450 morti sul lavoro, il Governo taglia sulla formazione. Sicuri?

Il Governo taglia le ore di formazione sulla sicurezza lavorativa. Marco Carlomagno, segretario FLP: “Anche gli ispettori del lavoro sono lavoratori: per loro stipendi tra i più bassi nella PA, organici dimezzati e pochi mezzi. Troppe rinunce in relazione ai posti messi a bando”

Formazione per la sicurezza sul lavoro: un ispettore del lavoro all'opera

Che cosa fai quando le persone continuano a morire sul lavoro? Riduci le ore dedicate alla formazione in merito alla sicurezza; non pensi a migliorare la situazione dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, contrassegnata da mancanza di personale, risorse, mezzi e stipendi bassi.

Iniziare con questa domanda è una provocazione, ma rende bene quello che sta succedendo in Italia.

Meno ore di formazione sulla sicurezza per le fasce a rischio medio e alto

La notizia, passata sottotraccia, è che il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali sta per approvare la bozza finale dell’accordo Stato-Regioni che prevede una riduzione delle ore di formazione sulla sicurezza.

Anzi, per essere esatti: la formazione generale resterà di quattro ore per tutti i lavoratori, mentre cambierà quella specifica. La bozza infatti prevede che sia di sei ore indipendentemente dalla fascia di rischio, quando, secondo l’accordo Stato-Regioni del dicembre 2011, per chi aveva un rischio medio era di otto ore, mentre era di dodici per i settori a rischio alto (aumenterà invece per i lavoratori a basso rischio, che così passano da quattro a sei ore).

Hai voglia a parlare di morti sul lavoro e a dire che “bisogna ridurre gli incidenti” quando si susseguono le tragiche notizie di cronaca, ma è quello che succede tra un incidente mortale e l’altro che dovrebbe avere la nostra totale attenzione.

“La gravità della situazione, che segna oltre 450 incidenti sul lavoro solo nel 2023, avrebbe dovuto comportare una scelta del tutto diversa, cioè implementare questi percorsi anziché ridurli”, dichiara Marco Carlomagno, segretario di FLP, Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche.

Ma non è solo la riduzione delle ore a lasciare perplessa la FLP: “Abbiamo forti dubbi anche sulla proposta di implementare la formazione a distanza per tutte le attività, e sulla previsione che l’obbligo spetti unicamente all’impresa aggiudicataria e non anche a quelle subappaltanti, che come è noto sono la stragrande maggioranza nei settori dell’edilizia e delle costruzioni delle infrastrutture logistiche”.

E gli ispettori del lavoro? Bloccati da carenza di organico e risorse

Altro nodo cruciale quando si parla di morti sul lavoro è: ma gli ispettori del lavoro che cosa fanno? Come si muovono? Anche il “loro mondo” passa sottotraccia? E soprattutto, si dimentica che gli stessi ispettori sono lavoratori, quindi hanno anche loro diritti, bisogni, esigenze?

L’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL), Agenzia governativa deputata al controllo e al rispetto della normativa sulla sicurezza sul lavoro, ha “organici dimezzati rispetto al fabbisogno, pochi mezzi a disposizione per le attività esterne e stipendi tra i più bassi di tutte le Pubbliche amministrazioni”, precisa Carlomagno.

“Non è un caso che ci siano state troppe rinunce in relazione ai posti messi a concorso in questi mesi, dopo anni di blocco. Una situazione al collasso che ha portato il personale a scioperare e le OO.SS. (organizzazioni sindacali, N.d.R.) a dichiarare nuovamente lo stato di agitazione con il blocco delle attività.”

In occasioni degli incidenti di Brandizzo, dove sui binari hanno perso la vita cinque persone, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si era rivolto proprio agli ispettori tecnici, il cui ruolo attivo può garantire la prevenzione degli incidenti sul lavoro, ricordando che la vita di madri, padri, figli, lavoratrici e lavoratori dipende anche da queste figure. Unitamente alla giusta formazione, aggiungiamo, e alla consapevolezza.

Morire sul lavoro o avere un incidente che ti segna per sempre, in un mondo in cui la sicurezza non è al primo posto, non è qualcosa di così lontano, e può capitare in ogni momento. A volte basta essere spostati in una nuova area, dare per scontate certe informazioni, non avere sistemi di sicurezza adeguati quando si usa un macchinario che “si è usato sempre”, come ci hanno raccontato alcune donne vittime del lavoro.

Per l’appello di Mattarella rimasto inascoltato e tutto quello che abbiamo finora detto, la FLP chiede immediatamente alla Presidente del Consiglio e alla ministra del Lavoro “la modifica della bozza di accordo, prima dell’esame in Conferenza Stato-Regioni, e allo stesso tempo il rispetto degli impegni assunti con il personale dell’INL per il riconoscimento delle indennità spettanti e finora negate, e adeguati investimenti in un settore tanto strategico a tutela del lavoro e della sua sicurezza. Le morti e gli incidenti sul lavoro sono un’ignominia inaccettabile per un Paese come il nostro e vanno da subito fermate”.

 

 

 

Photo credits: studiosponziello.it

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