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Elly Schlein segretaria: non ci credeva neppure il PD

Elly Schlein segretaria: non ci credeva neppure il PD

Quasi nessuno si aspettava l'elezione della nuova segretaria del Partito Democratico: è davvero un evento che potrebbe cambiare la sinistra italiana e mettere in scacco la destra?

Eleonora Pinzuti

27 Febbraio 2023

Elly Schlein è la nuova segretaria del Partito Democratico.

Una scelta come questa testimonia una battaglia con tante donne e uomini – e con chi non fa parte né di un genere né dell’altro – che in prima istanza è parsa subito di “credibilità”. Nessuno o quasi pareva credere in questa donna relativamente giovane; l’hanno accusata di non essere strutturata, contro di lei si è financo attivato il consueto esercito di odiatori volto a delegittimarla con volgarità sulle questioni personali e soggettive.

Anche all’interno del PD vi era profonda diffidenza. Tutti e tutte ritenevano sostanzialmente che non fosse il momento di cambiare; non con Elly Schlein. E invece lo era: l’intersezionalità (l’intersezione di diverse identità sociali, di bisogni della base, di riconoscimento di differenze civili e politiche) ha, a mio parere, dato vita a una diversa identità della sinistra. Si sentiva, si intuiva che la società era pronta per tornare a prendersi il PD e per dare ancora a quel partito (ormai così prono alle istanze neoliberiste) quei contenuti che facevano parte della grande dignità della sinistra italiana.

Sono stata con lei fin dalla prima ora, quando non ci credeva nessuno, quando note femministe e giornaliste dicevano che avrebbe distrutto quel che restava della sinistra. E invece io credo che Elly Schlein ricostruirà la sinistra in questo Paese.

Ci hanno sostenuto donne femministe, transgender, la nostra comunità LGBTIQ+, persone che da tempo non agivano più la polis, cioè la politica come relazione sociale. Finalmente ci siamo sentiti parte di una comunità decisa e coesa. Sono convinta che con Elly Schlein cambieranno i parametri linguistici, quelli rappresentativi, quelli leaderistici: lei ha da subito propugnato una leadership femminista che passa dal “potere” come dominio al “poter fare”, come amo dire e propugnare.

Se poi dobbiamo riflettere sulla questione nodale, cioè se la destra e in generale la società italiana siano davvero pronte a fare il salto dei diritti, devo purtroppo dire che ad oggi non siamo pronti.

Le dichiarazioni di Ignazio La Russa lo dimostrano, ma anche la temperie che si respira tutte le volte che si parla di legge Zan e diritti LGBTIQ+. Basti pensare a quello che scrivono i movimenti ProVita proprio oggi, dopo l’elezione di Elly Schlein.

Una parte della società italiana è sicuramente pronta, l’altra parte è ancora in pieno Novecento e ci vorrà molto, molto tempo per avere un centrodestra davvero europeo e davvero liberale, e soprattutto non ambiguo su temi centrali come i diritti, i diritti LGBTIQ+ e i diritti delle donne: la 194, che disciplina le modalità di accesso all’aborto, e l’autodeterminazione dei soggetti.

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Photo credits: lifegate.it