ha voluto portare la mostra a Verona per far riflettere sull’ambito STEM, perché anche se le ragazze sono brave e capaci spesso si fermano e rinunciano a certe carriere.

“Servono esempi che permettano ai ragazzi di fare scelte consapevoli, e nelle prossime settimane ospiteremo alla mostra più di 1.200 studenti tra scuole medie e superiori. Poi per questi studenti organizzeremo anche degli interventi a scuola con imprenditori, imprenditrici e ricercatori e ricercatrici che raccontino la loro esperienza STEM. La mostra deve far scattare una scintilla.”

Leida, 2020. Ionica Smeets, PhD in Matematica Pura, è professore ordinario di Comunicazione scientifica presso l'Università di Leida, Paesi Bassi. La mostra STEM Passion sarà esposta fino al 31 dicembre nella sede della Camera di Commercio di Verona
Leida, 2020. Ionica Smeets, PhD in Matematica Pura, è professore ordinario di Comunicazione scientifica presso l’Università di Leida, Paesi Bassi. La mostra STEM Passion sarà esposta fino al 31 dicembre nella sede della Camera di Commercio di Verona

“STEM PASSION – spiega Elisabetta Citterio – nasce dal desiderio di mettere in luce le protagoniste femminili del mondo della scienza, il cui contributo al progresso rischia di rimanere in ombra. Vogliamo contribuire ad ampliare l’idea di scienziato presente a livello di immaginario collettivo, partendo dal presupposto che non c’è una formula prestabilita per diventare ed essere scienziati”.

Il messaggio che Claudia, Elisabetta e Lisa vogliono trasmettere è che la scienza è bella, che la ricerca è un’attività che implica creatività e lavoro di gruppo e confronto anche a livello internazionale, al di là dello stereotipo dello scienziato chiuso in laboratorio. La scienza connette persone, discipline, interessi, nasce dalla curiosità e dal desiderio di conoscenza, per questo Elisabetta ha voluto ritrarre le scienziate all’esterno, nel loro mondo al di fuori del laboratorio all’interno di vite complete e gratificanti. Le 39 fotografie in mostra vogliono restituire immagini di normalità, di naturalità.

Ci sono scienziate, ricercatrici, dirigenti, e la testimonianza di tanti percorsi diversi di carriera. Donne che hanno mantenuto la passione per la scienza, anche evolvendo dall’ambito della ricerca a quelli della comunicazione della scienza, dell’editoria scientifica, della gestione dei finanziamenti, conciliando il loro lavoro con la famiglia, i figli e gli interessi personali.

Non ci sono volti di superdonne irraggiungibili; semmai determinate. Al di là del caso di Carlotta Rossignoli, influencer e laureata con lode in Medicina a soli 23 anni che con il suo completo rosso ha infiammato la rete in questi giorni, quello che le due autrici vogliono dimostrare è che lo studio e la ricerca non devono essere una corsa, ma possono essere scelte che richiedono tempo, che devono essere maturate consapevolmente e che possono portare molto lontano.

Quindi l’appello non è solo rivolto alle giovani studentesse, ma anche ai loro colleghi maschi: andate a riflettere sulla mostra, non solo perché è interessante, non solo perché è gratis, ma soprattutto perché può cambiare le vostre prospettive. E un cambio di prospettiva è necessario per tutti.

Leggi gli altri articoli a tema Discriminazioni.

Leggi il mensile 116, “Cavalli di battaglia“, e il reportage “Sua Sanità PNRR“.


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In copertina: Museumplein – 2019 Amsterdam. Danielle Hulsman è Senior Research Technician presso il Netherlands Cancer Institute di Amsterdam. Danielle svolge ricerche sui meccanismi epigenetici alla base dello sviluppo del cancro, compresi i tumori cerebrali e polmonari. Foto di Elisabetta Citterio tratta dalla mostra STEM Passion.

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